La nuova Mercedes-Benz GLE Coupé

Detroit Auto Show accende i riflettori,
l'automotive americana dà spettacolo

di Nicola Desiderio
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DETROIT - Il Michigan è coperto dal ghiaccio, ma il mercato americano dell’automobile è in ebollizione e celebra i suoi successi al North American Auto Show di Detroit, che si terrà nei prossimi giorni sotto un rinnovato scintillìo di luci e numeri.

Lo Zio Sam infatti si è rimesso al volante e sta infrangendo tutti i limiti: 16,5 milioni di auto vendute, come non se ne vedevano dal 2006, e 11 milioni di unità prodotte sul suolo patrio, come non accadeva dal 2005. In un quinquennio l’industria americana ha cancellato la crisi epocale, che l’aveva portata sul burrone dei 10 milioni di pezzi venduti nel 2009 e del disastro finanziario, grazie ad un imponente piano di salvataggio statale che ha già fatto storia. È stato Barack Obama in visita allo stabilimento Ford di Wayne a ricordarne mercoledì scorso le cifre: abbiamo speso 85 miliardi di dollari, mantenuto oltre un milione di posti di lavoro e in questo quinquennio se ne sono creati altri 400mila.

In più tutti i soldi prestati dal Contribuente sono rientrati e le Big Three sono tornate al profitto, anche la Chrysler che qualcuno aveva consigliato al presidente di far morire. Invece, sotto la guida di Sergio Marchionne, la FCA ha guadagnato negli Usa il 16,1% superando i 2 milioni di unità e portando Jeep oltre il milione a livello globale. E proprio dal marchio offroad potrebbe venire la prima sorpresa del salone con un pick-up, un discorso che ad Auburn Hills avevano aperto nel 2005 con il concept Gladiator e subito richiuso al cadere delle prime gocce della crisi.

E se la Ford F-150 rimane saldamente il modello più venduto con oltre 750mila unità, il Nissan Titan e il Toyota Tacoma sono pronti a rinnovare la sfida in un mercato che, con la benzina crollata a 2 dollari al gallone – leggasi 44 centesimi di euro al litro! – sta di nuovo virando verso i truck e le auto di dimensioni “americane”. Per loro è pronta la nuova Audi Q7, più leggera di 325 kg, più efficiente del 26% e forte di un’inedita versione ibrida plug-in diesel che promette di fare quasi 60 km con un litro di gasolio. Anche Volkswagen con un concept annuncia un suv dallo stile sportivo, specifico per il mercato americano, ancora avaro di soddisfazioni per il costruttore di Wolfsburg che, stanti i primi dati, sarebbe diventato il numero 1 mondiale.

E mentre la BMW rinnova la Serie 6 in tutte le sue varianti (Coupé, Cabrio e Gran Coupé 4 porte) riceve il primo vero guanto di sfida per la X6 e non poteva arrivare che da Stoccarda. È la Mercedes GLE Coupé, avrà motori V6 da 258 cv a 367 cv, tanto per cominciare, e allo stand del Cobo Center avrà la compagnia della C350 Hybrid Plug-in, il concept F 015 già visto al CES di Las Vegas e la CLA Shooting Brake. E della partita giocata a ruote alte farà parte presto anche la Jaguar che a Detroit annuncerà il nome del suo primo crossover.

E con la benzina che costa meno delle bibite gasate, rischia di passare in secondo piano la presentazione della nuova Chevrolet Volt, la elettrica ad autonomia estesa che promette di essere ancora più elettrica e per niente europea. L’altra faccia di una moneta sempre più pesante quando si passa alla pompa è il ritorno dell’auto sportiva. Quello più clamoroso è quello di Ford che, a due passi da casa, presenta il nuovo brand Ford Performance che promette 12 modelli sportivi globali entro il 2020 tra cui l’erede della mitica GT40, l’auto che dominò dal 1966 al 1969 la 24 Ore di Le Mans.

E visto che nel 2016 si celebra il 50mo anniversario della prima vittoria a Le Sarthe, c’è già chi sogna di rivedere l’Ovale Blu con le insegne della battaglia nella Loira, con lo stesso obiettivo di allora: battere le Ferrari e magari anche la Porsche che a Detroit presenta un paio di varianti per i suoi modelli. Altra casa ad aver vinto 4 edizioni a Le Mans è l’Alfa Romeo, finalmente di nuovo negli Usa con la 4C, portabandiera a Detroit con la versione Spyder mentre l’altro grande ritorno è quello della Honda NSX (negli Usa con il marchio Acura), stavolta però è un’ibrida a trazione integrale con 3 motori elettrici: uno insieme al V6 centrale e due per le ruote anteriori.

Anche le prestazioni dovranno sposare le ragioni dell’ambiente e del risparmio e ci riesce, senza batterie, la nuova Mini John Cooper Works che con il suo 2 litri da 231 cv va più forte di prima (246 km/h, 0-100 km/h in 6,3 s.), ma consuma il 20% in meno. Si devono guardare le spalle anche le varie M5, RS6 e E63 AMG. La minaccia più seria arriva dalla Cadillac CTS-V: V8 6.2 con compressore volumetrico da quasi 650 cv per oltre 320 km/h e uno 0-100 km/h sotto i 4 secondi. L’inedita Lexus GS F ha “solo” un V8 5 litri e 473 cv, però non la vedremo in Italia, così come la nuova Hyundai Genesis Coupé. Presto invece potremo ammirare la Infiniti Q60, la sfida giapponese alla BMW Serie 3 e all’Audi A5, che al NAIAS si presenta come concept, ma con forme già messe in ghiaccio, quello del gergo dei designer e non quello del gelido Midwest americano dove l’auto americana ha muscoli più caldi che mai.


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Domenica 11 Gennaio 2015 - Ultimo aggiornamento: 15-01-2015 19:48 | © RIPRODUZIONE RISERVATA