La Jeep Grand Cherokee in versione Trailhawk

Grand Cherokee cala il tris, Jeep rinnova il modello al vertice della sua gamma

di Mattia Eccheli
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FRANCOFORTE - Tre volte estremo: nella classe, nelle prestazioni e nel fuoristrada. Per questo in Fiat Chrysler Automobiles lo chiamano il “re dei Suv”. Jeep Grand Cherokee ha venticinque anni (l’esordio risale al 1992) e continua ad essere giovane ed ambizioso anche con la quarta generazione, della quale il model year 2017 costituisce un aggiornamento. Con cinque milioni e mezzo di unità vendute e cento mercati conquistati, all’ammiraglia della casa delle Sette Feritoie ben poco è precluso. Anche perché lo scorso anno Jeep ha inanellato il quinto record consecutivo di vendite (1,4 milioni di veicoli consegnati) cui l’Italia ha contribuito con oltre 40.000 esemplari, pari ad un altro +35% dopo l’esplosione dei volumi del 2015. I 105.000 pezzi (+19) commercializzati nel Vecchio Continente sono la base che confermano Jeep (18 milioni di veicoli commercializzati in 75 anni) e Grand Cherokee nell’ambito segmento premium.
 

 

Non a caso il restyling, che include anche una rivisitazione estetica che per alcune varianti è esclusiva, serve soprattutto per completare e arricchire la gamma articolata su sei allestimenti (la Laredo equipaggiata con il solo turbodiesel da 3.0 litri e 190 cavalli è quella d’ingresso, a partire da 57.200 euro, cioè lo stesso prezzo del 2016) e quattro motorizzazioni, tutte abbinate alla trasmissione automatica a 8 marce ZF. Con la rivista versione Summit, il Suv è estremo nella classe. Con la variante SRT (91.200 euro) è estremo nelle prestazioni. E con la nuova proposta Trailhawk, che estende a Grand Cherokee la tecnologia più adatta all’offroad già offerta su Renegade e Cherokee, è estremo nella capacità di affrontare fondi “impossibili”.

Grand Cherokee Summit offre praticamente tutto quello che chi viaggia molto può desiderare, sospensioni pneumatiche regolabili incluse. È spazioso, anche per chi occupa il divano posteriore, e ben insonorizzato: una caratteristica non indifferente considerata la “mole”, che incide anche sul peso (non meno di 2.400 chilogrammi). È la versione per chi ama comodità e comfort con dotazioni ed accessori che Jeep vuole sfruttare per “coccolare” i potenziali clienti, anche delle flotte. Il top della gamma si differenzia per i nuovi cerchi in lega esclusivi da 20 pollici ed alcuni interventi sul fascione anteriore, sulla griglia frontale e sui fari fendinebbia a Led.

Sono di serie tecnologie come l’indicazione del cambio corsia, l’assistenza al parcheggio perpendicolare e parallelo, il Trailer Hitch Camera View ed il Forward Collision Warning con la funzione che attua la frenata d’emergenza in maniera automatica e l’impianto audio surround Harman Kardon con 19 altoparlanti. Con il motore diesel da 3.0 litri da 250 cavalli, il prezzo è di 77.200 euro. È a listino anche con i motori benzina da 3.6 litri e 286 cavalli e da 5.7 litri e 352 cavalli.

Sulle autostrade tedesche ci si può ancora concedere il lusso di dare gas: lo spunto della versione SRT (4,846 metri di lunghezza, 25 millimetri in più degli altri allestimenti) è bruciante (da 0 a 100 km/h in 5 secondi), accompagnato da un sound adeguato. La velocità massima raggiunge i 257 chilometri orari grazie all’unità V8 benzina da 6.4 litri da 488 cavalli con 624 Nm di coppia. I consumi, attorno ai sette chilometri e mezzo per litro, spiegano perché sia la Jeep di serie con le migliori prestazioni della storia. La spinta si lascia apprezzare anche in salita ed a pieno carico, ma il brivido puro della velocità è sui rettilinei.

Con un’altezza da terra di 27,4 centimetri, la versione Trailhawk, che sul cofano esibisce una vistosa decalcomania antiriflesso, è palesemente un modello per il fuoristrada, anche grazie alle sue protezioni disegnate in modo da migliorare gli angoli di attacco e uscita, quasi 30 e poco meno di 23 gradi, gli esclusivi pneumatici per il fuoristrada Goodyear Adventure con rinforzo in kevlar oltre alle funzioni Quadra-Trac II e Quadra-Drive II che condivide peraltro con Summit ed Overland.

Dell’equipaggiamento standard fa parte il sistema Uconnect touchscreen da 8,4 pollici con navigatore e funzionalità “Off-road pages” aggiornata per monitorare l’articolazione delle ruote. Questo allestimento, così come le varianti Limited ed Overland, è disponibile con il solo turbodiesel Multijet da 3.0 litri e 250 cavalli con consumi di 7 litri per 100 chilometri nel ciclo combinato. Nemmeno neve, ghiaccio e ostacoli naturali e artificiali fermano il re dei Suv, che si rivela affidabile e docile da “addomesticare” malgrado la natura selvaggia, anche della tenuta tedesca di Hofgut Mappen, dove si svolge una parte del test drive. È poco distante da Francoforte ed a due passi dall’abbazia di Eberbach, dove poco più di vent’anni fa vennero girate le scene al chiuso del film tratto dal romanzo di Umberto Eco “Il nome della rosa”.
 

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Sabato 11 Febbraio 2017 - Ultimo aggiornamento: 13-02-2017 13:58 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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