Le colorate i-Road schierate a Grenoble

Grenoble, mobilità verde e condivisa:
Toyota schiera la geniale i-Road

di Nicola Desiderio
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GRENOBLE - Toyota punta al car sharing elettrico con Ha:mo, il progetto che la casa giapponese sta portando avanti dall’ottobre scorso nella città di Grenoble per sperimentare in un periodo di tre anni un modello di mobilità individuale sostenibile. Protagonisti di Ha:mo – che vuol dire Harmonious Mobility – sono 70 mezzi elettrici equamente divisi tra Toyota Auto Body Coms e i-road, entrambi di piccole dimensioni e in grado di assicurare un’autonomia di circa 40-50 km a emissioni zero prenotabili dagli utenti del servizio attraverso un’app scaricabile sullo smartphone.

Sforzo corale, obiettivo globale. Il progetto coinvolge la municipalità di Grenoble, la sua area metropolitana, l’azienda di trasporto pubblico Grenoble-Alpes Metropole, l’azienda di car sharing CitéLib, l’EDF, gigante mondiale dell’energia attraverso la sua consociata Sodetrel che si occupa della mobilità elettrica, e naturalmente la Toyota che ha messo a disposizione i mezzi e il software di gestione del servizio. Al contrario della moda del car sharing free flow – quello che con car2go ed Enjoy hanno fatto esplodere questo tipo di mobilità in Italia – con Ha:mo i punti di prelievo dei mezzi sono fissi e corrispondono alle stazioni di ricarica. Ce ne sono 27 per un totale di 120 punti, posizionati insieme ad altri 41 (anche per la ricarica rapida) che servono altri veicoli elettrici o ibridi plug-in.

A quattro o a tre ruote. Ovvio che il principale motivo di interesse siano proprio i mezzi. Entrambi hanno un’autonomia dichiarata di 50 km e una velocità massima di 45 km/h come un qualsiasi ciclomotore, ma cambiano le destinazioni d’uso. La Coms infatti ha 4 ruote, somiglia un po’ ad un’auto da campi da golf, ha una batteria al piombo-acido che si ricarica in 4 ore, un solo posto e la parte posteriore è dedicato ai piccoli carichi, dunque ideale per le piccole consegne. La i-Road invece è un ovetto con batteria aglio ioni di litio, si rifornisce in 3 ore e soprattutto ha 3 ruote e ha già fatto parlare di sé per il suo originale sistema di sterzatura Active Lean che aziona la ruota posteriore ed è assecondata dall’inclinazione del corpo vettura. Nonostante le analogie con altri sistemi, si tratta di qualcosa di davvero originale e anche più sofisticato perché si serve di attuatori idraulici che, attraverso gli impulsi di un giroscopio e le istruzioni elaborate da una centralina elettronica, sollevano la ruota esterna per “piegare” la i-road come una moto tenendo conto della velocità e dell’accelerazione laterale.

Come in moto, con la cintura allacciata. Il bello però è che non si usa il casco e ci sono anche le portiere, dunque si sta ben coperti e in caso di pioggia c’è anche il tergicristallo, anzi c’è anche un sistema di sbrinamento per il parabrezza. L’abitacolo poi è a due posti, quello posteriore ovviamente un po’ sacrificato, ma in 2 metri e 35 non si può fare molto di più. In compenso la larghezza di soli 87 cm e il diametro di sterzata di soli 3 metri vuol dire che la i-Road può infilarsi dappertutto, anche se bisogna rovesciare la logica con la quale si guida, ma soprattutto si compiono le manovre. Dunque occorre anticipare al massimo l’ingresso in curva in marcia e, quando si trova un parcheggio non bisogna allargare o fare retromarcia: al contrario si deve entrare subito e poi sfruttare l’effetto di traslazione laterale dovuto alla capacità della ruota posteriore di ruotare su stessa di 90 gradi per lato.

