Alcune delle attuali Alfa Romeo con dietro i bolidi entrati nella storia

Alfa Romeo, il rilancio parte dalle origini:
50 anni di Autodelta, 90 del Quadrifoglio

di Giampiero Bottino
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BALOCCO - Celebrare le glorie del passato e riscoprire la propria memoria come trampolino di lancio per affrontare le sfide del futuro. Può essere questa una delle chiavi di lettura dell'evento con cui l'Alfa Romeo, sulla sua mitica pista prova di Balocco oggi ereditata dall'intero gruppo Fiat e trasformato in un autentico gioiello della sperimentazione sul campo, ha voluto festeggiare il compleanno di due simboli della sua gloriosa storia sportiva.

La scuderia.
Prima ricorrenza, i 50 anni dell'Autodelta, la scuderia nata in provincia di Udine nel 1963 per iniziativa di Carlo Chiti e Lodovico Chizzola con il fondamentale sostegno di Giuseppe Luraghi, allora presidente della casa automobilistica. La nuova realtà mantiene per poco tempo la mission iniziale - preparare le Alfa destinate alle piste - per trasformarsi quasi subito nella squadra corse del Biscione. Ruolo evidenziato dal trasferimento nel 1965 dal Friuli a Settimo Milanese, a pochi chilometri dalla nuova fabbrica di Arese e dalla storica sede del Portello, e l'anno dopo l'acquisizione da parte dell'Alfa, che ne affidò la guida a Chiti.

Vocazione vincente.
Da allora e per circa un trentennio è un susseguirsi di modelli leggendari come le Giulia TZ e TZ2, le mitiche GTA, le 33 2 e 3, bolidi a ruote coperte capaci di vincere il Mondiale Marche e le più prestigiose gare di durata (dalle 24 Ore di Le Mans e Daytona alla 1000 km del Nürburgring) quando in termini di popolarità le Sport prototipo rivaleggiavano con la Formula 1. Tra l'altro alcuni di questi gioielli - la Giulia TZ, la 33/2 litri Daytona, la GTA 1300 Junior, la 33 TT 12 e la monoposto sperimentale di F.1 179 F - avevano lasciato il Museo storico del Biscione per consentire agli appassionati convenuti a Balocco per la celebrazione di lustrarsi gli occhi e persino di rivivere in pista antiche emozioni.

Il simbolo.
Più datato ma altrettanto significativo l'altro compleanno, quello del Quadrifoglio verde che dal 1923 - quando il pilota Guido Sivocci lo disegnò sulla carrozzeria della sua Alfa SL impegnata nella Targa Florio - contraddistingue i modelli più performanti del Biscione. La vittoria di Sivocci alla strabiliante (per l'epoca) media di 59,040 km orari avallò la fama di portafortuna della ricercatissima pianticella, che da allora non ha più cessato di affiancare le sorti del marchio, venendo talvolta declinato nella versione Oro.

I successi.
L'emblema consolida la sua fama beneaugurante sulla P2 di Brilli Peri che nel 1925 vince a Monza il primo dei cinque titoli mondiali targati Alfa Romeo, e sul finire del decennio permette di distinguere le vetture ufficiali della casa da quelle che esibivano il cavallino rampante, simbolo della scuderia fondata da un giovane e ambizioso ex pilota, Enzo Ferrari. Dopo la guerra, sono le 158 e 159 con il quadrifoglio che consentono a Nino Farina e a Manuel Fangio di conquistare - nel 1950 e 1951 - i due primi Campionati mondiali di Formula 1. La vita del quadrifoglio s'intreccia poi strettamente con la storia dell'Autodelta, spingendo le 33 TT 12 e SC 12 alla conquista dei rispettivi Campionati mondiali, datati 1975 e 1977.

Il presente.
Un portafortuna che guarda al passato serve tutto sommato a poco. Ma il Quadrifoglio non corre questo rischio, e continua a caratterizzare le versioni più prestazioni dei modelli che stanno accompagnando l'Alfa verso una delle sfide più impegnative, il ritorno sul mercato americano che non a caso sarà affidato alla 4C, una sportiva senza compromessi come vuole la tradizione Alfa. In attesa di sapere se anche questa due posti avrà una versione «Quadrifoglio», e esibire il fortunato emblema provvedono due nuove versioni della gamma attuale del Biscione: la MiTo SBK QV ispirata al ruolo di safety car del Mondiale Superbike, prodotta in tiratura limitata a 200 esemplari e spinta dai 170 cv dell'1.4 MultiAir turbo a benzina, e l'esclusiva declinazione «Quadrifoglio verde» della Giulietta 1750 TBi da 235 cv.

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Mercoledì 19 Giugno 2013 - Ultimo aggiornamento: 28-06-2013 08:15 | © RIPRODUZIONE RISERVATA