La nuova Volkswagen Golf 4Motion impegnata nelle prove sulle strade innevate di Kitzbuel

Attrazione 4Motion, Volkswagen
lancia la più inarrestabile delle Golf

di Nicola Desiderio
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KITZBÜHEL - La Volkswagen Golf è sinonimo di consuetudine, ma anche di sicurezza e per questo anche la settima generazione non può non avere la trazione integrale visto che la compatta tedesca ha in gamma versioni 4x4 dal 1986, anno nel quale venne presentata la versione Syncro. Oggi si chiama 4Motion e va a completare a pochi mesi dal lancio l’offerta della nuova Golf destinata ad allargarsi ulteriormente.

Una scritta fuori, l’altra dentro. Distinguere la 4Motion dalle altre Golf è praticamente impossibile se non si legge la targhetta di identificazione posteriore e anche all’interno l’unica differenza è una scritta serigrafata sulla modanatura cromata dello sportellino che provvede a chiudere un piccolo e utile vano sulla consolle, di fronte alla leva del cambio. Nell’abitacolo invece le diversità sono di sostanza e legate direttamente alla trazione integrale. La prima è il tunnel centrale per il passaggio dell’albero di trasmissione che toglie un po’ di spazio alle gambe di chi siede dietro al centro, la seconda è un leggero ridimensionamento del vano bagagli che passa da 380 a 343 litri.

Quinta generazione per la settima Golf. Il sistema di trazione integrale 4Motion è un’evoluzione di quello precedente ed è basato su un giunto Haldex di quinta generazione incaricato di ripartire la coppia motrice tra le ruote anteriori e quelle posteriori. In soldoni, si tratta di una frizione multidisco ad azionamento elettroidraulico incorporata nel differenziale posteriore e il cui innesto è regolato dall’elettronica attraverso una pompa che funziona a una pressione massima di 44 bar. A differenza del sistema precedente, fa a meno della frizione pilota e del serbatoio d’accumulo, ma è ancora più veloce e progressivo nella sua azione. In condizioni normali la 4Motion è una normale trazione anteriore, ma non appena la maggiore velocità delle ruote anteriori segnala uno slittamento, il sistema comincia a innestare la frizione spostando in pochi centesimi di secondo parte della coppia alle ruote posteriori. Lo stesso accade anche in altre condizioni, come una perdita di aderenza o traina una roulotte, una cosa che la Golf 4Motion sa fare molto bene visto che è omologata per portarne una fino a 1.900 kg.

Un lavoro d’equipe. Il sistema interagisce Il sistema interagisce con l’ESP che, con interventi selettivi dei freni, provvede a ripartire la coppia tra le ruote dello stesso assale e anche a migliorare la fase di inserimento. In rettilineo e a velocità costante la trazione è solo anteriore, ma in condizioni limite si può arrivare ad avere il 100% di coppia al retrotreno bloccando la frizione e frenando le ruote anteriori. Gli organi meccanici aggiuntivi pesano 51 kg, ovvero 1,4 kg in meno di prima, ma l’aggravio totale arriva a 95 kg per la versione con il 2 litri TDI e a 115 kg per quella con l’1.6 TDI. I 20 kg sono dovuti al cambio a 6 rapporti e al retrotreno a bracci multipli, assenti invece sulla corrispondente versione a 2 ruote motrici. A differenza della 4Motion precedente, l’altezza del corpo vettura è rimasta invariata mentre sono stati adottati ammortizzatori e molle leggermente più rigidi.

L’efficienza di Golf7 le fa bene. Come accennato, sono due le motorizzazioni ed entrambe a gasolio quelle di debutto della Golf7 4Motion: l’1,6 litri da 105 cv e il 2 litri da 150 cv, entrambi con stop&start e recupero dell’energia in rilascio. Grazie a questi accorgimenti e alla riduzione di 100 kg che è patrimonio comune della settima generazione della compatta tedesca, i consumi e le emissioni sono inferiori in media del 15%. Rispetto invece alle corrispettive versioni 4x2, le 4Motion 1.6 TDI e 2.0 TDI consumano rispettivamente il 20% e il 15% in più. La prima raggiunge 187 km/h, accelera da 0 a 100 km/h in 11,5 secondi e dichiara 4,5 litri/100 km pari a 119 g/km di CO2, la seconda fa 211 km/h, lo 0-100 km/h avviene in 8,7 secondi e consuma 4,7 litri/100 km/h corrispondenti a 122 g/km di CO2. In futuro potrebbero esserci altre motorizzazioni accoppiate alla trazione integrale mentre i tecnici di Wolfsburg dicono che innestare il cambio DSG anche su queste versioni è possibile. Dunque, mai dire mai.

Non perde mai la presa. Se la Golf vuol dire sicurezza, a maggior ragione la 4Motion che esalta le grandi doti dell’autotelaio, in particolare sui fondi più infidi e pericolosi. Il nuovo sistema di trazione riesce a garantire grande aderenza, sia in curva sia quando bisogna trarsi d’impaccio da situazioni che inchioderebbero molte altre automobili. Il tutto con una naturalezza che lascia a bocca aperta e con il conforto delle 5 stelle Euro NCAP, frutto anche di una dotazione di sicurezza da riferimento. Leggermente inferiore appare la sensibilità dello sterzo, naturale se si considera che l’auto di prova montava pneumatici invernali. Nessuna sorpresa invece dal 2 litri diesel che eroga i suoi cavalli in modo quasi esuberante, ma con qualche leggera rombosità che tuttavia non compromette l’ottimo comfort, sicuramente uno dei punti di forza della Golf.

4x4 fa 600 euro in più. L’appuntamento per la commercializzazione è per il mese di marzo, anche se la prevendita è già iniziata da dicembre. La Golf 4Motion è proposta solo con carrozzeria 5 porte e parte dai 24mila euro della 1.6 TDI Comfortline che diventano 25.500 per le Highline, unico allestimento disponibile invece per la 2.0 TDI a 27.700 euro. A conti fatti, costa quindi 600 euro in più rispetto alle corrispondenti versioni a 2 ruote motrici, ma con la motorizzazione più piccola ci sono anche i già citati cambio a 6 rapporti e il retrotreno multilink che la rendono, a parità di esborso, ancora più completa.

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Mercoledì 6 Febbraio 2013 - Ultimo aggiornamento: 13-06-2017 18:18 | © RIPRODUZIONE RISERVATA