La Jeep Renegade nella versione fuoristradistica Trailhawk

Renegade, a Melfi parte il terzo turno: è il
primo plant italiano d'auto che torna H24

di Diodato Pirone
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MELFI - Per la prima volta dal 2010 una fabbrica d'auto italiana riapre il terzo turno e torna a lavorare 24 ore al giorno, anche di notte.
Accade da ieri a Melfi, in Basilicata. Dove i 5.941 dipendenti della Fiat, oltre alla Punto, da qualche settimana assemblano i primi due minisuv di Fiat Chrysler Automobiles: la Jeep Renegade e la preserie della Fiat 500X. Con l'aggiunta del terzo turno, la produzione della Renegade supera la quota dei 350 pezzi giornalieri che, secondo fonti sindacali, oggi oscilla fra le 100 e le 120 Jeep per turno per via della presenza nelle linee delle prime scocche della 500X, la cui produzione vera e propria partirà subito dopo le ferie di Natale.

Con l'avvio del terzo turno le stime della produzione della sola Jeep Renegade del mese di ottobre si portano intorno a quota 7.000 pezzi. Un livello destinato a crescere, e di molto, mano a mano che finirà la fase di rodaggio (in gergo tecnico "salita produttiva") della nuova linea di montaggio. Linea che, vale la pena ricordarlo, è la prima fra quelle degli stabilimenti FCA ad essere stata progettata dagli ingegneri assieme a gruppi di operai.

Per mesi, in un capannone ad hoc, i dipendenti Fiat hanno ridisegnato tutte le stazioni di montaggio della fabbrica e misurato al computer e su appositi schermi tridimensionali il grado di fatica di migliaia di movimenti "assegnati" agli operai con il duplice obiettivo di rendere più facili e veloci le operazioni limitando contemporaneamente la stanchezza degli operai.

Secondo Fiat dallo stabilimento di Melfi nei prossimi anni usciranno più di un milione di Renegade con una cadenza massima che potrebbe arrivare a 170.000 pezzi all'anno.

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Martedì 14 Ottobre 2014 - Ultimo aggiornamento: 06-04-2016 11:42 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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