Fiat, premio in welfare di 700 euro per gli 83.000 dipendenti italiani

Fiat, premio in welfare di 700 euro per gli 83.000 dipendenti italiani

di Diodato PIrone
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TORINO - Un po' come accade in Germania o Svezia anche gli 83.000 dipendenti italiani di Fiat e Case-New Holland (camion e trattori) potranno spendere - se lo vorranno - fra 700 e 800 euro l’anno del proprio premio di produttività di circa 2.500 euro acquistando beni o servizi di assistenza (welfare).

«Ieri abbiamo raggiunto un accordo molto innovativo - racconta Gianluca Ficco (Uilm) - anche perché i lavoratori potranno utilizzare direttamente anche solo una parte dei 700 euro, lasciando che il resto confluisca nel premio in denaro, sul quale pagheranno l’Irpef e i contributi Inps». Ogni dipendente Fiat potrà scegliere in proprio cosa comprare in un paniere molto ampio cliccando sullo schermo di un personal computer: si va dai classici buoni benzina, ai libri scolastici, all’assistenza per i parenti non autosufficienti, all’abbonamento all’autobus e anche alla palestra. L’intesa firmata ieri a Torino fra la Fca e i sindacati firmatari del contratto aziendale (Fim, Uilm, Fismic, Ugl, Quadri) assicura vantaggi economici sia all’azienda che ai lavoratori poiché entrambi non pagano l’Irpef e i contributi Inps sui beni acquistati.

I sindacati calcolano che se un lavoratore spende in welfare tutti e 700 euro si assicura un beneficio di 140 euro sotto forma di minori tasse e contributi. Ma, poiché i minori versamenti Inps determinano una minore pensione di circa 10 euro netti l'anno, l’azienda ha accettato di integrare le spese dei dipendenti con un ulteriore versamento del 5% su quanto spenderanno, cioè di 35 euro su 700. Dunque ogni lavoratore potrà contare - ma, ripetiamo, solo se preferisce acquistare beni invece che ricevere soldi - su 175 euro di vantaggi annui immediati cui vanno sottratti circa 10 euro, sempre annui, di pensione.

L’accordo fra Fiat e sindacati sulle maggiori spese per welfare nell’ambito del premio di produttività fa da battistrada a quanto annunciato sabato scorso con il nuovo contratto dei metalmeccanici che - anche sulla base degli sgravi fiscali previsti dal governo - prevede de facto l’aggancio degli aumenti salariali, anche sotto forma di welfare, alla crescita della produttività. Una soluzione che per molti aspetti ricalca un modello di relazioni industriali maturo come quello tedesco o quello scandinavo.

«L’intesa è ottima - sottolinea Ferdinando Uliano (Fim) - Perché determina un evidente vantaggio a livello familiare e le più ampie possibilità di scelta per i dipendenti». «I lavoratori potranno spostare i benefici della maggiore produttività sul proprio welfare», chiosa Roberto Di Maulo (Fismic). La Fiom non ha partecipato alle trattative in quanto non firmataria del contratto FCA che è diverso da quello nazionale dei metalmeccanici.
 

 

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Martedì 29 Novembre 2016 - Ultimo aggiornamento: 30-11-2016 19:45 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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