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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino

I cinesi di Great Wall indecisi su Fca: ora frenano

Si chiarisce la situazione intorno a Fca, ma il titolo non perde i consistenti guadagni dei giorni scorsi e, dopo essere stato anche in territorio negativo, chiude con un promettente +0,2% a Piazza Affari. A togliere la confusione dal tavolo è stata Great Wall Motors che in realtà l’aveva generata con una serie di dichiarazioni e di interventi spesso in contraddizione fra loro. Anche per questo le contrattazioni dell’azione GWM erano state sospese sia alla borsa di Hong Kong che a quella di Shanghai in attesa di un «chiarimento». I vertici dell’azienda orientale sono così usciti allo scoperto con un documento che non è più in rotta di collisione con la posizione Fiat Chrysler che aveva puntualizzato di «non essere stata approcciata da Great Wall né per Jeep né per altri business del gruppo italo-americano».

In sostanza la nota di GWM conferma l’interesse per Fca, ma ammette candidamente che finora sono stati fatti solo studi e riflessioni interne e non ci sono state offerte o trattative con l’azienda guidata da Sergio Marchionne: «La società ha posto attenzione e ha condotto una valutazione su Fca, ma finora non vi è stato alcun progresso concreto. Non vi è assolutamente certezza se il gruppo procederà con un tale progetto che non deve danneggiare i risultati finanziari. Inoltre il gruppo non ha avviato rapporti con il vertice di Fca nè finora ha siglato accordi». In sostanza è emerso quello che sembrava: ai cinesi potrebbe interessare Fca (e perché no?), ma allo stato attuale non esiste alcuna trattativa e non è affatto certo che ci sarà in futuro in quanto l’operazione è finanziariamente impegnativa per un gruppo che vende appena un milione di veicoli l’anno, soprattutto in patria.

In realtà il sasso nello stagno lanciato da Automotive News, che per primo ha riportato l’agitarsi un po’ scomposto di GWM, è stata una manna di Ferragosto per Sergio Marchionne ed Fca poiché ha puntato i riflettori sul valore del gruppo Torino-Auburn Hills che, come sostengono da tempo tutti i principali analisti, sarebbe sottostimato. Visto l’interesse per Jeep è emerso che il mitico marchio di off road vale molto di più di quanto capitalizza l’intera Fca (+132% secondo Morgan Stanley) e potrebbe raggiungere un valore di 23 miliardi rispetto ai 17,63 attuali di Fca. I mercati hanno preso visione che se non riconosceranno più valore al titolo del gruppo olandese controllato da Exor, Marchionne potrebbe cercarlo come ha fatto in passato con gli spin off prima di Cnh (ieri +1,4%) e poi di Ferrari (ieri +3%).

Potrebbero essere facilmente scorporate incassando più di qualche miliardo sia Magneti Marelli che Comau che non fanno parte del perimetro più ristretto di un’azienda automotive, ma molto più valore potrebbe essere estratto dallo spin off di Jeep, Ram e di Alfa-Maserati. Certo, poi ci sarebbero maggiori difficoltà a gestire quello che rimane (Chryser, Fiat, Dodge), ma i valore estratto potrebbe essere enorme. Ieri il titolo Ferrari, fino a poco più di un anno e mezzo fa in pancia ad Fca, ha toccato il massimo storico di 98 euro (anche sotto la spinta del rinnovo del contratto in F1 di Raikkonen) per una capitalizzazione di 18,4 miliardi di euro. Chi ha comprato azioni Fiat Chrysler prima dello scorporo in venti mesi ha visto quasi raddoppiare il capitale investito.

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Giovedì 24 Agosto 2017 - Ultimo aggiornamento: 11:48 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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