E' efficace il nuovo regime di super ammortamento del 140% introdotto nella legge di stabilità 2016 per i beni strumentali aziendali, che riguarda dunque anche i veicoli commerciali e industriali, le flotte aziendali, il lease e noleggio.

Auto aziendali, il fisco spinge i veicoli da lavoro: le detrazioni alimentano le vendite

di Oscar Giannino
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ROMA - Il primo trimestre nel mercato dell'auto e veicoli commerciali italiani ha registrato tre incoraggianti trend. La crescita italiana si conferma nella parte alta dell'andamento europeo. Il nuovo regime fiscale previsto nel 2016 per i veicoli strumentali delle aziende sta funzionando alla grande. E l'effetto si vede e si vedrà, sia nel lease e noleggio che nei veicoli commerciali e industriali. Conclusione: se vogliamo che l'effetto si consolidi, occhio cara politica che devi immaginare misure fiscali strutturali e permanenti, non regimi di vantaggio a tempo che poi cessano gli effetti e ci fanno tornare al segno negativo.
Partiamo dall'auto in generale.

Nel primo quarto 2016, in Italia le immatricolazioni sono salite del 20,8% sul primo trimestre 2015, rispetto a una media del +8% dei paesi Ue ed Efta, al +4.5% della Germania, +5,1% del Regno Unito, +6,9% della Spagna e +8,2% della Francia. Se il 2015 si è chiuso con 1,57 milioni di vetture immatricolate in Italia (il livello del 1984), a questi tassi di crescita si può stimare un 2016 tra 1,8 e 1,9 milioni di unità, riguadagnando quote analoghe a quelle del 2010.
Come abbiamo più volte ripetuto, lo svantaggioso regime fiscale italiano negli anni ha costituito un freno potente allo sviluppo del mercato aziendale dell'auto, rispetto a quello delle famiglie. A fine 2015 le famiglie pesavano per il 63.9% degli acquisti in Italia rispetto al 36,1% delle società. All'estero è più o meno l'esatto opposto.


La ragione era il fisco. Fino all'anno scorso il trattamento fiscale delle auto aziendali in Italia vedeva una deducibilità complessiva con tetto di poco superiore a 23mila euro rispetto alla deducibilità illimitata in Germania e Spagna; una quota ammortizzabile del costo ferma da noi al 20% (e con tetto comunque di poco superiore a 5mila euro) rispetto al 100% di Francia, Regno Unito, Germania e Spagna; e una detraibilità Iva al 40% rispetto al 100% in Germania e Spagna.


È dunque stato molto opportuno, il nuovo regime di super ammortamento del 140% introdotto nella legge di stabilità 2016 per i beni strumentali aziendali, che riguarda dunque anche i veicoli commerciali e industriali, le flotte aziendali, il lease e noleggio. Con l'applicazione del bonus, tanto per avere un'idea, sui veicoli dati in uso promiscuo ai dipendenti per la maggior parte del periodo d'imposta e acquistati dal 15 ottobre 2015 al 31 dicembre 2016 viene di fatto - sommando le diverse componenti - quasi ripristinata l'intera deducibilità dei costi sostenuti e ai fini tributari non rilevano gli ammortamenti civilistici effettuati in maniera inferiore a quelli fiscali consentiti. Nel caso di flotte aziendali come il noleggio a lungo termine, il beneficio è concesso alle società concedenti. Mentre per le singole auto in leasing resta nel calcolo del beneficio il riferimento alle vecchie soglie base (18mila euro) e all'intero periodo - 48 mesi - di ammortamento del veicolo.


Gli effetti positivi già si manifestano. Nel primo trimestre 2016 i veicoli commerciali inferiori alle 3,5 tonnellate immatricolati in Italia sono aumentati del 30,7% rispetto all'analogo trimestre 2015, e a questo ritmo dai 135mila complessivi del 2015 si può puntare oltre quota 160mila nel 2016. Mentre i veicoli industriali superiori alle 3,5 tonnellate aumentano del 33,4%, il che fa pensare che dai 15mila del 2015 toccheremo nel 2016 una quota tra 18 e 19mila unità. Per il canale di acquisto del noleggio e delle società, a questi ritmi di miglioramento delle immatricolazioni, non è ottimistico pensare che gli effetti saranno anch'essi molto positivi. Nel 2015, dei 31 miliardi complessivi di fatturato da immatricolazioni auto, il noleggio ha superato per la prima volta le società con 6,2 miliardi rispetto a 6: entrambi i settori dovrebbero agevolmente superare i 7 miliardi nel 2016, e il noleggio ulteriormente accrescere il proprio vantaggio.


Non è presto per porre dunque al governo un nuovo quesito. Come evitare che nel 2017 avremo un effetto negativo, rispetto al superammortamento attuale che è benefico, ma che vale solo fino al termine del 2016? La cosa migliore non è un nuovo bonus a tempo: ma un regime fiscale strutturalmente allineato alle migliori prassi europee e che sia stabile nel tempo, non dipendente dai saldi pubblici finali di ogni anno e dalla discrezionale valutazione che un governo o l'atro facciano dell'automotive sulla crescita complessiva italiana. Una cosa dovrebbe essere risultata chiara a tutti, in questi anni di crisi. Chi pensava che l'auto fosse tramontata come driver di sviluppo, tecnologia e occupazione, aveva del tutto sbagliato i conti.
 

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Giovedì 28 Aprile 2016 - Ultimo aggiornamento: 20:43 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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