Martin Winterkorn il numero uno del gruppo Volkswagen

Volkswagen, investimenti da record:
entro il 2018 oltre 100 miliardi

di Giampiero Bottino
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BERLINO - Prossimo passo, 10 milioni. Stiamo parlando degli obiettivi di vendita annuali del gruppo Volkswagen. Un traguardo che la galassia di Wolfsburg (ma anche di Ingolstadt, Barcellona, Stoccarda, Sant'Agata Bolognese, Mladà Boleslav, Borgo Panigale e chi più ne ha più ne metta) taglierà probabilmente quest'anno, in largo anticipo sull'iniziale scadenza del 2018, sullo slancio dei 9,7 milioni di veicoli - compresi i quasi 800.000 commerciali e industriali dei marchi VW, Man e Scania - con cui si è chiuso il 2013.


Che la probabilità sia elevata pur in un quadro globale non privo di incertezze e di segnali contrastanti lo ha affermato lo stesso presidente Martin Winterkorn nel suo intervento all'annuale conferenza di bilancio che una tantum ha abbandonato la tradizionale location nella Autostadt di Wolsburg per trasferirsi nella capitale tedesca, dove la marca ammiraglia era già impegnata nella campagna di presentazione a giornalisti, esponenti delle istituzioni e potenziali clienti della via Volkswagen all'elettrificazione dell'auto.

Ostentando un certo distacco per l'eventualità che il raggiungimento dello storico traguardo possa significare la leadership mondiale dei costruttori, Winterkorn si è concentrato sui numeri che hanno impreziosito il 2013 dell'impero affidato alle sue cure, un colosso globale forte di 12 marchi, con oltre 350 modelli di veicoli e due, quattro e più (nel caso dei camion Scania e Man) ruote e un esercito di 570.000 dipendenti.

Le cifre snocciolate dal numero uno del gruppo e dal responsabile finanziario Hans Dieter Pösch sono impressionanti, e palesano dei generalizzati miglioramenti rispetto a un 2012 che pure non aveva lesinato primati e soddisfazioni. Se le vendite sono aumentate del 4% rispetto ai 9,3 milioni dell'anno precedente, l'incremento dei relativi ricavi è stato più contenuto (2,2%), attestandosi a 197 miliardi di euro. Una crescita contenuta, ma ritenuta comunque soddisfacente considerando lo sfavorevole andamento dei tassi di cambio.

Per quanto riguarda le performance finanziarie, il profitto operativo ha toccato il nuovo record a 11,7 miliardi, fissando seppur di stretta misura (200 milioni) il nuovo primato assoluto. A differenza dei numeri di vendita, che includono anche i 3 milioni di vetture consegnate dal gruppo in Cina nell'anno solare, non viene conteggiato nei risultati finali l'apporto delle due joint venture cinesi, che per la quota di competenza VW hanno registrato nel 2013 un profitto operativo nell'ordine dei 4,3 miliardi di euro, rispetto ai 3,7 dell'anno precedente.

In linea generale, i dati finanziari hanno fatto segnare qualche arretramento, dovuto essenzialmente al venir meno dell'impatto positivo sui conti del 2012, pari a 12,3 miliardi, dell'integrazione con Porsche. Questo contribuisce a spiegare sia la forte contrazione del risultato finanziario, sceso da 14 miliardi a 800 milioni, sia l'andamento dei profitti, con quello ante-tasse calato da 25,5 a 12,3 miliardi e quello dopo le tasse da 21,9 a 9,1 miliardi. L'andamento positivo del gruppo ha comunque suggerito al Board e al Consiglio di Sorveglianza di proporre all'assemblea degli azionisti del 13 maggio un aumento dei dividendi di 50 centesimi, portandoli a 4 euro per ogni azione ordinaria e a 4,06 per le privilegiate. In calo, invece, il bonus riconosciuto ai dipendenti che lavorano in Germania e che è passato a 6.200 euro a testa dai 7.200 del 2012.

