La Golf 7, in primo piano, è ancora coperta dal velo, dietro le sei generazioni precedenti

Volkswagen Golf, settima generazione:
in anteprima tutti i segreti della Regina

di Giorgio Ursicino
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WOLFSBURG - Il conto alla rovescia è agli sgoccioli, martedì 4 settembre a Berlino, con uno show che non si dimenticherà facilmente, la Volkswagen svelerà al mondo la settima generazione di Golf. Per tutti è un evento epocale. Per gli uomini del gigante tedesco, che negli ultimi anni hanno lavorato con determinazione per spostare ancora una volta in avanti i parametri del mondo dell’auto, e per la concorrenza che teme la Golf più di ogni altra cosa e la considera sempre un punto di riferimento assoluto.

Una storia gloriosa.
La Golf è la Golf, la regina del mercato europeo dal lontano 1974 quando, per sostituire il mitico Maggiolino, arrivò sulla scena la prima generazione disegnata da Giugiaro. Ma anche una protagonista dello scenario globale, un modello venduto ed apprezzato in tutti i continenti che, meglio di ogni altro, rappresenta i valori e la forza del brand e dell’intero gruppo Volkswagen. Il fiore all’occhiello della corazzata, un’auto con un design senza tempo, coerente con se stessa e con la propria tradizione, che non teme nemmeno un po’ di essere accusata di cambiare troppo poco.

Design senza tempo.
Se l’estetica è l’abile evoluzione di un concetto vincente, un’opera che non fulmina ma sicuramente resta attuale, sotto il vestito Golf ha sempre fatto delle rivoluzioni e questa volta il balzo in avanti (o il salto in alto se preferite) è ancora più grande dei precedenti che pur hanno lasciato il segno tanto che ogni Golf è andata in pensione consegnando all’erede lo scettro del comando. Gli ingegneri della Volkswagen erano così consapevoli della forza della settima generazione che ne parlavano già al lancio della sesta: «Questo è il massimo attualmente in circolazione, ma la prossima vi sorprenderà ancora di più».

La perfezione dei dettagli.
La full immersion in anteprima nella storica fabbrica di Wolfsburg, dove fu prodotto il Maggiolino, dove sono nate tutte Golf e dove c’è il quartier generale del gigante guidato da Martin Winterkorn, conferma che le rivali attualmente in pole position rischiano di invecchiare rapidamente. Golf 7, che si propone come stella del prossimo salone di Parigi, si è presentata con la carrozzeria rigorosamente coperta, ma per il resto ha svelato tutti i suoi segreti: abitacolo, plancia (veramente molto bella), dimensioni, motori, pianale, scocca, tecnologia costruttiva (mai vista in precedenza), sistemi di bordo e dispositivi di aiuto alla guida che esaltano i livelli di sicurezza.

Un pianale rivoluzionario.
Sulla Golf 7 fa il suo esordio sul marchio VW il «pianale modulare trasversale» (MQB), la piattaforma super versatile progettata proprio dagli ingegneri di Wolfsburg (quella più grande è affidata alle abili cure dei cugini di Ingolstadt) che ha già offerto la sua sofisticata base alla nuova Audi A3 ed ora mostrerà le sue doti su un modello di produzione decisamente più elevata. Questo pianale, equipaggiato con motori trasversali, ha una grande elasticità poiché vanta come «parte fissa» solo quella che dal montante anteriore (dove c’è la plancia) arriva all’avantreno, il resto può essere variato (sbalzi, passo, etc.) per meglio rispondere alle esigenze dei vari modelli.

Un grande investimento.
Prima di passare a descrivere le caratteristiche e i dettagli della vettura, merita un approfondimento l’approccio progettuale che è poi la ricetta della rivoluzione. Oltre a poter sfruttare il pianale MQB che (si dice) potrebbe essere utilizzato per produrre quattro milioni di vetture l’anno per i vari marchi del Gruppo (quindi frutto di un investimento mostruoso che resta segretissimo) i tecnici di Wolfsburg hanno deciso di puntare tutto sulla leggerezza e sulla cura dei dettagli. A parità di robustezza, il peso in più è solo un problema: penalizza le prestazioni, i consumi, le emissioni e anche la sicurezza. Così è partita la drastica cura dimagrante che alla fine ha consentito di risparmiare cento chili. «Visto che il propulsore 1.2 TSI ne pesa 112, è come se avessimo tolto il motore dalla macchina» sottolineano con un filo di orgoglio gli uomini di Wolfsburg.

