La nuova Jaguar XE

Jaguar scommette sull’innovazione:
con la nuova XE sfida il mondo premium

di Giampiero Bottino
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VITORIA – Innovazione nel segno della tradizione: il filo rosso che negli ultimi anni ha guidato l’impegnativa evoluzione della Jaguar trova la sua manifestazione più evidente nella XE, forse il modello più innovativo nella storia del marchio inglese. È una berlina premium di dimensioni medie pronta a lanciare la sfida in una fascia di mercato che in Europa dipende largamente dal comparto flotte, attualmente il principale artefice della ripresa delle vendite in Italia.


Sotto diversi aspetti, il look della XE segna in un certo senso il punto d’arrivo della svolta stilistica che nel corso degli anni ha coinvolto l’intera gamma, dall’ultima generazione dell’ammiraglia XJ del 2009 alla XF reduce dal restyling del 2011 alla sportiva F-Type del 2013. Proprio da quest’ultima la new entry ha ereditato numerosi dettagli estetici esterni e interni come la sottile linea ricurva delle luci diurne a Led, la firma luminosa che i designer Jaguar hanno soprannominato “J Blade” (lama a forma di J), piuttosto che il cruscotto e la plancia ispirati alla F-Type proprio per enfatizzare quella che a Coventry viene ritenuta la carta vincente, in grado di fare la differenza rispetto alle concorrenti: la sportività di una berlina che – noblesse oblige – non intende rinunciare al lusso e al comfort che è lecito attendersi da una vettura che sfoggia l’emblema del giaguaro.

Per realizzare il non facile connubio tra prestazioni, agilità e qualità della vita a bordo, in Jaguar non hanno badato a spese, investendo nello sviluppo della XE una cifra non quantificata ma definita “molto importante”. La vettura che vuole raccogliere l’eredità della mitica Mark II del 1959 (e non certo quella della discutibile – e discussa – X-Type d’inizio millennio) schiera una parata di novità davvero ricca, che va dal debutto della nuovissima architettura modulare Jaguar (destinata a caratterizzare numerosi prossimi modelli del brand) all’inedita geometria delle sospensioni, dal corpo vettura leggero e robusto composto per oltre il 75% da alluminio – un record per la categoria – alla prima uscita nel cofano del giaguaro dei turbodiesel Ingenium di Jaguar Land Rover.

Questa famiglia di propulsori, particolarmente adatti al mercato italiano, nasce nella nuovissima fabbrica di Wolverhampton e ha avuto un ruolo centrale nella prova svoltasi nel nord della Spagna, a cavallo tra Paesi Baschi, Navarra, Castiglia y León e La Rioja, tra picchi montani e dolci colline ricoperte da vigneti. Il 4 cilindri Ingenium 2.0 declinato nelle potenze di 163 (su misura per le flotte, è il più sobrio del lotto con 99 g/km di CO2) e 180 cv. Brillante (soprattutto nella versione più potente), silenzioso ed elastico, ha dimostrato una perfetta intesa con l’ottimo cambio automatico ZF a 8 rapporti, fluido e rapido nei passaggi di marcia, mentre non ci è parso altrettanto riuscito il “matrimonio” con la trasmissione manuale a 6 marce.

Sul fronte dei benzina, le unità a 4 e 6 cilindri – tutte abbinate al cambio automatico – appartengono al già noto arsenale tecnologico del gruppo inglese controllato dall’indiana Tata. Anche in questo campo c’è un 4 cilindri a due “facce”, il 2.0 proposto nelle versioni da 200 e 240 cv, entrambe piacevoli da guidare, ricchi di temperamento, ben assecondati dall’impeccabile assetto della vettura, il cui comportamento può essere modificato – ma senza determinare differenze particolarmente sensibili – ricorrendo al selettore che offre le modalità di marcia Eco, Normal, Winter e Dynamic.

Se si parla di temperamento, però, non si può non mettere in pole position il 3.0 V6 da 340 cv che abbiamo avuto l’opportunità di valutare sia su strada, sia sul tecnico e impegnativo circuito di Navarra. In entrambe le situazioni, questa Jaguar ad alte prestazioni, ha esibito doti significative: veloce, scattante, quasi rabbiosa nelle accelerazioni accompagnate da un sound esaltante, precisa nelle traiettorie, agile e rassicurante sia in pista sia sulle strade aperte al traffico. Un’alternativa ideale per un gentleman driver con la passione per la guida veloce, ma non per le performance estreme, se non brutali, di molte rivali di scuola tedesca.

Nell’articolato panorama delle innovazioni proposte dalla Jaguar XE non si possono trascurare gli aspetti legati alla sicurezza, alla connettività, all’assistenza alla guida. Accanto a tutti i dispositivi più noti ed evoluti, la nuova berlina inglese può per esempio vantare una primogenitura con l’head-up display in tecnologia laser che propone davanti agli occhi del guidatore – che non deve così distoglierli dalla strada – le informazioni più importanti con una grafica chiara e nitida, perfettamente leggibile in tutte le condizioni di luce.

L’assistenza alla guida trova la sua manifestazione più originale nell’Aspc, un sistema di controllo della motricità realizzato mettendo a frutto l’ineguagliabile esperienza di Jaguar Lando Rover nel campo della trazione off-road. L’All surface progress control (questo il nome esteso del dispositivo al suo debutto mondiale), disponibile solo nelle XE con cambio automatico, opera tra i 3,6 e i 30 km orari. Una volta attivato con i comandi al volante, basta impostare la velocità desiderata, concentrarsi sulla guida e lasciare che la vettura faccia tutto da sola, compensando la mancanza della trazione integrale e superando in modo fluido e senza slittamenti il tratto ad aderenza problematica.

La connettività ruota invece attorno al display da 8 pollici del nuovo sistema InControl Touch che può essere gestito anche vocalmente e offre la tecnologia dual-view che consente a guidatore e passeggero di attivare visualizzazioni differenziate (per esempio, la mappa di navigazione e un film) dividendo in due lo schermo. Non manca la possibilità di integrare nella vettura il proprio smartphone Android o iOs, gestendone numerose funzionalità. L’app InControl Remote Jaguar, sviluppata appositamente, consente di dialogare via cellulare con la propria auto verificandone le funzionalità (per esempio, il livello del carburante), avviando il motore, attivando la climatizzazione per rendere l’abitacolo più accogliente al momento di prendervi posto.

Nel listino italiano la gamma della Jaguar XE è articolata nelle versioni Pure, Prestige, R-Sport e Portfolio, disponibili con tutte le motorizzazioni. I prezzi partono da 37.750 euro e sono stati definiti secondo una strategia che propone – ma solo con gli allestimenti Pure e Prestige – i due turbodiesel Ingenium da 163 e 180 cv allo stesso prezzo. Discorso a parte per la versione S, che identifica la top di gamma spinta dai 340 cv del 3.0 V6 supercharged e che costa 55.400 euro.

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Lunedì 11 Maggio 2015 - Ultimo aggiornamento: 16-05-2015 16:08