Volkswagen e Seat: “Spagna e UE puntino sulle auto elettriche”. Vertici dei brand con re Felipe a fabbrica batterie di Martorell
Volkswagen Golf ha appena spento 50 candeline. Il 29 marzo 1974 cominciava la produzione a Wolfsburg
Da Stellantis a Renault, ma anche VW e Ford oltre ai coreani: ora tutti scommettono forte sui furgoni elettrici
Corvette E-Ray, la supercar ibrida. Spinta dal V8 6,2 litri da 502 cv e da un inedito motore elettrico da 163 cv
Porsche 911 apre all’ibrido ad alte prestazioni. L’iconica sportiva avrà una power unit elettrificata
Nuova Ypsilon, prima Lancia elettrica. La compatta glamour avrà anche un motore ibrido: il debutto con l'edizione limitata Cassina
GINEVRA - Dopo GTI e GTD, la Volkswagen Golf diventa GTE. Si chiama infatti la versione ibrida plug-in della vettura tedesca che sarà presentata in occasione del prossimo Salone di Ginevra e che allarga ulteriormente la gamma delle motorizzazioni disponibili proiettando la regina del mercato europeo ulteriormente verso il futuro.
Una novità annunciata da tempo. La Volkswagen Golf GTE non è certo un fulmine a ciel sereno perché da molto tempo era allo studio con il nome di Twin Drive e il presidente del gruppo di Wolfsburg, Martin Winterkorn, aveva già annunciato che l’ibrido plug-in sarebbe stato l’emblema tecnologico di tutti i marchi. Ha cominciato la Porsche Panamera, poi la futuristica XL1 e poi l’Audi A3 e-tron che con la Golf condivide la piattaforma e il sistema di propulsione mista. Come è d’obbligo per tutte le Golf, il look contiene elementi distintivi, ma senza intaccare la fisionomia di base. Sulla GTE i fari anteriori sono a Led e sono stati ricavate luci diurne a C intorno alle luci di profondità mentre sulla calandra è stato ricavato un filo blu con lo stemma centrale che custodisce la presa per la ricarica.
La batteria dell’auto nello smartphone. Alcune modifiche lievi anche all’interno, a cominciare dalla strumentazione, dalle tonalità dei rivestimenti per finire al sistema di infotainment con schermo a sfioramento da 6,5 che contiene funzioni specifiche e al quale ci si può anche collegare a distanza tramite app per smartphone in modo da poter controllare a distanza la ricarica e programmarla. Si può programmare anche la climatizzazione, che sfrutta una pompa elettrica, in modo da trovare la vettura alla giusta temperatura al momento della partenza senza avere impatti sulla batteria. Quest’ultima è agli ioni di litio, è raffreddata a liquido e ha una capacità di 8,8 kWh. Il suo peso infine è di 120 kg che portano la massa dell’intera vettura a 1.524 kg e per ricaricarla dalla presa domestica ci vogliono 3,5 ore che si abbassano a 2,5 ore con la wallbox che aumenta l’amperaggio.
Un GT ad emissioni zero per 50 km. Con un pieno si marcia per 50 km a emissioni zero e si viaggia fino a 130 km/h sfruttando il solo motore elettrico da 75 kW che si trova all’interno del cambio a doppia frizione provvisto di un’ulteriore frizione per regolare l’inserimento del motore elettrico. Il sistema ibrido è completato dal 4 cilindri 1,4 litri turbo a iniezione diretta da 150 cv che, in combinazione con l’altro, è capace di sprigionare complessivamente 204 cv e 350 Nm per prestazioni che qualche anno fa sarebbero state degne di una GTI (217 km/h e 0-100 km/h in 7,6 secondi), ma con consumi che hanno dell’incredibile: solo 1,5 litri/100 km pari a 35 g/km di CO2 con un’autonomia teorica di 939 km.
Non è finita: la prossima è a idrogeno. La Volkswagen Golf GTE arriverà sul mercato in autunno e, dopo la e-Golf e la TGI a metano, non sarà l’ultima versione della Golf e vi saranno ulteriori forme di propulsione che il pianale MQB consente di implementare. Ci sarà dunque l’ibrido semplice e, non appena sarà possibile, anche l’idrogeno con celle a combustibile. La storia della Golf dunque non è finita e la Golf ha tutta l’intenzione di continuare a fare la storia dell’automobile.
ACCEDI AL Il Messaggero.it
oppure usa i dati del tuo account