Ingresso guidato a un nuovo mondo. Bisogna abituarcisi, ma lo si fa presto e il servizio di car sharing di Toyota a Grenoble provvede a fornire un corso di ambientamento quando ci si iscrive. Lo stesso che abbiamo avuto di seguire noi e che si svolge in un piazzale sotto la supervisione di un istruttore che comunica con il discente via radio. Presto dunque si impara come approcciare una curva, parcheggiare lungo il muro o a pettine sfruttando al massimo lo spazio e presto ci si accorge che con l’i-Road si riescono a fare cose che con lo scooter costerebbero molta più fatica. Tra l’altro ci sono anche i sensori di parcheggio dietro e di lato. Dopo le prove in un piazzale al riparo dal traffico, si passa al giro vero e proprio in città che è la parte più divertente. Nonostante a disposizione ci siano solo 4 kW – ogni ruota anteriore ha il proprio interno un motore da soli 2 kW, così da avere il massimo dello spazio per il guidatore e l’eventuale passeggero – si ha sempre l’impressione di essere “schegge” e poter piegare come un pilota di MotoGP in piena sicurezza aumenta ancora di più il divertimento.

Divertimento e semplicità di utilizzo. Poi si passa alla parte un po’ più noiosa ovvero restituire la vettura in uno dei parcheggi dotati di sistemi di ricarica, ma anche questo si rivela facile. Si accosta la tessera alla colonnina, si apre un’anta dietro il quale è celato il cavo e lo si collega alla presa del veicolo posizionata dietro lo sportellino che si trova sul muso. Una luce blu sulla sommità comincia ad illuminarsi in modo intermittente e quando diventa continua vuol dire che il processo di ricarica è iniziato. Se si sta sbagliando qualcosa ogni vettura è dotata di un sistema di istruzioni vocali che avvisa dell’errore e delle possibile soluzione. Quanto costa? Il primo schema è denominato 3-2-1-1 che vuol dire 3 euro per i primi 15 minuti, 2 euro dal minuto 16 al 30, 1 euro dal 31 al 45 e lo stesso dal 46 all’ora tonda. Dunque 7 euro per un’ora, 2 ore costano 11 euro e 4 ore 19 euro. Per chi invece può godere di riduzioni come gli studenti lo schema è 2-1-1-1 dunque la prima ora costa 5 euro, 2 ore 9 euro e 4 ore 17 euro. L’iscrizione costa 25 euro e il tempo massimo per ogni giorno è di 10 ore, sono però in via di sperimentazione altri modelli tariffari che renderanno questo servizio ancora più attraente.

Gli utenti insegnano, Toyota segna. I primi dati dicono che gli oltre 300 utenti finora iscritti utilizzano Ha:mo per il 70% per tragitti di sola andata per un tempo medio di circa un’ora e la cosa che apprezzano di più è la possibilità di accedere ovunque e di parcheggiare facilmente e gratuitamente. Le lamentele riguardano invece la mancanza di riscaldamento, di un portaoggetti all’interno e di un aletta che copra dal sole visto che il parabrezza è molto alto. Qualcuno poi vorrebbe la i-Road un po’ più morbida di sospensioni e per questo i tecnici Toyota stanno provvedendo mentre per il resto si dovrà probabilmente aspettare la prossima generazione di prodotto. Per il resto l’apprezzamento sembra incondizionato: la i-Road è piccola, facile, verde e divertente a tal punto che qualcuno la vorrebbe comprare, ma per ora non si può: bisogna accontentarsi del privilegio di condividerla come possono fare solo a Grenoble e a Toyota City dove guardano a lungo termine, come loro abitudine. La mobilità elettrica pura potrebbe essere lo strumento ideale per il cosiddetto “ultimo miglio” integrando le altre forme di mobilità cittadine e quelle per cui Toyota ha già tracciato il percorso ovvero l’ibrido e l’idrogeno.


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Lunedì 29 Giugno 2015 - Ultimo aggiornamento: 15-07-2015 12:40 | © RIPRODUZIONE RISERVATA