Il contributo dei marchi e dei singoli rami d'attività al risultato operativo è stato generalmente positivo. Ha fatto eccezione la Seat con -152 milioni, mentre VW Passenger Car, Audi, Skoda e MAN (veicoli industriali) hanno registrato performance inferiori al precedente esercizio. In crescita Bentley, Scania, VW Veicoli Commerciali e soprattutto Porsche il cui exploit (il risultato operativo è passato da 943 milioni a 2,579 miliardi) ha permesso al comparto vetture di chiudere in lievissimo miglioramento (+45 milioni a 9,013 miliardi). Per l'incremento del risultato operativo è risultato determinante il concorso dei servizi finanziari, il terzo pilastro del gruppo che ha contribuito con 1,6 miliardi (+14,6% sull'anno precedente).

Sul piano delle vendite, tutte la grandi macro aree hanno dato il loro contributo, a eccezione del Sud America. In crescita gli Usa e - più timidamente - l'Europa, ma con un dinamismo particolare in Asia-Pacifico, dove le consegne hanno registrato un +14,7%. Tutti i marchi hanno fatto meglio del 2012, eccetto Volkswagen che ha chiuso con circa 150.000 unità in meno, ma senza tener conto delle vendite in Cina, che hanno comunque consentito alla marca regina di sfiorare i 6 milioni di veicoli, riconfermando il ruolo di pioniere tecnologico che ha trovato adeguata espressione nelle versioni elettriche di modelli di volume come Golf e up! alle quali si è da poco aggiunta la Golf GTE, ibrida plug-in presentata al Salone di Ginevra. Dal canto suo, Audi ha superato per la prima volta, con due anni d'anticipo rispetto ai programmi, il muro del milione e mezzo di vetture vendute.

Forte di questi risultati, Winterkorn ha detto di guardare con fiducia a un futuro che «nei prossimi anni ci porterà a fronteggiare uno dei più grandi sconvolgimenti nella storia dell'automobile». E ha indicato nelle sfide più impegnative la necessità di accorciare i cicli di vita dei prodotti; di creare del valore aggiunto addizionale per i consumatori; di offrire la scelta più ampia possibile in termini di design, varianti di carrozzeria e possibilità di personalizzazione; di sfruttare appieno le potenzialità e la flessibilità delle piattaforme per mantenere l'automobile attraente anche per chi vive nelle grandi città.

Sono sfide che il gruppo affronta mettendo sul tavolo 84 miliardi di investimenti entro il 2018 - anno nel quale si pone l'obiettivo strategico di un ritorno sulle vendite dell'8% - ai quale se ne aggiungono altri 18 come quota parte nei piani di sviluppo delle joint venture cinesi. Perno della crescita, le attività di R&S alle quali si dedicano 40.000 dipendenti altamente specializzati, con investimenti che nel 2013 hanno superato per la prima volta il muro dei 10 miliardi.

Un altro pilastro strategico è costituito dalle piattaforme modulari (allo studio anche per i veicoli industriali) capaci di massimizzare la flessibilità, producendo più tipologie di vetture sulla medesima linea, riducendo nel contempo i costi. In questo campo l'ultima nata, la trasversale MQB verrà progressivamente utilizzata in 20 fabbriche di 12 Paesi per passare dal milione di vetture prodotte nel 2013 (tra queste, l'Audi A3 e la nuova Golf) ai 2 milioni attesi quest'anno, ai 4 che rappresentano il traguardo del 2016.

Seppur non privo d'incognite, l'anno appena iniziato sembra nascere sotto buoni auspici: gli 1,5 milioni di unità tra vetture e veicoli commerciali VW vendute nel primo bimestre rappresentano un aumento del 4,7% sullo stesso periodo del 2013. Una partenza in linea con l'obiettivo 2014 di un moderato aumento delle consegne, con ricavi attorno al +3% e un ROS del gruppo tra il 5,5 e il 6,5%, continuando l'offensiva di prodotto che prevede in questo biennio il lancio di 100 nuovi modelli o derivati. E proseguendo nella crescita occupazionale destinata nel medio termine a portare a 600.000 il totale dei dipendenti. Attualmente sono in fase di formazione 20.000 giovani, 7.000 dei quali fuori dalla Germania, che seguono i 23.000 posti di lavoro creati lo scorso anno, comprensivi di 5.300 apprendisti tutti impiegati a tempo pieno una volta terminato l'addestramento.

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Lunedì 12 Maggio 2014 - Ultimo aggiornamento: 02-06-2014 08:02 | © RIPRODUZIONE RISERVATA