Sergio Marchionne e John Elkann spingono il bottone che avvia la produzione della Maserati Quattroporte

Fiat, fabbrica Agnelli a Grugliasco:
la Maserati per conquistare il mondo

di Giorgio Ursicino
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GRUGLIASCO - Una fabbrica più piccola, una sfida più grande. Appena un mese dopo la posa della prima pietra per rinnovare lo stabilimento di Melfi, Sergio Marchionne spinge il pulsante che avvia la produzione della nuova Maserati Quattroporte nel ristrutturato impianto di Grugliasco. «Da oggi questa realtà industriale ha il nome di mio nonno. Come ci ha insegnato lui, vogliamo contribuire al progresso di tutte le comunità in cui siamo presenti, affrontando i problemi e cercando soluzioni», ha dichiarato John Elkann, nipote dell’avvocato Agnelli e presidente Fiat. Un impegno forte, un’impresa coraggiosa.

Il manager che ha unito Fiat e Chrysler ha ricordato
che «non è un affare per deboli di cuori», ma il piano è veramente ambizioso e investire oltre un miliardo (più o meno la stessa cifra di Melfi) per tuffarsi nell’esclusivo club del mercato del lusso non era affatto scontato. L’impianto lucano, infatti, è uno dei più recenti realizzati dal Lingotto e aveva già una produzione importante. Grugliasco, invece, fino al 2009 non era nemmeno uno stabilimento Fiat e l’alto di gamma in Italia ha sempre avuto poca gloria e volumi contenuti. Si tratta quindi di aprire una nuova fabbrica per affrontare segmenti di mercato difficili e sconosciuti.

Prima di avviare la produzione i vertici del Lingotto hanno ricevuto un lungo applauso dagli operai, la maggior parte dei quali iscritti alla Fiom. «Questa officina di glorioso ormai aveva solo il proprio passato - ha dichiarato Marchionne - dal 2006 qui dentro non si costruiva più nulla. Abbiamo acquistato lo stabilimento per salvaguardare e rilanciare la tradizione industriale e per ridare lavoro a oltre mille persone. Quando i dipendenti della fabbrica hanno sposato il nostro progetto abbiamo fatto partire l’investimento e in soli 12 mesi realizzato un sito di eccellenza mondiale». Il numero uno di Fiat e Chrysler ribadisce la strategia che ha portato a un cambio di rotta che dovrebbe dare nel giro di 3-4 anni piena occupazione a tutti gli stabilimenti italiani: «Il mercato europeo nel 2012 ha perso per il quinto anno di fila. Il peggio non è ancora passato, ma noi vogliamo continuare ad esserci senza però rassegnarci a perdere soldi. Abbiamo cambiato visione, abbiamo ripensato il business, abbiamo i marchi per giocare un ruolo importante nell’alto di gamma. Maserati ha una grande tradizione, ma ha passato momenti difficili: prima che l’avvocato Agnelli decidesse di acquistarla nel 1993 aveva rischiato il fallimento ed era arrivata a produrre 400 auto l’anno. Dal 2007 è un’azienda che fa utili, ma nel 2012 ha consegnato poco più di seimila vetture e noi entro il 2015 vogliamo vederne 50 mila l’anno».

Nell’impianto già sono stati riassorbiti 500 lavoratori, l’altra metà tornerà al lavoro entro l’anno poiché prima dell’estate partirà anche l’assemblaggio della Ghibli realizzata su piattaforma Chrysler. Grugliasco farà meno auto di Melfi o Pomigliano, ma avrà un fatturato simile (una Maserati costerà mediamente come 10 Panda). Marchionne ha precisato che l’attuale capacità produttiva è di 200 vetture al giorno su 3 turni, ma «è già stato predisposto il piano per raddoppiare i volumi». A Detroit aveva confermato che ci sarà anche un’Alfa (altro marchio globale) più grande della Giulia, a trazione posteriore, un’altra auto di prestigio che potrebbe nascere a Grugliasco, mentre la Giulia sembra indirizzata a Cassino e la Maserati Suv su pianale Grand Cherokee a Mirafiori. Grandi opportunità anche per la Ferrari. I motori delle vetture alto di gamma sono realizzati in collaborazione con il Cavallino e prodotti a Maranello.

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Sabato 2 Febbraio 2013 - Ultimo aggiornamento: 06-04-2016 11:42 | © RIPRODUZIONE RISERVATA