La Ferrari di Sbastian Vettel durante la cavalcata trionfale a Budapes

Ferrari stellare al GP d'Ungheria: Vettel
dedica a Bianchi la seconda vittoria dell'anno

di Giorgio Ursicino
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​BUDAPEST - Vacanze felici per la Ferrari che, un po’ a sorpresa, domina l’ultimo gran premio prima dell’estate con notevole autorità. Come era avvenuto nella seconda gara dell’anno a Sepang ha passare in testa sotto la bandiera a scacchi è stato Sebastian Vettel che, se mai ce ne fosse stato bisogno, conferma che quando capita l’occasione lui non se la lascia sfuggire.


Con le gomme soft, la temperatura elevata, un tracciato dove non serve ne la potenza esagerata del motore nè tantomeno un telaio che ti fa volare sui curvoni veloci (come quelli di Silverstone) c’era sicuramente uno scenario più adatto rispetto alle corse precedenti, ma le Mercedes nei due giorni di prove avevano evidenziato una netta superiorità. Invece, quando si è spento il semaforo (per la seconda volta perché c’è stata una falsa partenza), Sebastian è scattato come un razzo ed altrettanto ha fatto Kimi ed entrambi sono riusciti a scavalcare alla staccata della prima curva entrambe le Frecce d’Argento di Stoccarda.

Primo Vettel secondo Riakkonen su una pista sulla quale è difficile superare (quasi come Montecarlo), meglio di così non si poteva mettere. Tutti si aspettavano che i piloti delle Rosse difendessero le posizioni dagli attacchi rabbiosi delle Stelle tedesche, invece i bolidi del Cavallino hanno imposto il loro passo allungando sul tutto in gruppone. Che per il team Campione che sta dominando anche questo Mondiale fosse una gara difficile si è capito dal comportamento di Hamilton che al primo imprevisto è andato in tilt: Lewis è andato lungo alla secondo curva (il tornante in discesa che piega a sinistra) e si è fatto infilare anche dal compagno Rosberg.

Nel tentativo di riprendersi la posizione immediatamente è andato lungo nelle curve successive rientrando al decimo posto. Con le soft e il sole la SF-15T andava, Seb allungava con decisione, ma Kimi teneva il passo mettendo un buon margine fra la sua monoposto e quella di Rosberg. Già prima di metà gara Hamilton che, con non poca fatica era riuscito a risalire al quarto posto, risultava staccato di oltre mezzo minuto e nulla è cambiato al primo pit stop per il cambio gomme con le Ferrari che hanno cambiato dopo di tutti dimostrando di essere a posto anche nel consumo delle coperture.

I piloti di testa hanno rimontato tutti le soft, solo Rosberg è passato alle medie che erano decisamente più lente. A riaccendere un gara che sembrava segnata nelle posizioni di testa ci ha pensato l’ala anteriore della Force India di Hulkenberg che si è collassata in pieno rettilineo dei box alla massima velocità. L’auto è uscita di pista andandosi a schiantare su un mucchio di gomme all’esterno della prima curva lasciando sull’asfalto un mucchio di detriti di carbonio.

L’immediata virtual safety car (il sacrificio del povero Jules Bianchi ha migliorato la sicurezza dei suoi colleghi) è stata sostituita dalla safety car vera che ha quindi azzerato i distacchi. Subito si sono fermati tutti per la seconda sosta a questo punto un po’ anticipata. Tutti hanno montato le medie escluso Ricciardo che ha scelto le soft. Poteva farlo anche Rosberg che aveva usato già le medie, ma non lo ha fatto e, ancora una volta, il box Mercedes non è stato perfetto nelle strategie perché nel finale la Red Bull dell’australiano era chiaramente la più veloce di tutti (le Ferrari con il pieno avevano fatto più di 20 giri con le soft).

Alla ripartenza il gruppo perdeva Raikkonen tradito dall’unità di recupero e riutilizzo di energia più importante, la K. La sorprese non finivano qui. Con gli pneumatici più duri, la temperatura un po’ più bassa (il sole era meno verticale) le Mercedes tornavano pericolose visto che erano tutti in fila indiana. Alla ripartenza, però, Hamilton commetteva un altro errore: scattava con poca decisione, si faceva affiancare da Ricciardo e con un contatto si giocava l’ala anteriore e le possibilità di vincere la gara.

Vettel resisteva a Rosberg che forse rimpiangeva di non aver montato le soft che aveva invece la Red Bull di Ricciardo alle sue spalle. Daniel era il più veloce in pista, metteva pressione al tedesco e, in un tentativo di attacco, gli forava la gomma posteriore sinistra. Nico doveva fare l’intero giro su tre gomme e perdeva molto tempo e posizioni, Daniel doveva sostituire l’ala anteriore, Vettel, che è stato in testa dall’inizio, doveva guardarsi solo dalla rimonta del giovane russo di Roma che però veniva pure penalizzato.

Sebastian sul podio veniva scortato proprio dai due alfieri delle Red Bull, sesto Hamilton (che allunga in classifica), ottavo Rosberg. Grande gara di Alonso con la McLaren che conquista la quinta piazza (il compagno Button chiude nono). Fra tre settimane si torna in pista a Spa e non ci sarà più il dispositivo che gestice automaticamente le partenze.

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Domenica 26 Luglio 2015 - Ultimo aggiornamento: 22-08-2015 17:43 | © RIPRODUZIONE RISERVATA