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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino

Mueller, il ceo di Wolfsburg presenta la nuova Volkswagen

«La corsa ai record è momentaneamente interrotta, il 2016 sarà un anno di transizione in cui dovremo ancora gestire le conseguenze del caso emissioni. Ma stiamo anche gettando le basi di una nuova Volkswagen: sono sicuro che torneremo più forti e migliori di prima». Matthias Mueller, il ceo del gruppo di Wolfsburg illustra la situazione della più grande azienda europea nel tradizionale incontro annuale del board con i media e gli analisti.

Un board molto diverso da quello di dodici mesi fa. L’ad analizza i risultati finanziari, spiega il primo segno negativo dopo oltre venti anni: «Stiamo affrontando un periodo complesso, ma la nostra situazione finanziaria è solida, il business continua a funzionare. Nel primo trimestre di quest’anno abbiamo aumentato le vendite rispetto allo scorso anno e anche nell’intero 2015, al netto degli accantonamenti straordinari, le cose sono andate molto bene. È cresciuto il fatturato a 213 miliardi, aumentata la liquidità a 24,5 miliardi e anche il risultato operativo di 12,8% miliardi è stato migliore prima dell’accantonamento straordinario di 16,9 miliardi. Di questi, 16,2 li abbiamo resi disponibili per gestire il caso emissioni».

Il numero uno operativo di Wolfsburg ha spiegato che 7,8 miliardi servono per i richiami, le modifiche, gli indennizzi e gli eventuali costi di riacquisto in America, 7 miliardi per far fronte ai rischi legali. «Basteranno? - prosegue Mueller - abbiamo inserito tutto il prevedibile in base alle nostre migliori informazioni e conoscenze, il resto si vedrà. I risultati del primo trimestre che divulgheremo il 31 maggio sono soddisfacenti, quest’anno torneremo all’utile nonostante abbiamo previsto una leggera contrazione dei ricavi». il 22 giugno si riunirà l’assemblea degli azionisti, ma è escluss l’ipotesi di un aumento di capitale quella della cessione di qualsiasi brand ed è stato sottolineato che non sono state utilizzate le ingenti linee di credito disponibili.

L’ad parla delle situazione dei richiami in Europa e di quella in America che sono profondamente diverse: «Il nostro obiettivo resta quello di sistemare le vetture dei clienti il più rapidamente possibile, in Europa pensavamo di farlo entro l’anno, ma non dipende solo da noi. I modelli sono tanti e diversi fra loro e la Kba deve approvare le varie modifiche al software. Le vetture, in ogni caso, non subiranno penalizzazioni delle prestazioni e non perderanno valore residuo. Di cosa accadrà negli Stati Uniti ci siamo impegnati a non parlare, abbiamo raggiunto un’intesa di principio, ma le trattative vanno avanti. Il mio viaggio di gennaio in America è stato definito disastroso, invece abbiamo gettato le basi per un buon dialogo. È vero, nei giorni scorsi ho visto ad Hannover il presidente Obama, abbiamo parlato per qualche minuto e non certo dei dettagli del problema. Mi sono scusato con lui dell’accaduto, l’ho ringraziato per la disponibilità delle autorità Usa a trovare delle soluzioni e gli ho ricordato che ho la responsabilità di oltre 610 mila dipendenti. E speriamo che l’America ci getti un ponte».

Degli Usa ha parlato anche Herbert Diess, il responsabile del brand Volkswagen, quello più esposto: «Certo non ora, ma siamo molto fiduciosi delle nostre prospettive negli Stati Uniti. C’è una fascia molto ampia di utenti che può acquistare vetture come le nostre subito sotto l’area premium. Nei prossimi tre anni rinnoveremo completamente la nostra gamma ed avremo molti più Suv. In Cina e in Europa siamo già forti, il Nord America è la region dove possiamo crescere maggiormente».

Mueller conclude parlando del cambiamento: «Non dipende certo solo da questo, ma quanto accaduto ha velocizzato la nostra riorganizzazione, siamo sulla buona strada e presto vedrete il piano 2025. Il nostro gruppo sarà più efficiente e più veloce, più democratico e coraggioso, più tecnologico e sostenibile. Il processo decisionale sarà meno centralizzato, avranno più autonomia i marchi e le region, non passerà tutto per il board e il ceo. Sappiamo di essere bravi, ma non vogliamo fare tutto da soli, siamo pronti a collaborare con altri. Continuiamo a credere nel diesel, ma il futuro sarà dell’auto elettrica e che si guiderà da sola, sempre connessa: su tutti questi temi ci impegneremo a fondo per giocare un ruolo chiave nella mobilità del futuro. Con chi stiamo dialogando? Non lo posso dire, ma escludete Apple e Google». Con quest’ultima sembra invece stia trattando da mesi Fca per realizzare una partnership tecnica.

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Sabato 30 Aprile 2016 - Ultimo aggiornamento: 19:39 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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