La P1 esposta al museo Porsche di Stoccarda

Porsche, esposta al museo la mitica P1:
ha 116 anni la “madre” della 918 Spyder

di Sergio Troise
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STOCCARDA - Guardare al futuro senza dimenticare le origini. E’ la filosofia di alcune case automobilistiche, soprattutto le più blasonate, quelle che investono sulla forza del legame tra innovazione e tradizione. In prima linea, in questo ambito, c’è la Porsche, glorioso marchio tedesco che da sempre tende a valorizzare la propria storia, non foss’altro per la straordinaria capacità di resistenza al tempo dimostrata dalle sue auto. E non è un caso, dunque, che a Stoccarda ci sia un magnifico museo, dove la storia del costruttore tedesco di auto sportive viene sapientemente custodita. Una vetrina prestigiosa, che testimonia il fil rouge che lega lo stile e la tecnologia del passato alle più avanzate soluzioni della modernità.


L’evento dedicato alla P1. In occasione del quinto anno di attività del museo, è stato deciso di mostrare in anteprima mondiale la mitica P1, ovvero la prima Porsche della storia. Recuperata (non restaurata) dopo 116 anni, l’auto delle origini è ora la regina dell’esposizione, il pezzo più importante della collezione. Certo, le sue forme sono più vicine a quelle di una carrozza che non di un’automobile. Ma il progetto ingegneristico, per quei tempi, era decisamente avanzato, se non avveniristico.

Elettrica ante litteram. Progettata nel 1898 da Ferdinand Porsche, la P1 (Porsche numero 1) si chiamava in realtà “Egger-Lohner Modello C2 Phaeton”. Non aveva motore a scoppio ma elettrico, con una stupefacente autonomia di 80 km. Ed è proprio questa caratteristica insospettabile che la collega idealmente alla Porsche più avanzata dei giorni nostri, quella 918 Spyder con tre motori, due dei quali elettrici, che ha proiettato la casa di Stoccarda ai vertici attuali della categoria supercar ibride.

Una storia affascinante. La P1 venne omologata in Austria il 26 giungo 1898 e cominciò subito a circolare per le strade di Vienna. Le numerose idee realizzate e rappresentate in questa vettura sono ancora oggi degne di nota: la potenza del propulsore elettrico molto compatto e dal peso di soli 130 kg raggiungeva i 3 cavalli, ma in breve tempo, grazie ad un potenziamento della carica, si raggiunsero i 5 cavalli. Potenza che consentiva di toccare i 35 km/h. La velocità poteva essere impostata su 12 livelli tramite un regolatore chiamato “controller”, mentre l’autonomia, come detto, poteva raggiungere già allora gli 80 km. La P1 anticipò anche il concetto di vettura trasformabile, in quanto la carrozzeria, firmata Lohner, era modulare, e consentiva di utilizzare l’auto sia in estate sia in inverno.

Vocazione sportiva. Il primo test per la P1 era previsto nel settembre 1899 al Salone Internazionale dei veicoli a motore, a Berlino. Già a quei tempi, la concorrenza era impegnata a fondo nello sviluppo dei sistemi di propulsione. Il 28 settembre era in programma una corsa per veicoli elettrici, che si svolgeva lungo 40 km per testare le prestazioni di queste auto. Il percorso metteva a dura prova i partecipanti, che dovevano affrontare anche tratti in salita. Ferdinand Porsche e la sua P1 vinsero la gara con tre passeggeri a bordo, tagliando il traguardo con 18 minuti di vantaggio sulla seconda classificata. Oltre la metà dei concorrenti non portò a termine la gara a causa di problemi tecnici. Ferdinand Porsche vinse anche nella valutazione dell’efficienza: la sua P1 ottenne, infatti, il minor consumo energetico nel traffico cittadino.

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Sabato 12 Luglio 2014 - Ultimo aggiornamento: 14-07-2014 15:37 | © RIPRODUZIONE RISERVATA