Lotta al peso inutile.
Per ottenere un risultato tanto importante nulla è stato lasciato al caso, sono state spese ore ed ore di progettazione per limare anche qualche gramo, prestando grande attenzione a non penalizzare qualità, affidabilità e durata. Tre chili sono stati risparmiati sull’impianto elettrico (mica facile si tratta di fili...), appena 400 grammi sulla plancia che è di un livello così alto che di più non si poteva fare. Dal motore benzina sono stati tirati via 22 chili, sostituendo il basamento in ghisa grigia con uno in alluminio, ma si è riusciti a recuperare 2.700 grammi anche dal modulo del climatizzatore che, chiaramente, è anche più silenzioso e ha una portata d’aria maggiore.

Progettazione e tecniche rivoluzionarie.
Dalla scocca sono stati tirati via 23 chili nonostante la nuova sia più rigida e più lunga. Tre le armi per raggiungere l’obiettivo: geometrie delle nervature ottimizzate, acciai alto resitenziali e, soprattutto, l’estensione della tecnica produttiva di lavorazione a caldo che era già stata introdotte per parti limitate sulla Golf 6. Con questa tecnologia la carrozzeria della Golf 7 pesa meno di 250 chili, 22 in meno della concorrente più leggera.

Più grande e dinamica.
La Golf 7 è più lunga (56 mm, arriva a 425,5 cm), più larga, più bassa (28 mm) ed ha un passo più generoso (59 mm) rispetto alla 6, ha una sezione frontale più raccolta ed un cx migliore, quindi si infila nell’aria con più facilità e, insieme alla riduzione del peso, consente di consumare meno (fino al 23%). Secondo gli uomini di Wolfsburg, con le Golf vendute in Europa in un anno (non lo dicono, ma di solito sono fra le 400 e le 500 mila) si risparmieranno 119 mila tonnellate di CO2, il 13,9%.

Abitacolo di lusso.
Nell’abitacolo la sensazione immediata è quella di essere a bordo di un’auto di classe superiore. Di qualità i materiali, maniacali le finiture, piacevole il design. Lo spazio per i passeggeri è più grande e il bagagliaio ha una capacità di carico aumentata di 30 litri (ora arriva a 380). La leva del cambio è più alta di due centimetri, fra il pedale del freno e quello dell’acceleratore la distanza è stata aumentata di 1,6 cm, la mancanza della leva del freno a mano aumenta lo spazio a disposizione. La parte centrale della plancia è orientata verso il driver, la grafica della strumentazione è semplice e chiara per no distrarre, l’illuminazione interna discreta e molto visibile.

Informazione e intrattenimento.
All’avanguardia anche questi dispositivi. Si può scegliere fra 6, il primo è di serie su tutte, il display top funziona come quello Apple, quindi si sfoglia, si scorre, ha la funzione zoom e si accorge se si avvicina la mano di qualcuno passando dalla funzione visualizzazione a quella comando. Il Volkswagen Group ha deciso di raggruppare lo sviluppo di tutti i dispositivi di infointrattenimento affidando quelli di prima fascia alla Skoda, quelli medi alla Volkswagen e quelli top all’Audi. I sei di Golf sono tre di primo livello (schermo da 5 pollici), due medi (display 5,8 pollici) e uno top (schermo da 8 pollici). Per tre anni possono essere aggiornate le cartine di navigazione, c’è una memoria flash da 64 GB per avere a disposizione tutto il proprio archivio musicale e c’è la possibilità di vedere i DVD. L’antenna della radio può essre utilizzata anche dal telefonino, migliorando la ricezione e riducendo il consumo della batteria.

Assistenza alla guida.
Golf 7 ha lo sterzo progressivo, frena da sola in città, mantiene la carreggiata senza bisogno di avvicinarsi alla linea per la correzione, ha il sistema di frenata che riduce automaticamente le conseguenze delle collisioni multiple, sa leggere i segnali, regola automaticamente i fari se incontra altri veicoli, sa parcheggiare da sola (gli bastano 80 centimetri più della sua lunghezza) sia longitudinalmente che trasversalmente, si accorge se siete stanchi, più un’infinità di altre diavolerie che la rendono, ancora una volta, unica (fra queste la disattivazione dei cilindri, il freno a mano elettrico e le luci fendinebbia a Led).

Grande amore per l’ambiente.
La Golf 7 TDI, nonostante le dimensioni e l’importanza dell’auto, scende sotto i 100 grammi/chilometro di CO2, ma la versione BlueMotion raggiunge l’incredibile valore di 85 grammi, un risultato che fa invidia a diverse vetture ibride che hanno la possibilità di recuperare energia. La produzione della Golf 7, che sarà svelata a Berlino e poi esposta al motor show francese a fine settembre (sulle strade italiane dovrebbe arrivare all’inizio del 2013), è già partita nello storico impianto di Wolfsburg e in quello di Zwickau (la cinque porte con motore benzina), entrambi in Germania. In seguito partirà la produzione anche della versione elettrica.

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Sabato 25 Agosto 2012 - Ultimo aggiornamento: 02-09-2012 21:22 | © RIPRODUZIONE RISERVATA