La Golf GTI di nuova generazione propone lo stessa miscela diventata famosa negli anni

Volkswagen, la nuova Golf diventa GTI:
piacere di guida da vera granturismo

di Giampiero Bottino
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SAINT TROPEZ - Pronta a tagliare il traguardo dei 2 milioni di unità prodotte in 37 anni (non poche, per una serie speciale la cui nascita fu salutata con freddezza persino da parte del top management di Wolfsburg), la declinazione GTI della Golf VII si inserisce nel solco delle mitiche antenate, ma reclama la stessa autonomia già concessa alla precedente generazione: nessuna scritta Golf sulla carrozzeria, ma solo il logo GTI orgogliosamente esibito su frontale, fiancate e coda.

Aria di famiglia. Dal punta di vista stilistico, la nuova GTI esibisce gli stessi connotati che hanno suscitato unanimi consensi, grazie alle linee tese e pulite e agli azzeccati riferimenti - ovviamente riviste nell'ottica degli anni Duemila - alla capostipite di questa illustre stirpe che da quasi mezzo secolo (la festa dei 40 anni è in programma l'anno prossimo) domina la scena dell'automobile europea. Se il giudizio estetico è sempre soggettivo, le note caratteristiche della Golf VII sono indiscutibili e si ritrovano per intero nella sua versione più muscolosa: qualità reale e percepita molto elevata, tolleranze al limite dell'incredibile, dotazioni ricche, tutte le risorse meccaniche e dinamiche messe a disposizione della piattaforma modulare e trasversale MQB, vanto tecnologico del gruppo Volkswagen.

Personalità. Proprio dalla versatilità di questa piattaforma la GTI ha ricavato consistenti vantaggi in termini prestazionali e di comfort, grazie al miglior equilibrio garantito dall'allungamento del passo al quale corrisponde uno sbalzo anteriore più ridotto e una distanza più contenuta tra i montanti. Il cofano si è allungato, determinando proporzioni da vettura di segmento superiore che giovano all'aggressività e alla presenza su strada della GTI, enfatizzata dal frontale in cui spiccano le prese d'aria supplementari nello spoiler anteriore e i fendinebbia a Led esclusivi per questo modello. Non manca ovviamente la caratteristica linea rossa, ora una sola (nella versione precedente erano due) che corre lungo il fondo inferiore della calandra, estendendosi a tutta larghezza fino a collegare idealmente i due gruppi ottici.

Su strada. L'equilibrio dinamico impeccabile - per qualcuno addirittura troppo - che tanti apprezzamenti ha suscitato nella nuova Golf si ritrova amplificato versione sportiva, che sulle tortuose che si snodano tra i monti alle spalle della Costa Azzurra ha saputo coniugare emozioni e sicurezza. Prestazioni e agilità rendono la guida piacevole e divertente in tutte le situazioni, il comportamento della vettura si è rivelato prevedibile e rassicurante anche nei tratti più impegnativi e con entrambi i livelli di potenza che fanno il loro esordio nell'arsenale della GTI: il 2.0 TSI turbo a benzina con fasatura completamente variabile abbinato di serie allo Start/Stop eroga infatti 220 cv nella versione standard, che diventano 230 nella versione Performance.

Sportiva Doc. Più che la potenza aggiuntiva, a determinare il gap prestazionale a favore di questa inedita variante (che sul mitico Nordschleife del Nürburgring ha staccato un tempone sul giro di 8'24'') concorrono l'impianto frenante maggiorato e l'esclusivo bloccaggio del differenziale anteriore che Volkswagen è la prima a utilizzare su un modello di serie a trazione anteriore. Sul piano della velocità massima, che ovviamente su strade aperte al traffico non abbiamo potuto verificare di persona, la differenza tra le due motorizzazioni è relativa: 250 km orari per la Performance e 246 per la meno potente. In entrambi i casi, comunque, la vettura sa essere anche docile come un agnellino, adattandosi perfettamente all'uso quotidiano.

Due cambi. Per quanto riguarda la trasmissione la scelta è tra il manuale a 6 marce (che rispolvera il pomello a forma di pallina da golf di antica memoria) che vanta consumi ridotti del 18% rispetto al modello precedente e il più confortevole - e a nostro modesto avviso anche più divertente - DSG a doppia frizione a 6 rapporti che ha consentito alla GTI da 220 cv di risparmiare il 14% dei consumi.

Guida hi-tech. Per quanto riguarda la guidabilità, le novità principali sono lo sterzo progressivo, il differenziale elettronico a bloccaggio traversale XDS+, evoluzione del dispositivo della generazione precedente, e la possibilità di selezionare il profilo di guida tra cinque diversi programmi (Eco, Sport, Normal, Individual e Comfort) semplicemente avvicinando il dito all'icona corrispondente che appare sul display di bordo.

Innovazione. Tanti i dispositivi di sicurezza, spesso ereditati dai segmenti superiori, meritano una citazione il mantenimento automatico della distanza di sicurezza, la frenata automatica a bassa velocità, la frenata anti collisione multipla che contribuisce a scongiurare il tamponamento a catena, il sistema di riconoscimento della stanchezza del guidatore. Intrattenimento e comunicazione sono affidati a tutte le ormai irrinunciabili alternative di connessione (Usb, Aux, Bluetooth, iPhone), mentre il touchscreen da 5,8 pollici, di serie in Italia, può essere sostituito in opzione da quello di 8" che comprende anche il navigatore, il quale grazie a Car Net può usufruire dei servizi cartografici Google e delle informazioni sul traffico in tempo reale.

La gamma. In Italia la Golf GTI viene offerta con un allestimento di serie già abbastanza corposo, comprensivo ad esempio della frenata anti collisione multipla, a un prezzo di 30.100 euro per la 220 cv con cambio manuale, che diventano 32.000 con la trasmissione DSG. L'allestimento Performance, che secondo le attese dovrebbe valere il 30% delle vendite nel nostro Paese, ha invece un listino di 31.150 euro in abbinamento con la trasmissione manuale. Ancora da definire il prezzo della variante DSG, che arriverà più tardi e che potrebbe costare 1.000 euro in più.

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Venerdì 17 Maggio 2013 - Ultimo aggiornamento: 13-06-2017 18:49 | © RIPRODUZIONE RISERVATA