Sergio Marchionne, ad di FCA e futuro presidente Fiat

Marchionne sale in sella: la carriera
del manager che ha salvato la Fiat

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MARANELLO - Quattro mesi fa, il 1 giugno, Sergio Marchionne ha festeggiato i 10 anni alla guida della Fiat, oggi l'annuncio che il manager sarà il nuovo presidente della Ferrari al posto di Luca Cordero di Montezemolo che lascerà l'incarico dal prossimo 13 ottobre.

A nominarlo, il 1 giugno del 2004, amministratore delegato di un gruppo sull'orlo del fallimento a pochi giorni dalla morte di Umberto Agnelli e dall'allontanamento di Giuseppe Morchio, era stato il cda Fiat guidato dall'allora neopresidente Luca Cordero di Montezemolo e dal vicepresidente John Elkann. Al momento della nomina, Marchionne sedeva nel consiglio del Lingotto da poco più di un anno. A chiamarlo era stato proprio Umberto Agnelli e in 10 anni il manager italo-canadese, diventato famoso nel tempo per il pullover nero che ha preso il posto di giacca e cravatta, ha trasformato la Fiat da una multinazionale italiana con i conti in profondo rosso in un gruppo globale.

Un decennio sotto la guida del "dottore" come lo chiamano in Fiat, vissuto di corsa, con una sfida dietro l'altra. Tra i primi successi l'accordo che Marchionne riesce a strappare nel febbraio 2005 con General Motors per sciogliere l'alleanza siglata 5 anni prima. A questo segue l'intesa che il manager sigla con le banche per il prestito convertendo da 3 mld di euro che permette alla famiglia Agnelli di mantenere il controllo della Fiat. Ad accompagnare i successi sul piano finanziario, quelli sul prodotto: nel 2007, con i conti al sicuro, Marchionne, che dal 2005 è anche ad dell'auto, tiene a battesimo la nuova Fiat Cinquecento, auto simbolo del boom economico degli anni '60 e che in poco tempo diventa icona di stile italiano esportata in tutto il mondo.

Alle porte c'è però la crisi dell'economia mondiale che dall'America arriva anche in Europa e in Italia e colpisce duro pure il mercato dell'auto costringendo il manager del Lingotto a rivedere i piani e a fare un massiccio ricorso alla cassa integrazione. La crisi offre, però, a Marchionne l'opportunità di sbarcare oltre oceano e nel giugno del 2009, dopo un accordo con l'amministrazione Obama, il manager sigla l'intesa per l'acquisto del 20% di Chrysler. Nell'aprile 2010 Marchionne presenta il piano "Fabbrica Italia" con l'obiettivo di 20 mld di investimenti per arrivare a produrre nel 2014 oltre 1 mln di auto in Italia.

Così non sarà a causa di una crisi che non si risolve e che costringe, ancora una volta il manager del Lingotto, a rivedere i piani annunciati. Intanto, se da un lato prosegue la crescita della quota di Fiat in Chrysler, che lo scorso gennaio diventa di proprietà al 100% del Lingotto, dall'altro si complicano le relazioni industriali all'interno del gruppo. A segnare le incomprensioni tra il vertice e i sindacati la disdetta, nel 2010 da parte della Fiat del contratto nazionale e la proposta di un contratto di gruppo a cui dicono sì la maggior parte delle sigle sindacali (Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Associazione Quadri) ma non la Fiom con la quale si apre una lunga stagione di scontri non solo nelle fabbriche ma anche nelle aule dei tribunali.

Ma questi sono anche gli anni per Marchionne dell'acquisto della ex Bertone, del rilancio dello stabilimento di Melfi e del brend Maserati oggi prodotta a Grugliasco, del lancio del polo del lusso che riunisce anche Mirafiori con la sfida nel settore premium. Il resto è cronaca recente. Lo scorso maggio a Detroit, Marchionne lancia il nuovo piano quinquennale che vede nel 2018 un traguardo di 7 mln di auto prodotte, investimenti per circa 50 mld, la jeep realizzata non solo più in Usa ma anche in Italia e il rilancio del brend Alfa nel 2015.

Il 1 agosto Marchionne, in perfetta sintonia con il presidente John Elkann, nell'ultima assemblea Fiat a Torino, che sancisce di fatto la nascita di Fca, Fiat Chrysler Automobiles che avrà sede fiscale in Gran Bretagna e sede legale in Olanda, annuncia che per il gruppo comincia un nuovo futuro.


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Mercoledì 10 Settembre 2014 - Ultimo aggiornamento: 12:11 | © RIPRODUZIONE RISERVATA