La nuova Honda CB 1100 ricorda immediatamente la CB 750 Four del 1969

Honda, la mitica CB 750 ha un erede:
torna il 4 cilindri raffreddato ad aria

di Antonino Pane
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VALENCIA - Ricordate la Honda 750 Four? Rieccola. Più potenza, più tecnologia, più tutto... ma stesso fascino. Era il 1969 quando la CB 750 Four arrivò sul mercato segnando in maniera netta il nuovo limite delle due ruote: non più solo moto bicilindriche di piccola e media cilindrata ma un motore quattro tempi, quattro cilindri in linea, raffreddato ad aria con distribuzione monoalbero in testa. Un motore capace di erogare 67 cavalli di potenza: una vera e propria rivoluzione per quei tempi. E oggi Mitsuyoshi Kohama, progettista capo della nuova CB 1100, ammette senza mezzi termini che il fascino di quella moto lo ha spirato, lo ha convinto. «Tutti mi chiedevano quando - dice - quando abbiamo cominciato a lavorare al progetto, alcuni anni fa, come mai pensavamo di costruire una moto raffreddata ad aria, una soluzione che avrebbe inevitabilmente penalizzato le prestazioni. La sola ragione - dissi - è che a molti clienti piacciono i motori raffreddati ad aria. Pensate al suono metallico che fa il motore quando si raffredda... un tintinnio piacevolissimo, starei ore ad ascoltarlo. I motori raffreddati ad aria hanno qualcosa di speciale, un’emozione che non si può provare osservando i motori raffreddati a liquido delle moto ad alte prestazioni. A me, che sono motociclista e fan di tutte le moto (ne ha progettate 24 da quando è alla Honda ndr), un futuro senza motori raffreddati ad aria mi pareva un’ingiustizia».

Lo stile.
Ogni dettaglio è stato studiato per rievocare un glorioso passato: il faro ampio e tondo, il serbatoio a conchiglia (appena appena assottigliato per permettere anche al pilota seduto al posto di guida di guardare le affascinanti teste del motore), i fianchetti con vernice argentata, la strumentazione dall’aspetto classico, la sella perfettamente sagomata, i parafanghi cromati, e poi, veramente bellissimo da vedere lo scarico 4 in 2 in 1, una sciccheria che rievoca in maniera fortissima le sensazioni della moto di un tempo.

Il motore.
Per questa moto la Honda ha voluto progettare un propulsore completamente nuovo: un 4 cilindro bialbero a camme in testa di 1.140 centimetri cubici. Grazie allo spazio disponibile la distanza tra le teste è stata volutamente ampliata per sottolineare la sua imponenza. Anche le alette sono state studiate con particolare cura: sono di soli 2 millimetri di spessore e per realizzarle è stato necessario un processo di pressofusione appositamente studiato. In raffreddamento ad aria è “aiutato” da un piccolo radiatore dove circola olio: il risultato è ragguardevole: 90 cavalli con un picco di coppia di 93 N/m disponibili a soli 5.000 giri. E proprio la disponibilità della coppia anche alle marce alte si è fatta apprezzare moltissimo sui saliscendi della provincia valenciana: la nuova CB 1100 anche in quinta riparte che è un piacere. Il resto lo fa l’efficienza dell’iniezione elettronica che utilizza corpi farfallati da 36 millimetri: il risultato più evidente si legge dai consumi, 18,2 chilometri con un litro di carburante.

Il telaio.
Sportiva quanto basta, turistica quando serve, Per assecondare tutte queste esigenze è stato progettato un telaio a doppia culla classico dove il motore è alloggiato tramite quattro attacchi rigidi e due di gomma. Una soluzione che consente di avere una buona rigidità e un piacere di guida notevole anche quando la moto si utilizza su lunghi percorsi: basti pensare che l’altezza della sella è di soli 795 millimetri dal suolo. La perfetta equilibratura è stata raggiunta con i cerchi in alluminio a cinque razze da 18 pollici su cui sono montati pneumatici 110/80 e 140/70. Anche per quanto riguarda le sospensioni la scelta è caduta sul classico: forcella telescopica con steli da 41 millimetri; due ammortizzatori sul posteriore: il precarico è sempre regolabile. Moto bella, confortevole e anche sicura. L’impianto abs di serie è composto da due dischi anteriori da 296 millimetri con pinze a tre pistoncini, e da un disco posteriore da 256 millimetri con pinza a singolo pistoncino. Naturalmente l’impianto dispone della frenata combinata: col freno posteriore si agiste sulla ruota posteriore e un pochino anche sulla ruota anteriore; con il freno anteriore si agisce, invece, solo sulla ruota anteriore.

Il prezzo.
Per possedere questo gioiello che riempie il garage ma anche il cuore occorrono 10.800 euro. Il prezzo è franco concessionario e la scelta può avvenire su soli due colori: rosso e bianco. La moto sarà disponibile in Italia da fine febbraio; è già in vendita in Giappone e sta avendo un notevole successo.

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Mercoledì 16 Gennaio 2013 - Ultimo aggiornamento: 07-09-2013 20:16 | © RIPRODUZIONE RISERVATA