Il podio di Montegi

Motegi, vince Pedrosa ma trionfa Valentino:
Rossi 2° allunga su Lorenzo nel Mondiale

di Gianluigi Giannetti
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Pedrosa fa il Marquez, Rossi è attento come il soprannome che porta, un “Dottore”, e Lorenzo invece si ritrova ancora una volta nelle scomode vesti del paziente, un malato di insuccesso nei momenti topici della stagione. Dani si aggiudica il Gran Premio del Giappone sulla pista di Motegi, quartultimo appuntamento del mondiale dove però è Valentino a ritrovarsi mattatore, con un secondo posto al traguardo che lo premia di ulteriori quattro punti di vantaggio su Lorenzo. Jorge è ormai distanziato di 18 lunghezze e il terzo posto di oggi lo sfianca sul piano psicologico più e peggio dei danni che procura in classifica.

Il maiorchino finisce sul podio, certo, ma è un terzo gradino afferrato dopo aver avuto la gara in mano e poi averla persa per una condotta di guida sconsiderata. Il bollettino medico poi più che l'ordine di arrivo registra anche la presenza al quarto posto di Marc Marquez, appannato più che mai dopo l'intervento alla mano sinistra che ne ha pregiudicato la tenuta fisica. Quinto Andrea Dovizioso, unico superstite di una pattuglia Ducati che ha perso Andrea Iannone per un inspiegabile guasto tecnico. La sua ira ai box dopo il ritiro sarebbe potuta essere seconda solo a quella del grande sconfitto Lorenzo, ma lo spagnolo oggi non ha avuto carattere neppure per protestare con se stesso.

Il via è preoccupante, con pista bagnata da una pioggia leggera e incostante. I piloti scelgono le gomme rain e la gara si trasforma subito in una sfida di strategie. Per tutti tranne che per Jorge Lorenzo, lepre isterica da subito che riacciuffa Rossi uscito in testa dalla prima curva e poi lo lo sorpassa come se non ci fosse un domani. Due tornate e il maiorchino porta a 2,6 secondi il vantaggio su Valentino, con un passo da martello pneumatico che non ammette repliche. Pedrosa ha sei secondi di ritardo e insegue molto lentamente Dovizioso, ancora terzo dopo una partenza felice nella quale sui è letteralmente infilato tra le due Honda.

Poi la fuga della Yamaha numero 99, il solito copione, almeno fino ad undici giri dal termine, quando gli indizi del disastro sportivo che si sta per abbattere su Lorenzo arrivano chiari e forti. Jorge si ritrova di colpo non il più veloce in pista, che invece diventa Pedrosa. Dani piomba su Dovizioso e supera la sua Ducati con una facilità disarmante, puntando dritto i duo Yamaha di testa. La davanti è successo qualcosa.

Valentino rallenta e quasi aspetta di essere superato da Pedrosa, amministrando le sue gomme con una attenzione che il suo compagno Lorenzo non ha mai minimamente preso in considerazione durante tutta la sua gara. A questo punto la svolta. Jorge si pianta in pista, i suoi tempi sono più alti di quattro secondi a giro rispetto a quelli di Pedrosa e l'aggancio diventa inevitabile a sette giri dalla fine.

Con ampi tratti di pista ormai asciutta e la maggiore brutalità in accelerazione della Yamaha M1 rispetto alla Honda, Dani vola via mentre Lorenzo rallenta ancora, con una andatura su ritmi da doppiaggio. Mancano cinque giri al termine quando Rossi supera Lorenzo. Arriverà terzo al traguardo, ad oltre tre secondi di ritardo dal pesarese e con pochissime scusanti: «La spinta brutale che ho fatto all'inizio per staccare tutti ha messo a dura prova le mie gomme. Quando la pista si è andata asciugando la gomma davanti era distrutta ed era quasi impossibile tenere l'anteriore. Rossi e Pedrosa sono stati bravi a gestire le gomme all'inizio e quindi mi hanno potuto superare. Ho perso comunque solo quattro punti in classifica, posso vincere le prossime tre gare e magari Pedrosa e Marquez mi possono aiutare portando via qualche punto a Rossi».

Una spiegazione fin troppo banale per un pilota che ha solo due varianti di guida, la fuga dall'inizio alla fine quando riesce, e quando non riesce, lasciando così a Rossi neppure il gusto di infierire: «È stata una gara lunga e difficile, la mia priorità era fare punti e questo è un ottimo risultato per il campionato. Lorenzo andava meglio di me all'inizio ed è andato via, poi siamo rimasti sugli stessi tempi. Nel finale il consumo delle gomme ha reso più difficile controllare le moto e sono riuscito a superare Jorge». Troppo facile anche per Rossi, disarmante ritrovarsi con un rivale mondiale che fa della paura del duello e della guida corpo a corpo addirittura una tattica di gara.

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Domenica 11 Ottobre 2015 - Ultimo aggiornamento: 13-10-2015 15:09