Il Lingotto, sede della Fiat in Italia

Fiat, salta la trattativa sul rinnovo del
contratto: «Non c'è accordo economico»

di Giorgio Ursicino
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TORINO Non c’è accordo, la trattativa salta. Ieri all’Unione Industriale di Torino si è svolto l’ennesimo round per il rinnovo del contratto fra il Lingotto i sindacati “firmatari”, un dialogo che va avanti dalla fine dello scorso novembre.


In ballo il rapporto di lavoro degli 86 mila dipendenti di Fiat e CNH nel nostro paese, compresi i 30 mila attualmente in cassa integrazione. Da una parte del tavolo i rappresentanti delle aziende, dall’altra quelli di Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Associazione Quadri. La ricostruzione della rottura fatta dalle due parti contrapposte è più o meno coincidente, meno l’evoluzione della situazione. Il Lingotto auspica un’immediata ripresa del dialogo per giungere a un accordo. I rappresentanti dei lavoratori ipotizzano invece una serie di azioni per indurre l’azienda a rivedere le posizioni e siglare l’intesa anche dal punto di vista economico visto che sul piano normativo l’ok era a portata.

Per questo è stata convocata una riunione delle segreterie per lunedì prossimo che decideranno la forma di agitazione, ma le mosse più imminenti e già annunciate dovrebbero riguardare il blocco degli straordinari e quello della flessibilità, aspetti molto importanti per seguire l’andamento della domanda. In realtà, c’è l’impressione che anche i sindacati vogliano evitare lo scontro duro poiché sono le sigle che da sempre hanno appoggiato il nuovo corso Fiat a differenza della Fiom che non ha partecipato alla trattativa. I toni sono garbati, c’è delusione, ma la porta resta aperta.

Secondo alcune sigle la differenza fra le parti non giustifica la rottura di un fronte che ha portato risultati importanti per il rilancio degli impianti italiani e i relativi investimenti. «C’è delusione e rammarico - ha dichiarato Eros Panicali della Uilm - sulla parte normativa c’era l’accordo di massima che avrebbe potuto portare alla sigla dell’intesa, ma sono mancate le condizioni economiche. La cifra di 250 euro come aumento “una tantum” offerto dal Gruppo è insufficiente. Riteniamo che le azioni di protesta che proclameremo unitariamente potranno far cambiare posizione all’azienda al fine di riprendere la trattativa».

Va ancora più nel dettaglio Roberto Di Maulo della Fismic: «Un lavoro così importante non può essere annullato da una differenza retributiva nell’ordine di neanche 5 milioni di euro all’anno. Tale è infatti la differenza tra la proposta della Fiat e la nostra richiesta. Faremo ogni sforzo perché le parti riannodino il filo del negoziato al più presto per concludere il rinnovo. L’azienda ha offerto un massimo di 250 euro rispetto a una richiesta intorno a 300. La differenza di 50 euro moltiplicata per gli 86 mila dipendenti di Fiat e Cnh Industrial fa 4,3 milioni, che assieme ad oneri e altre voci fa arrivare la cifra intorno a 5 milioni».

Ferdinando Uliano della Fim ha ricordato: «Chiedevamo 350 euro una tantum, l’azienda ne offriva 200. Sono saliti a 250, ma noi riteniamo non sia possibile scendere sotto i 300». «Non è in discussione il contratto, ma è necessaria una riflessione sui parametri economici», ha spiegato Antonietta Vicaro della Ugl, mentre l’Associazione Quadri ha dichiarato: «Non era l’epilogo che ci attendevamo e che si è fatto di tutto di scongiurare. Purtroppo dobbiamo prendere atto che le distanze ad oggi sono tali da non poter essere colmate. Speriamo la situazione possa ricomporsi». Agitazione anche a Grugliasco dove la forte richiesta ha creato secondo i sindacati carichi di lavoro troppo elevati e problema di accumulo ferie.

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Mercoledì 11 Giugno 2014 - Ultimo aggiornamento: 13-06-2014 10:00 | © RIPRODUZIONE RISERVATA