Sergio Solero presidente di BMW Italia

Sergio Solero (Bmw Italia): «Un 2016 d'oro, ma questo è l'anno del futuro»

di Giampiero Bottino
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GINEVRA - Soddisfatto e determinato. Questa l'impressione che abbiamo avuto incontrando Sergio Solero, presidente e amministratore delegato di Bmw Italia, con il quale abbiamo avuto occasione di scambiare qualche impressione al Salone di Ginevra.

Una soddisfazione – misurata, senza accenni di trionfalismo – ampiamente giustificata dai risultati con cui il gruppo ha chiuso il 2016 nel nostro Paese, crescendo del + 17,4% sul 2015 (in un mercato migliorato del 15,8%) che lo ha portato a una quota del 4,6%, (3,3% Bmw, 1,3% Mini), la più alta mai registrata in 50 anni di presenza in Italia. In numeri assoluti, sono state sfiorate le 85.000 vetture vendute, di cui 24.500 Mini, miglior risultato dal 2001, anno in cui il brand è risorto sotto l'egida di Monaco. Difficile ipotizzare un regalo più appezzato per i cent'anni della casa madre.

La determinazione è quella con cui Solero e la sua squadra affrontare le sfide che proprio le celebrazioni del centenario hanno messo sul tavolo e che trovano espressione nella strategia Number One Next con cui il gruppo entra nel suo secondo secolo di vita con l'obiettivo di essere protagonista della mobilità del futuro e dei cambiamenti epocali che già si intravedono. «Una strategia – commenta il top manager – coerente con la filosofia chi storicamente è abituato a guardare avanti. Basti pensare a innovazioni oggi adottate da tutti, come l'iDrive e l'Abs per le moto, piuttosto che il progetto “i” nato 7 anni fa e oggi concretizzato nel sub brand dedicato ai modelli a propulsione alternativa».

La vocazione a giocare d'anticipo deve però fare i conti con alcuni ostacoli che frenano le auto elettrificate. «Potrebbero andare meglio – dice Solero – ma la situazione italiana è quella che è. Se a livello locale le cose si muovono molte cose, come dimostra il nostro accordo con il Comune di Firenze per la creazione di 270 colonnine di ricarica in un anno, a livello centrale c'è stato forse chi ha remato un po' contro. Ma adesso l'atteggiamento è cambiato, c'è voglia di studiare e approfondire le possibili soluzioni e i relativi costi. C'è un tavolo ampio, speriamo porti dei cambiamenti».

Elettrificazione a parte, la gamma non evidenzia punti deboli o modelli che abbiano reso al di sotto delle aspettative. Se Mini è cresciuta meno del mercato, è solo perché la Countryman, prodotto trainante arrivato anche a superare il 50% delle vendite del brand, era ormai vicina al cambio di generazione. «Nonostante questo – chiarisce Solero – nel 2016 ha saputo conquistare quasi 10.000 clienti, confermandosi come top seller di marca».

I primi risultati del 2017 indicano che il vento non è cambiato. Nei primi due mesi Bmw è cresciuta dell'8,8%, compensando ampiamente la frenata Mini (-3,3%), peraltro episodica e pronta a essere cancellata dal recente arrivo in concessionaria della nuova Countryman, che entro l'estate sarà anche ibrida plug-in con 50 km di autonomia elettrica. Questa, oltre alle novità viste a Ginevra (la Serie 5 Touring, fondamentale in Italia, e l'aggiornamento globale della Serie 4) confortano la convinzione di Solero di poter ottenere anche quest'anno risultati superiori alla media del mercato.

Secondo il presidente, questo non è solo l'anno della Serie 5, ma «l'anno del brand e del suo futuro», perché proprio la Serie 5 è un primo passo (con il concetto di “copilota elettronico”) verso la guida autonoma, mentre la Serie 4 arricchita nei contenuti tecnologici evidenzia l'attenzione nei confronti «dell'aggiornamento dei prodotti con tempi vicini a quelli dettati dal mondo digitale». Non è che l'inizio di un'accelerazione verso il futuro la cui scansioni già prevede tappe importanti: nel 2018 la i8 Cabrio, l'anno dopo la prima Mini elettrica, nel 2020 una Bmw X3 a batterie e nel 20121 un modello completamente inedito della famiglia “i” battezzato iNext.
 

 

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Martedì 6 Giugno 2017 - Ultimo aggiornamento: 23-06-2017 12:29 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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