La nuova generazione di Audi TT esposta al salone di Ginevra

Audi, un 2013 record: entro il 2020
investimenti per 22 miliardi e 60 modelli

di Giampiero Bottino
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INGOLSTADT - Di fronte a 1.575.480 automobili vendute, ricavi per 49,880 miliardi di euro, 5 miliardi di profitto operativo e un Ros (ritorno sulle vendite) del 10,1%, ancora una volta al di sopra del target strategico compreso in un corridoio tra l'8 e il 10%, non si può dare torto a Rupert Stadler, presidente Audi, che nel corso della conferenza annuale di bilancio del gruppo dei quattro anelli ha definito «straordinario» il 2013 grazie anche ai risultati ottenuti dagli altri marchi che ne fanno parte, con Lamborghini passata da 2.083 a 2.127 unità consegnate, stabilendo il terzo record annuale consecutivo, mentre la 44.200 Ducati segnano un evidente miglioramento rispetto al 2012, pur in un mercato motociclistico molto difficile. Un successo che, come da contratto, si traduce per i dipendenti - 73.751 a fine 2013 - un bonus medio di 6.900 a testa a titolo di condivisione dei profitti.

A scandire la marcia trionfale non ci sono però solamente note positive. Se rispetto all'anno precedente i ricavi sono cresciuti del 2,3% e le vendite dell'8,3, i risultati finanziari hanno registrato un andamento di segno opposto, con profitti in calo (-6,2% quello operativo, -10,5 quello prima delle tasse a 5,323 miliardi e - 7,7% a 4,014 miliardi quello dopo le tasse) rispetto al bilancio 2012.

Sono risultati che il responsabile finanziario Axel Strobtek ha attribuito alla concomitanza di diversi fattori, come la competizione esasperata in alcuni mercati chiave che ha determinato una forte pressione sui prezzi («Ma noi non intendiamo partecipare alla guerra degli sconti»), piuttosto che gli onerosi investimenti - 3,5 miliardi - sostenuti sviluppare nuovi prodotti e tecnologie, nonché per per potenziare la fabbrica di Györ in Ungheria e costruire quella messicana di San José Chiapa dove dal 2016 verrà prodotta la nuova generazione della Q5.

Un impegno finanziario ingente, che ha pesato sui conti ma è finalizzato a mettere la casa di Ingolstadt in condizioni di affrontare nelle migliori condizioni possibili le grandi sfide che il mondo dell'auto dovrà fronteggiare, e che nel caso di Audi possono trovare una sintesi significativa nell'obiettivo indicato per il 2020: tagliare il traguardo dei 2 milioni di vendite annue. A diminuire il profitto operativo ha inciso anche il mix di prodotto che si è spostato verso il basso, soprattutto in Europa dove la domanda ha risentito della crisi del debito sovrano. A dare l'impulso più significativo all'impennata delle vendite è stata la famiglia dei Suv, ma ancor più la rinnovata gamma A3, rinvigorita dall'arrivo di varianti di carrozzeria come la Sportback e la Sedan 3 volumi, molto importante su alcuni mercati tra cui molti di quelli che in questo momento tirano di più.

La frenata finanziaria non rallenta comunque la corsa dei quattro anelli, che continua nel segno dell'innovazione e dell'ampliamento della gamma per soddisfare un sempre più ampio e articolato ventaglio di esigenze. Le 15 novità (derivati compresi) portate sul mercato nel 2012 sono destinate a essere superate dalle 17 previste quest'anno, tra cui la nuova TT presentata a Ginevra che con il suo Virtual Cockpit sembra destinata a rivoluzionare la tecnologia della strumentazione di bordo.

Non si tratta che di una tappa verso un orizzonte più lontano, scandito dal maxi investimento di 22 miliardi di euro previsto entro il 2018 per aumentare la capacità produttiva (in Brasile nascerà la seconda fabbrica nelle Americhe), sviluppare nuovi prodotti destinati entro il 2020 ad ampliare la gamma a 60 modelli dai 50 attuali e sviluppare nuove tecnologie finalizzate anche al miglioramento dell'efficienza, che per Audi rappresenta una priorità assoluta anche per dare un fattivo contributo alla road map ecologica dell'intero gruppo VW, che si è dato l'obiettivo di arrivare entro il 2020 a emissioni medie di flotta di 95 g/km di CO2.

Un traguardo al quale la Casa degli anelli sta già concorrendo, visto che entro il 2016 arriverà a ridurre di un quarto rispetto al 2008 le emissioni medie delle vetture di nuova produzione. Un traguardo perseguito attraverso l'ottimizzazione energetica di tutti i componenti, il miglioramento dell'efficienza dei propulsori convenzionali e l'adozione di propulsioni alternative come l'ibrido plug-in, il metano, l'elettrico puro e, in prospettiva più lontana, le fuel cell. Per evidenziare questo impegno è stata creata l'etichetta «ultra» destinata a contrassegnare i modelli che in ciascuna famiglia di prodotti vantano il più basso impatto ambientale. Le 13 Audi ultra oggi a listino vantano tutte consumi inferiori ai 5 litri per 100 km e motori in regola con le normative Euro 6.

A confortare la attese positive attribuite da Stadler al 2014 hanno concorso i risultati del primo bimestre, che con 242.400 auto consegnate hanno registrato una crescita del 9,3% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Un ottimo viatico per i traguardi indicati dal top manager: migliorare le vendite in tutte le aree, Europa compresa e con l'obiettivo di superare - primo costruttore premium - il mezzo milione di consegne in Cina; superare il muro dei 50 miliardi di euro di fatturato; mantenere il Ros all'interno del già citato corridoio compreso tra l'8 e il 10%, continuare sulla rotta di un successo sostenibile nel lungo termine.

Sono programmi che presentano non poche implicazioni a livello occupazionale: solo in Germania nel 2014 saranno assunti 1.500 addetti, oltre a 750 giovani con contratto di apprendistato. Senza contare le assunzione in Messico: mille quest'anno, destinate a regime a diventare 3.800. Numeri che fanno seguito alle 6.400 assunzioni perfezionate l'anno scorso e in buona parte localizzate nei siti tedeschi di Ingolstadt e Neckarsulm , che hanno assorbito globalmente 3.000 addetti, tra i quali 750 apprendisti.

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Giovedì 20 Marzo 2014 - Ultimo aggiornamento: 21-03-2014 00:57 | © RIPRODUZIONE RISERVATA