Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fca e presidente Ferrari

Fca, l'azione raggiunge livelli record (14,65
euro) e gli analisti alzano il target price

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NEW YORK - Gli analisti scommettono sul valore della Ferrari e la Rossa di Maranello trascina in alto il titolo di Fiat Chrysler Automobiles che, in una giornata positiva per tutto il listino e per l'auto in particolare, agguanta la soglia dei 14,65 euro, con un balzo del 3,46%.

Un record per il nuovo gruppo, che porta indietro di 17 anni le lancette: era l'agosto 1998 quando il titolo dell'allora Fiat si collocava agli stessi livelli. Gli occhi sono puntati sullo scorporo di Maranello dal gruppo Fca e sulla successiva quotazione a Wall Street di un suo 10%. Bnp Paribas ha alzato il target price della casa madre da 15 a 16,5 euro, confermando il giudizio “outperform”, dopo aver rivisto il valore della Ferrari da 7,5 a 8,6 miliardi.

Per Barclays poi Fca è sempre “overweight” con un prezzo obiettivo aggiornato da 11,5 a 15,5 euro. Il Cavallino Rampante, secondo gli analisti della banca inglese, è ormai da considerare a tutti gli effetti una società del lusso e, quindi, la valutazione passa da 6,6 miliardi a 7,7 miliardi. L'amministratore delegato di Fca Sergio Marchionne ha ridotto, intanto, la sua partecipazione nel gruppo vendendo 1,4 milioni di azioni ordinarie sul mercato (Mta) al prezzo medio di 14,1 euro, «per adempiere agli oneri fiscali connessi a incentivi recentemente maturati».

Un'operazione analoga a quella effettuata dei giorni scorsi per Cnh Industrial. Sul fronte sindacale la Fiom ribadisce la necessità di riaprire il negoziato con l'azienda per lo stabilimento di Melfi (Potenza), «perché i lavoratori devono essere messi nella condizione di decidere e valutare l'accordo finale». Il negoziato, ha aggiunto Landini «va riaperto perché occorre aumentare, ad esempio, il numero delle squadre, istituendo la quinta, con una riduzione dell'orario per ridurre il disagio del lavoro notturno nelle giornate del sabato. Allo stesso tempo - ha detto Landini - si deve affrontare il problema delle condizioni di lavoro, a partire dalle pause, e va previsto un aumento salariale vero, che riconosca lo sforzo dei lavoratori», estendendo questa prospettiva «anche all'indotto» e «ad altri stabilimenti, ovvero Cassino, Mirafiori e Pomigliano, con nuovi modelli per far rientrare in fabbrica tutti i lavoratori».

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Giovedì 12 Marzo 2015 - Ultimo aggiornamento: 13-03-2015 19:30 | © RIPRODUZIONE RISERVATA