Mercedes, la regina delle ammiraglie compie 40 anni

La regina delle ammiraglie ha 40 anni:
Serie S, una lunga collana di innovazioni

di Giampiero Bottino
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MILANO - Si dice che la vita cominci a 40 anni. Sarà anche vero, ma non nel mondo dell'auto, dove si contano le dita di una mano (al massimo di due) i modelli capaci di tagliare questo invidiabile traguardo. L'impresa è appena riuscita alla Classe S, vettura simbolo della lussuosa e confortevole opulenza Mercedes che il mondo poté ammirare per la prima volta nel settembre del 1972, al Salone di Francoforte.

L'eredità.
Si perpetuava così una tradizione della casa di Stoccarda, che fin dal 1949 onorava con la lettera S i suoi modelli di punta ma che per la prima volta, con la nuova ammiraglia, trasformava quella prestigiosa lettera nell'elemento distintivo di un'intera famiglia. Tra l'altro destinata a diventare un simbolo dell'opulenza tedesca, dello status sociale di chi poteva permettersela e della capacità tecnologica del costruttore, che ne ha fatto il «dimostratore» privilegiato delle soluzioni più sofisticate sfornate da tecnici e ricercatori della Stella a tre punte.

Laboratorio su ruote.
La sempre più imponente ammiraglia di Stoccarda si è da subito imposta nella fascia più alta del mercato come un'autentica fucina di innovazioni, spesso destinate a fare scuola agli altri costruttori. A cominciare dalle sospensioni anteriori a doppio braccio oscillante trasversale, capaci di migliorare in modo significativo fin dalla prima generazione (definita Serie 116 nel codice interno) le caratteristiche dinamiche della vettura, a tutto vantaggio della sicurezza attiva.

Rischio zero.
È proprio sul fronte della sicurezza che la «grosse Mercedes» gioca le sue carte migliori: il serbatoio della benzina viene integrato sopra l'asse posteriore per garantirgli una maggiore protezione, mentre nell'abitacolo la plancia è opportunamente imbottita, gli interruttori e le leve sono deformabili o incassati, il volante a quattro razze con modulo d'urto offrono la massima protezione in caso di incidente. L’innovazione più interessante è però la cellula di sicurezza con struttura dell'intelaiatura del tetto irrigidita, montanti ad elevata resistenza e porte rinforzate, mentre l'avantreno e il retrotreno a deformazione controllata contribuisco a dissipare l'energia generata d un urto prima che questa si «trasferisca» sui passeggeri.

La superberlina.
La 450 Sel 6.9 del 1975 mette a rumore - e non solo per il galoppo dei 286 cv del suo poderoso V8 - il mondo dell'auto per il comfort garantito dalle prime sospensioni idropneumatiche con regolazione del livello di casa Mercedes, per la chiusura centralizzata, il climatizzatore e l’impianto lavafari anteriore. Grande successo, nonostante il prezzo doppio rispetto alla top di gamma precedente.

La svolta diesel.
Ancora più elevato il clamore sollevato, tre anni dopo, dalla 300 SD. Per la prima volta una vettura di questa categoria viene equipaggiata con un motore a gasolio, 5 cilindri 240 D 3.0 da 80 cv che sulla Classe S diventano 115. Una scelta sorprendente, anche perché ispirata dai mercati Usa e canadese storicamente «allergici» al gasolio. Non una decisione tecnica, ma un escamotage per abbassare il livello medio dei consumi di flotta, portandoli entro i limiti delle leggi varate dall'amministrazione Carter.

Frenata magica.
Sempre nel 1978 scocca l'ora di un'altra rivoluzione tecnologica firmata Classe S. In autunno l'ammiraglia di Stoccarda arricchisce il catalogo degli optional con una novità in esclusiva mondiale: si chiama ABS, oggi lo conosciamo tutti, ma allora era guardato quasi con sospetto per la rumorosa vibrazione che il suo intervento provocava nel pedale del freno. Una diffidenza cancellata a suon di migliaia di vite risparmiate, e non solo tra chi viaggia in Mercedes. Per la primogenita di 40 anni fa, il momento della pensione arriva con gradualità, a seconda dei modelli che escono di produzione tra l'aprile e il settembre del 1980. A mettere la parola fine alla gloriosa storia della prima generazione è proprio una 300 diesel destinata al mercato americano. È la Classe S n. 473.035 a lasciare la catena di montaggio di Sindelfingen, lasciando il posto alle eredi che ne hanno continuato la corsa sulla strada del successo.

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Venerdì 19 Ottobre 2012 - Ultimo aggiornamento: 03-11-2012 09:41 | © RIPRODUZIONE RISERVATA