Il brand della Volkswagen nella bufera

Volkswagen, la Ue sapeva dal 2013.
In Italia un milione di auto coinvolte

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BRUXELLES - La Commissione Ue aveva avvertito già due anni fa del rischio di manipolazione dei test sulle emissioni da parte delle case automobilistiche: a lanciare l'allarme, un rapporto del 2013 del suo Joint Research Centre che evidenziava i problemi posti dal "defeat device", il dispositivo al centro dello scandalo Volkswagen. Lo scrive il Financial Times, notando come né le autorità a Bruxelles, dotate di poteri limitati, né quelle degli Stati nazionali si siano attivate fino allo scandalo di questi giorni.

In Italia i motori diesel truccati della Volkswagen potrebbero essere circa un milione, ha detto il viceministro ai Trasporti, Riccardo Nencini, a margine del meeting dei Centri di revisione auto. «Una previsione di massima indica circa un milione di veicoli coinvolti. Sono in corso controlli per verificare il danno provocato anche in Italia».

Una relazione tecnica del 2013 aveva messo al corrente la Commissione europea della possibilità che i test sulle emissioni delle autovetture potevano essere alterati da «dispositivi» definiti «di disattivazione». Nel rapporto si parla dell'utilizzo di «dispositivi di manipolazione che possono attivare, modulare, ritardare o disattivare i sistemi di controllo delle emissioni» e migliorare di conseguenza «l'efficacia durante la prova delle emissioni». Gli autori della relazione raccomandavano quindi i test su strada dei veicoli, in quanto più efficaci contro strategie di manomissione da parte delle case automobilistiche, oltretutto rese illegali dalla Ue già dal 2007.

La portavoce dell'esecutivo comunitario Lucia Caudet ha comunque ribadito che la «Commissione non fa le veci della polizia» con le sue normative, anche se «gli Stati membri hanno comunque l'obbligo di rispettare la legislazione della Ue, tra cui il divieto esplicito sui dispositivi della frode».

Caudet ha confermato che «la Commissione era già a conoscenza del fatto che i test di laboratorio non producono letture precise per le emissioni di ossido di azoto delle automobili diesel, e che era già allo studio la piena implementazione di prove su strada, che possono escludere il rischio di falsare i test», ha concluso la portavoce.

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Sabato 26 Settembre 2015 - Ultimo aggiornamento: 01-10-2015 06:43
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