La Citroen C4 Picasso, la casa francese cambia passo

C4 Cactus, stile e innovazione:
inizia la rivoluzione Citroen

di Giampiero Bottino
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PARIGI - La C4 Cactus, star dello stand Citroën al Salone di Ginevra, è il manifesto del nuovo posizionamento della gamma convenzionale del «double chevron», destinata a integrarsi, completandola, con la più sofisticata e trendy famiglia DS reinterpretando a quelli che sono da sempre i valori fondanti del marchio: la capacità di innovare, di cambiare le regole del gioco, di precorrere i tempi con soluzioni destinate a fare scuola.

Lo stile. A stupire nella versione definitiva è la sostanziale identità stilistica con l'ultima versione del concept Cactus che ne aveva anticipato contenuti e filosofia. Le linee pulite ed essenziali sono rimaste le stesse, così come alcuni dettagli d'aspetto hi-tech come il baffo di luci diurne a Led che sormonta i gruppi ottici anteriori, rendendo inconfondibile anche di notte il volto dell'auto, piuttosto che le luci posteriori a effetto 3D comuni con la nuova C4 Picasso che ha anticipato alcune delle soluzioni destinate a caratterizzare la futura gamma «C».

Il concetto. Tanto spazio e tanta tecnologia «democratica», utile oltre che facile e intuitiva da utilizzare, rappresentano le chiavi di volta del nuovo modello, che in soli 4,16 metri di lunghezza offre un'abitabilità generosa come il vano bagagli, il cui volume è di 358 litri. Citroën tiene a precisare che l'auto è stata sviluppata partendo dal cliente e dalle sue reali esigenze, come risulta da approfondite ricerche che hanno portato a definire una vettura pien di sostanza, che all'estetica gradevole affianca massicce dosi di innovazione.

Guardare avanti. Tra le soluzioni più evolute c'è il grande tetto panoramico in vetro speciale a elevata protezione termica che mantiene l'abitacolo caldo d'inverno e fresco d'estate filtrando i raggi ultravioletti ed evitando il ricorso alle consuete tendine scorrevoli. Intrigante anche la funzione smart wash, che ha non solo un positivo impatto sul look (scompaiono dalla carrozzeria le antiestetiche sporgenze degli ugelli del liquido lavavetri, ora integrati all'estremità delle spazzole del tergicristallo), ma anche un'importante valenza funzionale, visto che l'erogazione dello strato di liquido strettamente necessario consente di dimezzarne il consumo.

Fianchi morbidi. All'esterno la novità più evidente è costituita dagli Air Bump, i pannelli bugnati che rendono originali e inconfondibili le fiancate, riproponendosi anche nel contorno dei gruppi ottici anteriori. Costituiscono la riscoperta del paraurti d'antica memoria, e sono realizzati in un materiale sofisticato sviluppato in collaborazione con un'azienda specializzata nella tecnologia della plastica. Facili da sostituire, capaci di assorbire con disinvoltura i graffi e le abrasioni così frequenti nell'uso quotidiano, rappresentano un'esclusiva mondiale disponibile in quattro colori che possono essere combinati a piacere con le 10 tinte di carrozzeria e i 3 ambienti interni per garantire il massimo della personalizzazione.

L'abitacolo. Tante le cose che colpiscono all'interno. Per motivi di omologazione, rispetto al concept è sparita la nostalgica panchetta unica anteriore, sostituita da due ampie e comode sedute separate, ma abbastanza ravvicinate da assicurare comunque l'effetto sofà al quale tenevano i progettisti. Tecnicamente impegnativa la scelta di spostare l'airbag passeggero, collocandolo all'interno del padiglione. Nella plancia si è cosi liberato lo spazio per il Top box, un ampio vano portaoggetti protetto da un coperchio che si apre verso l'alto e che viene bloccato da serrature di sapore antico, la cui forma ricorda le cinghie di chiusura dei vecchi bauli.

L'interfaccia. Stupisce l'estrema pulizia della plancia, quasi completamente sgombra da pulsanti e interruttori. Numerose funzioni, dalla climatizzazione alla multimedialità, dalla navigazione al telefono, dalla connettività ai servizi di assistenza alla guida vengono gestite con il display touch screen da 7 pollici che campeggia a centro plancia. Innovativo, quando è presente al posto della più convenzionale trasmissione manuale, il cambio pilotato ETG comandato con i pulsanti N, D e R raggruppati in un unico blocco sulla consolle centrale. Un altro schermo largo e sottile sostituisce il tradizionale quadro strumenti di fronte al guidatore, ben visibile attraverso la corona del volante attrezzato a tre razze. Tutte le informazioni vengono fornite in modalità integralmente digitale.

L'architettura. Sviluppata sulla piattaforma 1 del gruppo PSA, preferita alla più recente MP2 della C4 Picasso ritenuta sovradimensionata, la C4 Cactus è stata progettata con particolare attenzione alla sostenibilità, perseguita sia attraverso una gamma motori moderna ed efficiente, rappresentata da unità con emissioni di CO2 a partire da 82 g/km per i diesel e da 100 nel caso dei benzina, sia puntando sulla riduzione del peso, calato di 200 kg rispetto alla C4 limando ovunque possibile. A volte ricorrendo a soluzioni che suscitano qualche perplessità, come i finestrini posteriori con apertura (piuttosto ridotta) a compasso.

La filosofia. Tra i tanti equipaggiamenti tecnologici finalizzati a semplificare il compito del guidatore ci sono il sistema di parcheggio automatico, l'ausilio alle partenze in salita, i fari con funzione cornering, la telecamera di retromarcia. Tutti dispositivi realmente utili, come vuole la concezione della nuova linea «C» della casa francese. Nella stessa linea s'inseriscono il Multicity Connect che mantiene sempre connessi consentendo di accedere in tempo reale a numerosi utili servizi tramite una serie di applicazioni dedicate. E la scheda SIM integrata permette di utilizzare il Citroën eTouch, il sistema di chiamata d'emergenza e di assistenza localizzata disponibile 7/24.

Gli obiettivi. Con la nuova vettura entra nel vivo la strategia di riposizionamento, ispirato al concetto di tecnologia creativa che rappresenta l'anima stessa della Citroën, della gamma «C» che i successi della famiglia DS sembravano quasi avere messo in secondo piano e che oggi si rimodella nel segno dell'essenzialità e della concretezza che ritroveremo in tutti i futuri modelli della gamma principale del marchio. La C4 Cactus, la cui produzione parte a Madrid il 28 aprile, indica chiaramente la strada, proponendosi come alternativa alle classiche berline di segmento C pur con codici stilistici di un Suv di segmento B, tipo di veicolo oggi di gran moda. E con un occhio di riguardo al budget controllato, destinato a diventare un punto di forza sia di questo modello - che promette un prezzo competitivo (ma non ancora comunicato) e costi d'esercizio calati di circa il 20% rispetto alla media del segmento C - sia dei futuri membri della famiglia. In Italia, la C4 Cactus sarà in vendita a settembre.

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Martedì 11 Marzo 2014 - Ultimo aggiornamento: 13-06-2017 15:49 | © RIPRODUZIONE RISERVATA