Il pick up Hi-Lux, uno dei veicoli simbolo della globalizzazione Toyota

Toyota, un traguardo epocale:
prodotti più di 200 milioni di veicoli

di Giampiero Bottino
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MILANO - Ne ha davvero fatta di strada. È il caso di dirlo quando si parla della Toyota, colosso dell'auto giapponese e mondiale che ha appena annunciato - in verità neppure troppo trionfalmente, con un comunicato di poche righe nel quale il presidente Akio Toyoda ha voluto ringraziare i clienti di tutto il mondo e i 300.000 collaboratori del gruppo - di aver tagliato alla fine di giugno il traguardo dei 200 milioni di veicoli prodotti.

Una storia d'idee.
È un risultato che forse non sognava neppure il fondatore Sakichi Toyoda quando, nel settembre del 1933, decise di diversificare l'attività dell'azienda produttrice di telai tessili in legno da lui stesso inventati (guadagnando non a caso il soprannome di «re degli inventori giapponesi») aprendo una divisione dedicata alla produzione di veicoli e affidandone la responsabilità al figlio Kiiciro. Il quale, dopo aver esordito con l'automobile Model A1 e l'autocarro G1 e successivamente attivando la produzione in serie della Model AA, trasformò nel 1937 la divisione in una società indipendente.

Corsa senza freni.
Era l'inizio di un'avventura esaltante, condita anche da quel pizzico di buona sorte che, si sa, aiuta gli audaci e che in questo caso si manifesto nella resa del Giappone pochi giorni prima che gli americani dessero il via a un devastante bombardamento, già pianificato, degli impianti industriali di Toyota City. Un'escalation spettacolare costruita, con una determinazione addirittura feroce e una coerenza assoluta, con sistemi produttivi che hanno fatto scuola a tutto il mondo dell'auto e con una maniacale attenzione alla qualità che ha fatto del gruppo Toyota l'indiscusso benchmark del settore.

Una fama che ha portato il gigante nipponico, alla fine dello scorso, a conquistare il gradino più alto del podio dei costruttori. Primato per il quale è ancora in lizza, spalla a spalla con General Motors e Volkswagen Group, nonostante disavventure di ogni genere, dallo tsunami finanziario a quello sismico, dall'alluvione in Thailandia alla disavventure che ne hanno intaccato l'immagine di paladini della qualità, provocando il rimescolamento totale del management e restituendo alla famiglia, nella persona dell'attuale presidente Akio Toyoda, la responsabilità diretta della gestione del business.

Vittoria a tappe.
Il prestigioso traguardo appena tagliato si aggiunge ai buoni risultati economici finanziari per dimostrare che a Toyota City le cose hanno ricominciato a girare per il verso giusto. I 200 milioni di veicoli prodotti (oltre 145 in Giappone e più di 55 nelle fabbriche all'estero) rappresentano il culmine - per ora - di una crescita pressoché ininterrotta e condotta su ritmi davvero impressionanti, come conferma la scansione delle tappe più importanti: 10 milioni nel 1972, 50 nell'85, 100 milioni nel '97 e 150 nel 2006. Della produzione totale, ben 39 milioni riguardano un unico modello, ormai giunto all'undicesima generazione lanciata proprio quest'anno in Giappone: la mitica Corolla, nata nel 1966 e oggi sempre più sola al comando - con le rivali a distanza siderale - nella gara per l'automobile più venduta di tutti i tempi.

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Martedì 31 Luglio 2012 - Ultimo aggiornamento: 10-08-2012 10:10 | © RIPRODUZIONE RISERVATA