Marchionne e Montezemolo a Maranello

Montezemolo: «Oggi finisce un ciclo
se ne apre uno altrettanto importante»

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MARANELLO - «Si apre fase nuova per la Ferrari, giusto Marchionne alla guida», è stato il primo commento di Montezemolo all'annuncio delle sue dimissioni.
Dal museo Ferrari a Maranello, durante la conferenza stampa di Sergio Marchionne e Luca di Montezemolo, il senso è chiaramente quello del ricambio.

«Sono orgoglioso di uscire nel momento giusto. La Ferrari avrà un ruolo importante all'interno del gruppo Fca e nella quotazione a Wall Street. Si aprirà quindi una fase nuova e diversa che credo giusto debba essere guidata dall'ad del gruppo». Lo dice Luca Cordero di Montezemolo che parla di «fine di un'epoca».

«La Ferrari è la più bella azienda del mondo e per me è stato un grande privilegio e onore esserne stato il leader. Le ho dedicato tutto il mio impegno ed entusiasmo e insieme alla mia famiglia ha rappresentato e rappresenta la cosa più importante della mia vita». Questo il pensiero di Montezemolo ai tifosi «che non hanno mai fatto mancare alla Scuderia il loro entusiasmo soprattutto nei momenti più difficili».

«Nel mio programma professionale-familiare pensavo di andare via alla fine dell'anno prossimo, aggiunge Montezemolo, «lascio una azienda con i cassetti pieni e tutte le premesse per un rilancio sportivo e una nuova serie di innovazioni sul versante dei prodotti. Quando sono arrivato qui eravamo presenti in soli 28 mercati, ora siamo in 60».

A chi ha domandato se il suo futuro dopo l'addio a Maranello sia in Italia, Montezemolo ha risposto dapprima con una battuta: «Ve lo posso anticipare, farò il presidente e l'ad di una grande casa automobilistica basata a Detroit perché gli azionisti mi stanno chiedendo con insistenza di fare venire qui Marchionne e di andare io lì», ha detto. Poi, entrando nel merito delle voci che accostano il suo nome alla presidenza della nuova Alitalia: «È una possibilità, ma fino a metà ottobre sono concentratissimo qui. Poi ne parliamo e vediamo».

«Buonuscita? Fiat sappia che è sempre troppo poco». Luca di Montezemolo sposta poi schierzosamente i riflettori sul gossip circa le cifre che stanno dietro al suo addio.

Prendendo la parola, tocca a Sergio Marchionne puntualizzare la forza del rapporto di amicizia con Montezemolo: «Ci siamo sopportati bene per dieci anni», dunque un rapporto che ha preparato l'avvicendamento al vertice di Maranello, pur se in questi giorni «accelerato da un polverone montato dalla stampa».

«Ci conosciamo da 12 anni, questioni di cicli e passaggi sono discussioni che abbiamo avuto nel passato e si sono intensificate negli scorsi mesi. Il cambiamento è un passaggio generazionale. È una questione di convergenza su alcuni punti e mancanza su altre, e la tempistica ha creato le condizioni per il cambiamento».

Guardando al futuro, Marchionne ha confermato come non ci sia «la minima intenzione integrare Ferrari in Fiat-Chrysler, ma quella casomai di proteggere la realtà di Maranello e non farla inquinare da un sistema automobilistico di massa. L'idea che la Ferrari possa essere prodotto fuori da qui è oscena».

«L'importante è ritornare a vincere» ha aggiunto Marchionne, ricordando di avere alle spalle «una lunga carriera di ristrutturazioni». «Ho una certa esperienza nel ricostruire» ha ricordato, sottolineando che per Ferrari il «problema non è il prodotto ma il ridare credibilità in pista» al marchio del cavallino. È un punto «non negoziabile, bisogna tornare lì» perchè - ha concluso - i successi in pista «danno un sostegno» alla produzione.

Bisogna «dare credibilità alla Ferrari in pista, sono fissato. Bisogna tornare lì. Questo darebbe un sostegno al resto della Ferrari, e va oltre ad ogni altro tipo di vettura che possiamo fare. Vincere in pista non è negoziabile. Bisogna ritornarci».

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Mercoledì 10 Settembre 2014 - Ultimo aggiornamento: 15:55 | © RIPRODUZIONE RISERVATA