La Lamborghini Veneno: ha un'aerodinamica da vettura da corsa

Toro scatenato, Lamborghini al Veneno:
solo 3 esemplari, oltre 3 milioni ciascuno

di Sergio Troise
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GINEVRA - Ci sono auto belle, bellissime, dalle forme affascinanti e con contenuti tecnologici all’avanguardia. Spesso sono supercar estreme, capolavori di stile e di ingegneria, a prima vista oggetti unici e inarrivabili. Dream car, come dicono gli americani. Si può andare oltre? Oltre il sogno? Ebbene sì. Lo ha dimostrato, con i fatti, la Lamborghini, esponendo sotto i riflettori del Palexpo di Ginevra la sua ultima creatura.

Una macchina fuori dagli schemi tradizionali, che va oltre. Otre le convenzioni dello stile, della tecnica, delle prestazioni. Un’auto che vuole incantare, stupire, sorprendere, fissando nuovi punti di riferimento. “La sua realizzazione ha rubato il sonno ai nostri progettisti e farà sognare chiunque avrà la fortuna di vederla da vicino” ha dichiarato Stephan Winkelmann, presidente e amministratore delegato del marchio emiliano di proprietà Audi. “Con questa macchina dimostriamo una volta di più che Lamborghini può celebrare cento anni di innovazione in metà tempo” – ha aggiunto il numero uno dell’azienda di Sant’Agata Bolognese, riferendosi al 50° anniversario della fondazione, che cade proprio nel 2013. Ad applaudire, tutto lo stato maggiore del Gruppo Volkswagen, con Ferdinand Piech in testa.

Si chiama Veneno la nuova Lambo, come un toro entrato nella leggenda per aver sconfitto il torero che l’aveva sfidato in un’epica corrida del 1914. E’ un mostro di potenza, di aggressività e di tecnologia, realizzato in soli tre esemplari, già venduti alla cifra record di tre milioni di euro ciascuno (più tasse) ad altrettanti aficionados del marchio. Un modo per celebrare degnamente i 50 anni di vita dell’azienda fondata nel 1963 da quell’impareggiabile visionario che fu Ferruccio Lamborghini, il padre della inarrivabile Miura, prima supercar italiana alternativa alle Ferrari. Un’auto unica per stile, contenuti, prestazioni, che aprì la strada ad altre formidabili supercar come Countach, Diablo, Murcielago, Aventador, tanto per citare i più importanti “tori scatenati” della prolifica scuderia emiliana.

A Ginevra la nuova Lamborghini è arrivata sul palco illuminato imponendosi sulla scena come una rockstar con muscoli da culturista. Verniciata in grigio metallizzato opaco, ha impressionato per le sue forme aggressive e anticonvenzionali, in qualche misura confrontabili soltanto con quelle, all’epoca avveniristiche, della prima Countach. Bassa, larga, piantata a terra come un ragno, tormentata da spoiler, alettoni, flap, deviatori di flusso e feritoie scolpite nella lamiera e nel plexiglass, la Veneno è caratterizzata da un muso “cattivissimo”, scandito da una serie di spoiler sovrapposti che si raccordano al cofano formando una sorta di scala reale ai cui estremi spiccano deviatori simili a quelli delle monoposto di Formula 1.

Dal centro del tetto, alla fine dell’ampio parabrezza, parte una pinna enorme che va a confluire, in coda, su un maxi alettone regolabile, che sovrasta il cofano motore tempestato di feritoie. Il retro, se possibile, è più aggressivo del frontale, con il fondo piatto che verso il posteriore si trasforma in un vero e proprio diffusore e incornicia quattro terminali di scarico che sembrano minacciose bocche di fuoco, Le fiancate sono caratterizzate da lunghi sportelli con decorazione tricolore (sottolineare l’italianità è un pallino in casa Lamborghini) che si aprono verso l’alto, solcati da incavi, venature e passaggi dell’aria mirati ad ottimizzare il raffreddamento, l’aerodinamica e la capacità dell’auto di stare incollata all’asfalto.

Tutto il design, firmato da Filippo Perini, è infatti figlio di un progetto indirizzato ad esaltare il comportamento stradale in rettilineo e in curva. “Abbiamo puntato dritto ad una dinamica eccezionale, massimo carico aerodinamico associato a una resistenza all’avanzamento minima” hanno dichiarato i tecnici Lamborghini, aggiungendo che “la Veneno deve assicurare una esperienza di guida degna di un vero e proprio prototipo da corsa, pur essendo l’auto regolarmente omologata per l’utilizzo su strada”. Ad enfatizzare gli aspetti racing, anche la strumentazione ispirata alla Formula 1, con un pannello dalla grafica originale e funzioni inusuali come l’indicatore della forza G.

La struttura della Veneno è in materiali compositi. La monoscocca è stata realizzata sulla base della Lambo “Sesto Elemento”, interamente in CFRP (polimeri rinforzati in fibra di carbonio), materiale usato anche per la carrozzeria, mentre alcuni componenti sono stati forgiati in titanio, magnesio e alluminio. Per contenere il peso è stata privilegiata, nell’abitacolo, l’alcantara, che è più leggera della pelle, e sono stati introdotti materiali innovativi come il Forged Composite e il Carbon Skin. Alla fine si è arrivati a 1.450 kg. (125 meno della Aventador) e ad un rapporto peso/potenza di soli 1,93 kg/cv.

Il motore è il V12 aspirato da 6,5 litri della Aventador, ma con potenza portata da 700 a 750 cv. E’ abbinato alla trazione integrale permanente ed alla trasmissione super veloce ISR a sette rapporti con cinque modalità di guida selezionabili. Il telaio è caratterizzato da tecnologie sperimentate nelle competizioni, come le sospensioni push-rod e i gruppi molla/ammortizzatore orizzontali. La Casa dichiara una accelerazione 0-100 in 2,8 secondi e velocità massima di 355 km/h. Secondo i tecnici di Sant’Agata “è la vettura stradale con motore aspirato più veloce del mondo”.

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Martedì 12 Marzo 2013 - Ultimo aggiornamento: 13-06-2017 18:35 | © RIPRODUZIONE RISERVATA