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Vendite mondiali, Toyota torna leader:
nei primi 6 mesi 2012 batte GM e VW

di Sergio Troise
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NAPOLI - Visto dall’Italia, il mondo dell’auto sembrerebbe un esercito in ritirata, colpito e affondato dalla crisi. Ma a livello globale le cose vanno diversamente: se è vero infatti che le stime sul 2012 a livello planetario sono al ribasso (a inizio anno si prevedeva un consuntivo di 77,1 milioni di auto, oggi si è scesi a 76,6 milioni) l’industria dell’auto è viva e vegeta e continua ad ottenere risultati soddisfacenti, nella produzione e nelle vendite, con i colossi giapponesi, americani e tedeschi impegnati in un'appassionante lotta per la conquista della leadership globale. I dati sul primo semestre 2012 non sono ancora ufficiali, ma tutti i segnali indicano nei giapponesi di Toyota i nuovi padroni del mercato mondiale, davanti agli americani di General Motors e ai tedeschi di Volkswagen. Subito dopo, i coreani di Hyundai Motor Group.

Sono 4,97 milioni i veicoli venduti da Toyota
(anche con i marchi Lexus, Hino e Daihatsu) nei primi sei mesi dell’anno. Appena 300mila più di quelli di GM (4,67 milioni), mentre VW, pur continuando a crescere, si è fermata a quota 4,45 milioni. Differenze minime, che rendono molto dura la lotta al vertice, tanto che una qualificata analista di IHS Automotive, Rebecca Lindland, ha osservato: «La competizione resta molto accesa, una differenza di soli 300mila veicoli, o meglio del 7%, significa che i pretendenti al vertice sono impegnati in una gara molto incerta».

Superati i problemi provocati da imperfezioni
tecniche, dallo tsunami in Giappone e dalle alluvioni in Thailandia, Toyota ha compiuto dunque passi da gigante sulla strada della crescita, sfruttando al meglio i mercati emergenti di Cina, India e Brasile. Ma è andata bene anche negli Usa e, soprattutto, sul mercato domestico, dove a giugno Toyota ha fatto registrare un incremento delle immatricolazioni per il decimo mese consecutivo. A sorpresa, poi, la casa dell’ellisse s’è ritrovata tra le mani il boom di vendite della Prius, l’auto più richiesta nel mondo, nonostante la tecnologia ibrida costituisca ancora una novità costosa e non del tutto conosciuta in tutti i mercati. I dati sulle immatricolazioni globali dei modelli, in verità, non sono ancora aggiornati, ma quelli riferiti ai primi 4 mesi dell’anno hanno insediato la Prius sul primo gradino del podio, con 256.930 unità, seguita da un’altra Toyota, la Auris, al secondo posto con 252.739. Staccate, al terzo e quarto posto, Ford Focus (231.620) e VW Golf (184.958).

Il successo a livello globale ha comportato,
naturalmente, anche aumenti di produzione negli stabilimenti Toyota sparsi nel mondo, dal Giappone all’Australia, dall’America Latina al Nord America, fino all’Australia e all’Africa. Non in Europa, dove invece la sovracapacità produttiva è un problema che condiziona tutti i costruttori. A tal proposito, il risultato di GM e VW, costrette a inseguire, è stato influenzato proprio dal cattivo andamento del mercato europeo, che non è in grado di assorbire il potenziale produttivo degli stabilimenti sparsi sul continente.

Per GM, in particolare, i problemi
riguardano i marchi Opel e Chevrolet, che in Europa non hanno certezze. Vero è che GM è arrivata comunque al giro di boa di metà anno con una crescita complessiva del 2,9%, ma il colosso americano è preoccupato che la debolezza economica dell’Europa possa influenzare la seconda metà del 2012, ripercuotendosi negativamente sui risultati operativi e gestionali del gruppo. A Detroit temono che se ci fosse un crollo della zona euro potrebbe esserci un impatto anche negli Stati Uniti e in Cina. L’ipotesi è improbabile, ma dopo il poderoso rilancio del 2011 (con un utile record di 9,19 miliardi di dollari) il 2012 si sta rivelando più complicato: GM ha perso finora 16,4 miliardi di dollari e sta facendo di tutto per migliorare i margini operativi e sistemare gli affari da quest’altra parte dell’Oceano. Una situazione che una volta di più tiene in ansia la Opel, nonostante i recenti accordi per la salvaguardia dei posti di lavoro.

In casa Volkswagen,
dove la conquista della leadership non è ancora un obiettivo a breve termine, la situazione è più tranquilla. A livello globale, il supergruppo tedesco ha consegnato, nel primo semestre, 2,79 milioni di veicoli a clienti di tutto il mondo (2,52 milioni nello stesso arco di tempo del 2011) equivalente ad un incremento delle vendite del 10,2%. Giugno, tra l'altro, ha fatto segnare un aumento rispetto allo scorso anno con 498.600 auto vendute (438.400 a giugno 2011) che si traduce in un +13,7%. Gli aumenti più consistenti si sono registrati nell’area Asia-Pacifico (+15% solo a giugno), negli Usa e Sud America. Quanto all’Europa, nell’area Sud VW ha targato 907.900 auto (+3,1%); in Europa occidentale (Germania esclusa) c’è stato un lieve calo (464.300 unità, – 4,7% sul 2011); in Europa orientale una cresciuta del 45,2%, con 134.000 unità, di cui 81.000 nella sola Russia. Sul mercato domestico, infine, le immatricolazioni nei sei mesi sono state 309.700 (+2,6%). Quanto basta per lasciare soddisfatti i vertici di Wolfsburg. E infatti Christian Klingler, membro del Consiglio per le vendite e marketing del gruppo tedesco, ha dichiarato: «Nonostante la difficile situazione in Europa occidentale, il marchio ha fatto molto bene in questi primi sei mesi del 2012. Tuttavia in Europa regna ancora una situazione di notevole incertezza che continuerà anche nella seconda parte dell'anno».
Tra i global player in salute
c’è anche Hyundai Motor Group (che controlla anche Kia). Nel primo semestre 2012 i coreani hanno venduto nel mondo, solo con la capogruppo Hyundai, 2.182.768 veicoli (+11,5% sul corrispondente periodo 2011), confermandosi al quarto posto della top-ten. Il fatturato ha raggiunto 29,219 miliardi di euro, con utile netto in crescita del 19,5%. Cifre molto soddisfacenti, nonostante il calo della domanda in Corea (-4,6%), ampiamente compensato dalla crescita nel resto del mondo (+14,9%) e persino nel malandato mercato europeo, dove è stato registrato un valore in controtendenza (+15,4%) grazie al fondamentale apporto di linee di prodotto dedicate e costruite al 100% negli stabilimenti europei in Slovacchia, Repubblica Ceca e Turchia (ix20, ix35 e la nuova generazione di i30, berlina e station wagon). Ciò detto, il vice presidente di Hyundai Motor Europe, Allan Rushforth, ha dichiarato che «l’incertezza che circonda l’industria dell’auto aumenterà nella seconda parte dell’anno e per fronteggiare le difficoltà della crisi finanziaria europea e il calo della domanda atteso nei paesi emergenti l’azienda continuerà a puntare su una crescita qualitativa, concentrando l’impegno su nuovi modelli di alta gamma, utili ad incrementare la redditività e la valorizzazione del marchio».

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Martedì 31 Luglio 2012 - Ultimo aggiornamento: 06-04-2016 11:41 | © RIPRODUZIONE RISERVATA