Il Maggiolino cabrio ha la capote che si può manovrare fino a 50 km/h

Volkswagen, il Maggiolino si spoglia:
versione cabrio per la mitica auto

di Giampiero Bottino
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NIZZA - Il nuovo Maggiolino perde la testa, presentandosi in Europa nella versione a cielo aperto, affascinante vettura chiamata a fare meglio della precedente generazione. I cui risultati, tutt'altro che esaltanti sulla nostra sponda dell'Atlantico, renderebbero l'impresa abbastanza abbordabile, se a complicarla non contribuisse il momento difficile del mercato, che soprattutto in Italia vive una fase poco propizia per proposte sfiziose più che concrete, fashion e trendy ma non certo indispensabili. Una sfida non da poco, che comunque Andrea Alessi, manager di lungo corso nominato responsabile del marchio Volkswagen per l'Italia dopo i brillanti risultati ottenuti alla guida di Nissan Italia, ha le carte in regola per vincere.

Evoluzione. In effetti il Maggiolino (questo il nome scelto per l'Italia, al posto del precedente e universale ma meno evocativo New Beetle) è un'eccellente vettura, e la Cabrio lo conferma: spazi interni più generosi e meglio sfruttati, con l'addio all'inutile enormità della plancia precedente, linee moderne, più equilibrate e aggressive, proporzioni e dettagli che evidenziano il legame ideale con il mitico modello che è diventato il simbolo stesso del marchio di Wolfsburg. Comodi, puliti e razionali gli interni ripropongono l'elevata qualità percepita alla quale ci hanno ormai abituato le vetture con il badge VW, mentre il quadro strumenti è dominato dal grande quadrante circolare dell'indicatore di velocità, un nostalgico omaggio all'unico strumento presente sul cruscotto della storica antenata.

Le differenze. Se l'architettura generale è la medesima della sorella con carrozzeria chiusa, la Cabriolet se ne distacca ovviamente per la possibilità di viaggiare a cielo aperto. La capote in tela a tre strati ostenta robustezza e qualità, e durante la marcia a tetto chiuso isola in maniera esemplare l'abitacolo dai rumori esterni e da eventuali spifferi. L'apertura e la chiusura possono essere gestire elettricamente, tramite la leva inserita nulla cornice interna del parabrezza, subito davanti al retrovisore centrale. L'operazione richiede meno di 10 secondi e può essere effettuata anche in movimento fino alla velocità di 50 km all'ora.

Sicurezza. Il vano bagagli da 225 litri è ovviamente meno capiente di quello della coupé (310 litri), ma ha il vantaggio di mantenere inalterato il volume anche quando la capote è ripiegata nell'apposito alloggiamento dietro gli schienali posteriori. Nel vano esiste anche un comparto che consente di stivare il frangivento (opzionale) installabile rapidamente, che protegge dalle turbolenze ma impedisce di utilizzare i sedili posteriori, comunque comodi e spaziosi quando si sfila a velocità da parata su un lungomare alla moda. Gli interventi per compensare la scomparsa di elementi strutturali fondamentali ai fini della stabilità e della sicurezza come i montanti centrali, per irrobustire adeguatamente la cornice del parabrezza e per installare dietro i poggiatesta posteriori i roll bar che in caso di necessità fuoriescono in pochi millesimi di secondo hanno comportato un aumento di peso di 114 kg rispetto alla due porte.

Su strada. Nel test effettuato sulle strade della costa azzurra abbiamo avuto modo di mettere alla prova i due turbodiesel TDI 1.6 da 105 cv e 2.0 da 140 cv, che nelle previsioni di Volkswagen Italia dovrebbero rappresentare il 65% delle vendite. Entrambi disponibili con il cambio automatico doppia frizione DSG in alternativa al manuale a 5 marce, hanno impressionato per l'assoluta silenziosità. Ci si rende conto di essere alla guida di un diesel solo quando se ne sfrutta fino in fondo la generosa coppia (250 e 320 Nm rispettivamente) o quando ci si ferma al distributore, soprattutto in Francia dove il gasolio (fortunati cugini!) ha un prezzo che al massimo supera di poco gli 1,5 euro al litro. In entrambi i casi, agilità e brillantezza non hanno deluso, anche se in termini di puro piacere della guida il 140 cv che spinge la Cabrio fino a sfiorare i 200 km orari ha ovviamente regalato qualche emozione in più.

La benzina. Quel terzo dei potenziali clienti che non intende rinunciare alla «verde» può comunque contare su tre alternative interessanti e capaci di soddisfare sia chi ama spingere sia chi invece vuol godersi il vento nei capelli tenendo d'occhio anche la sobrietà dei consumi. Si parte dai 105 cv e dai 140 g/km di CO2 dell'1.2 TSI a benzina che spinge la vettura fino a 178 km orari disponibile solo con il cambio manuale per passare all'1.4 da 160 cv che può essere abbinato anche al doppia frizione DSG e arriva fino ai 206 orari. Per chi non si accontenta, e magari crede che Autovelox e Tutor siano solo delle leggende metropolitane, c'è il 2.0 TSI capace di erogare 200 cv e di spingere la Cabriolet (meglio se con il tetto chiuso) oltre i 220 orari. Con questo motore c'è solo il cambio DSG.

La gamma. Anche nella composizione dell'offerta sono stati enfatizzati i contenuti emozionali ed evocativi del nuovo Maggiolino Cabriolet. I due allestimenti previsti, denominati Design e Sport quasi a sottolinearne le rispettive vocazioni, possono essere implementati con una serie di pacchetti speciali intitolati ai decenni nei quali il Maggiolino è stato protagonista. La versione Design può essere arricchita con gli Edition Pack 50s e 70s (il più caro: 3.700 euro rispetto ai 3.000 degli altri due), mentre per la Sport è disponibile il Pack 60s. Il listino dell'ultimo (per ora) dei Maggiolini parte dai 23.800 euro della 1.2 TSI Design e arriva ai 32.600 della 2.0 TDI Sport con il cambio DSG.

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Domenica 31 Marzo 2013 - Ultimo aggiornamento: 13-06-2017 18:44 | © RIPRODUZIONE RISERVATA