La Alfa Romeo Stelvio

Alfa Romeo accelera la scalata dello Stelvio. Prosegue il rilancio del brand sportivo di Fca

di Sergio Troise
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ST. MORITZ - «Dobbiamo realizzare prima di tutto un’auto sportiva, in grado di regalare il piacere di guida degno del marchio Alfa Romeo, poi pensare allo spazio e alla versatilità di un Suv». E’ stato questo l’ordine di scuderia impartito quando è stato deliberato il piano Stelvio, primo veicolo sport utility della casa del Biscione al quale è stato dato il nome del passo dolomitico più alto e suggestivo d’Italia. La direttiva ha richiesto un impegno non indifferente agli uomini che hanno lavorato sotto la guida di Roberto Fedeli, l’ingegnere ex Ferrari al quale Sergio Marchionne ha affidato il compito di progettare il primo Suv in 107 anni di storia dell’Alfa.

A sorvegliare che tutto procedesse secondo i piani, il grande capo di FCA ha messo Reid Bigland, manager canadese con idee ben chiare sulla strategia dello storico marchio del Made in Italy: «Per noi dell’Alfa al centro del progetto c’è il guidatore, per questo il nostro obiettivo è stato realizzare prima di tutto una sportiva, poi un Suv» ha detto il numero uno dei marchi premium del Gruppo italo-americano (oltre all’Alfa Romeo, Bigland guida anche Maserati) negli incontri avuti con la stampa, prima al Salone di Los Angeles, poi a Sainkt Moritz (dove si sono svolti i primi test su strada) e infine al Salone di Ginevra.

«Questo – ha aggiunto il manager canadese - è un altro passo avanti verso il rinascimento dell’Alfa, con Stelvio siamo certi di avere in mano un’altra arma vincente dopo la Giulia». Già, la Giulia. Come ha rivelato lo stesso progettista Fedeli, la berlina sportiva del Biscione (la prima a trazione posteriore, dopo anni di “tuttavanti”) è in pratica la base di partenza su cui si è lavorato per realizzare il Suv. In comune le due auto hanno il telaio e molti particolari, l’impiego massiccio di materiali come l’alluminio (il peso supera di poco i 1600 kg), oltre al family feeling stilistico incentrato sulla riconoscibilità del frontale a trilobo e su una linea muscolosa quanto curata nello stile e nell’aerodinamica (il Cx sta un pelo sotto 0,30). Della Giulia, la Stelvio conserva anche il motivo degli sbalzi anteriori cortissimi, il passo più lungo della categoria (2828 mm), a tutto vantaggio dell’abitabilità (si sta comodi anche in cinque), mentre si distingue nettamente per la maggiore altezza e le carreggiate allargate (+54 mm davanti, +29 dietro). Ovviamente è più grande anche il vano bagagli (525 litri), impreziosito dal sistema di apertura/chiusura automatica del portellone.

Al lancio sul mercato di fine febbraio il primo Suv Alfa è stato proposto soltanto con i propulsori 2.0 Turbo benzina da 280 cv/400 Nm e 2.2 turbodiesel da 210 cv/470 Nm, entrambi con cambio automatico a 8 marce e trazione integrale Q4. In un secondo momento, ovvero a partire dal 4 aprile, sono arrivati anche il 2.2 Turbodiesel da 180 cv/450 Nm, sempre con cambio automatico a 8 marce, ma con la sola trazione posteriore, e il 2.0 Turbo benzina da 200 cv/330 Nm, in questo caso con trazione integrale Q4. Con l’introduzione di queste motorizzazioni, la gamma Stelvio parte da 47.300 euro, mentre al top dell’offerta andrà a collocarsi, a fine anno, la versione Quadrifoglio da 90.000 euro: un vero e proprio supersuv ad altissime prestazioni grazie al motore V6 2,9 litri da 510 cv e 600 Nm progettato in comune con Ferrari.

Per il resto, i motori della Stelvio appartengono a una nuova generazione di propulsori a quattro cilindri, interamente in alluminio, e sono prodotti negli stabilimenti di Termoli (benzina) e Pratola Serra (gasolio), mentre l’assemblaggio finale avviene nella fabbrica di Cassino, dove sono stati investiti 1,3 miliardi di euro per l’ammodernamento. Qui l’auto viene finita (assieme alla Giulia) per essere poi destinata ai mercati dell’area EMEA (Europa, Africa, Medio Oriente), agli Usa e, presto, anche in altre destinazioni.
Contenuti elevati

Contestualmente al lancio dei due nuovi propulsori, la gamma di Stelvio si è arricchita di altri contenuti importanti: il raffinato interno color cioccolato in alternativa a quello sportivo che include inserti in alluminio, ambiente nero, volante in pelle e sedili avvolgenti riscaldati ad alto contenimento, con rivestimento in pelle, regolazione elettrica a sei vie e fianchetti regolabili elettricamente.

Gli interni sono di buon livello, il clima bizona è apprezzabile, così come l’impianto audio con otto, dieci o addirittura 14 altoparlanti. Per l’assistenza alla guida non mancano i sensori di parcheggio, la telecamera di manovra, l’avvisatore di cambio corsia, la copertura dell’angolo cieco, la frenata automatica. Ma per apprezzare appieno la Stelvio bisogna guidarla: per la prima volta nella storia di questi veicoli grandi e grossi come i Suv s’è raggiunto un piacere di guida pari a quello delle auto sportive. La strada è quella tracciata da Porsche con Macan, ma le rivali più o meno dirette della Stelvio sono anche Audi Q5, BMW X3 e Jaguar F-Pace, tutte di dimensioni simili (attorno ai 4,60/4,70 metri) e con contenuti di classe premium. Gran bella sfida, non c’è che dire.
 


 

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Giovedì 13 Luglio 2017 - Ultimo aggiornamento: 14-07-2017 13:01 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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2 di 2 commenti presenti
2017-07-13 19:38:29
Da quel di che Audi, BMW,Mercedes,Range Rover ecc. Sono arrivati in cima allo "Stelvio" !!!!
2017-07-14 06:00:33
Una Giulia mi è capitato di vederla ma di Stelvio a Roma neanche l'ombra