Il presidente della Ferrari Montezemolo dà il via alla 24 Ore nel 2009

Un mio sogno? La Ferrari prima a Le Mans
Gara unica dove il Cavallino ha vinto tanto
di Luca di Montezemolo

di Luca di Montezemolo
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COME PRESIDENTE della Ferrari, e prima come team manager, ho vissuto tanti momenti appassionanti legati alle gare di Formula 1 e non solo. Ho gioito per un Mondiale vinto dopo tanti anni nel 1975 e mi sono arrabbiato, e lo sono ancora, per averne buttato uno al vento nel 2010.

Emozioni forti, profonde, che sono il vero motivo per il quale amo lo sport in generale e quello automobilistico in particolare. C’è un luogo nel mondo in cui queste emozioni trovano forse la massima espressione: si trova in Francia, a due ore da Rouen e da Parigi, è Le Mans. Il nome di una piccola cittadina che è diventato, a partire dal 1923, sinonimo di impresa automobilistica. Sono poche le gare al mondo che hanno lo stesso fascino e poche vittorie danno ai piloti la gioia e la soddisfazione che regala arrivare per primi alla 24 Ore. Questa corsa è un concentrato di difficoltà: si disputa su un circuito particolare e di antica concezione, in cui la pista permanente si mescola con strade normalmente aperte al traffico, riesce a mettere in evidenza la velocità pura di un pilota ma è anche molto faticosa e permette di esaltare anche l’acume tattico e l’abilità strategica dei suoi protagonisti: solo campioni molto completi possono vincere qui.

Anche la Ferrari ha lasciato molte volte il segno sulla pista della Sarthe e la sua storia è legata a doppio filo con questa corsa unica, che vinse, infatti, al debutto nel 1949 grazie a Lord Selson e a Luigi Chinetti che portarono la loro 166MM più avanti di tutti.

Ben nove i trionfi assoluti della Ferrari, cui si devono aggiungere anche 23 vittorie di categoria, l’ultima ancora fresca nella nostra memoria, ottenuta due anni fa dalla 458 Italia nella sezione LMGTE PRO grazie a “Gimmi” Bruni, Giancarlo Fisichella e Toni Vilander. Impossibile, a questo proposito, non evidenziare lo straordinario lavoro della AF Corse di Amato Ferrari che fa vincere le nostre vetture in tutto il mondo e ha aiutato la Ferrari e Bruni a conquistare il titolo iridato del WEC, il campionato del mondo per competizioni di durata.

Mi piacerebbe tornare presto a Le Mans con una vettura ufficiale, vedere la Ferrari protagonista di quella battaglia della durata di un giorno, che rende ancora più speciale la coppa che si solleva dopo aver vinto e regala un sapore incredibile allo champagne che si spruzza sul podio.

Dalla 24 Ore di Le Mans dovremmo imparare molto anche per le gare di Formula 1. Innanzitutto per la gestione del pubblico e degli accessi: Le Mans è una grandiosa festa, è il ritrovo di tanti appassionati, ma anche di intere famiglie, che passano 24 ore insieme a condividere passione ed emozioni. Se penso a certi paddock in alcune piste di Formula 1 mi sembra di vivere in un altro mondo: paddock asettici super controllati ma soprattutto deserti, nei quali si incontrano sempre i soliti volti mentre gli spettatori e i veri appassionati sono costretti a sostare per ore fuori dai cancelli per sbirciare per pochi secondi uno dei loro beniamini. Le Mans è il contrario, ed è a mio parere la competizione che meglio incarna oggi il vero spirito dell’automobilismo, con le persone che possono avvicinarsi ai piloti e possono gridargli la propria passione.

Ho provato personalmente cosa si sente ad immergersi in quella dimensione quando ho avuto il piacere di dare il via a questa appassionante gara, come aveva fatto nel passato l’Avvocato Agnelli e come farà quest’anno Fernando Alonso.

Sono passati sessant’anni da quando la Ferrari conquistava la sua prima vittoria in questa gara in veste ufficiale grazie a due grandi piloti come José Froilan Gonzalez e Maurice Trintignant e ad un’auto eccezionale come la 375 Plus. Ora ho un pensiero ricorrente: tornare a Le Mans con una vettura ufficiale, da protagonisti assoluti, per risalire sul gradino più alto del podio... Si tratta di una decisione importante che richiede investimenti economici significativi, una squadra dedicata e piloti di primo livello.

Quello che c’è di sicuro è il forte desiderio di tutti i ferraristi, e mio per primo, di tornarci da vincitori e chissà che un giorno...

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Domenica 8 Giugno 2014 - Ultimo aggiornamento: 13-06-2017 15:07 | © RIPRODUZIONE RISERVATA