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Alfa Romeo, addio ai “capannoni segreti”
All'Irisbus di Modena il Centro progettazione

di Diodato Pirone
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L'Alfa Romeo dice addio ai capannoni segreti. Hanno finalmente trovato casa, nell'ex stabilimento Irisbus di Modena inattivo da oltre 10 anni, le centinaia di ingegneri e progettisti che stanno lavorando alla nuova Alfa berlina a trazione posteriore che sarà presentata il 24 giugno.
Il trasloco dalle attuali sedi di lavoro "riservate" avverrà nelle prossime settimane, subito dopo la fine dei lavori di ristrutturazione e di costruzione delle strutture della mensa nell'ex fabbrica emiliana.

L'espressione "capannoni segreti" in relazione alla rinascita dell'Alfa apparve un anno fa, nella prima interivista rilasciata da Sergio Marchionne a Repubblica dopo la firma del contratto d'acquisto del 100% di Chrysler avvenuta a capodanno del 2014. Il manager col maglioncino - che successivamente smentì d'aver pronunciato quelle parole - sottolineò in quell'intervista che Fiat stava già investendo nel rilancio dell'Alfa ma senza alzare polvere. Ben presto si scoprì che uno dei capannoni segreti, dove all'epoca lavoravano 200 ingegneri in uffici che spesso erano senza finestre, si trovava vicino a Modena, nella via Canaletto della frazione San Matteo, dove, non lontano dalla Maserati Corse, sorge un grande magazzino che Maserati aveva rilevato anni fa dalla De Tomaso.

Da allora pochissime indiscrezioni sono filtrate sul progetto Alfa e soprattutto sui progettisti. Presentando a maggio 2014 il piano quinquennale che assegna all'Alfa Romeo la produzione di 400.000 vetture per il 2018, Marchionne aveva parlato di squadre di ingegneri che lavoravano sul modello degli Skunk Works, "Missioni da puzzole", quelle cioè più delicate e tecnologicamente innovative, che vengono assegnate dalla nota multinazionale degli aerei militari Lockeed Martin solo ai tecnici più bravi e fidati.

Marchionne ha più volte ribadito che gli ingegneri dedicati all'Alfa stavano aumentando ma non si è lasciato sfuggire altre indiscrezioni anche se circola la voce che siano mille, compresi quelli che lavorano al progetto dal centro ricerche di Torino. Si sa anche con certezza che non tutti i neo-ingegneri Alfa sono italiani perché pare che per alcune esigenze siano state trovate professionalità più adeguate all'estero.

Nel frattempo a Cassino, lo stabilimento che produrrà la berlina Alfa dalla fine di quest'anno e dall'anno prossimo il primo, attesissimo, Suv col marchio del biscione, proseguono i lavori di ristrutturazione. L'installazione dei robot nel reparto lastratura è quasi completata mentre avanzano i lavori di progettazione delle stazioni di montaggio cui stanno lavorando assieme ingegneri e gruppi di operai con l'obiettivo di ridurre la fatica velocizzando al tempo stesso le operazioni di assemblaggio.

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Mercoledì 21 Gennaio 2015 - Ultimo aggiornamento: 06-04-2016 11:42 | © RIPRODUZIONE RISERVATA