Angela Merkel e Martin Winterkorn

Scandalo Volkswagen, l'Europa trema
Berlino ammette: test truccati anche nella Ue

di Giorgio Ursicino
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dal nostro inviato
VERONA - La tempesta continua. Ieri in Germania ci sono stati un altro paio di scossoni che hanno avuto ripercussioni anche negli altri paesi d'Europa. Il ministro dei Trasporti Alexander Dobrindt, che ha avviato la commissione d'inchiesta sullo scandalo ed è stato accusato di essere a conoscenza del software proibito, ha ammesso che il problema delle emissioni inquinanti riguarda anche le vetture vendute nel Vecchio Continente: «Siamo stati informati che i veicoli con motori diesel 1.6 e 2.0 del gruppo di Wolfsburg sono stati manipolati pure in Europa». Più o meno contemporaneamente, il periodico specializzato Auto Bild ha lanciato l'indiscrezione che anche il Suv Bmw con motore diesel due litri sarebbe fuori regola. La casa di Monaco si è affrettata a smentire: «Alla Bmw non imbrogliamo, siamo ovviamente conformi alle esigenze legali dei vari Paesi e passiamo tutti i test locali». In una situazione sicuramente agitata si rischia di confondere chi nell'utilizzo stradale ha emissioni superiori a quelle riscontrate nei test di omologazione (può accadere) e chi invece ha messo in atto procedure fraudolente per aggirare le regole come è stata accusata di aver fatto Volkswagen. Nei prossimi giorni ci saranno sicuramente altre puntate poiché la vicenda ha fatto finire il motore a gasolio sotto i riflettori ed ora si sono scatenati tutti ad effettuare verifiche con la lente di ingrandimento. La decisa presa di posizione della Bmw non ha evitato lo scivolone del titolo del 5,5% (che però aveva sfiorato anche il -10%) alla Borsa di Francoforte e ha fatalmente coinvolto le quotazioni di altre aziende automotive come Fca, che ha lasciato sul campo il 7,5% dopo essere stata sospesa per eccesso di ribasso. Sofferenti anche Exor (-4,5%) e Cnh (-5,7%), mentre è rimasta stabile Volkswagen dopo le pesanti perdite dei giorni scorsi. Moody's ha confermato il rating di Volkswagen ma ha abbassato l'outlook a negativo; S&P ha invece avviato il credit watch negativo. Dunque, analisti ed esperti iniziano a fare i conti e si parla di costi salati: lo scandalo potrebbe infatti costare tra cause, class action e ritiri dal mercato oltre 50 miliardi. Intanto Bruxelles ha invitato di nuovo gli Stati membri a tenere alta la guardia, mentre l'argomento emissioni diesel è finito nell'agenda della Commissione ed è probabile che il terremoto porterà ad uno scenario tutto nuovo.
L'ANNUNCIO DI ELKANN
Ieri sul tema è intervenuto il presidente di Fca, John Elkann: «Un problema molto grave, ma non commento il fatto specifico, aspettiamo di vedere cosa dicono le indagini. Tutto quello che è stato detto da Marchionne sulle esigenze di consolidamento continua a valere a prescindere da quanto accaduto. Come dimostrano le agenzie internazionali sono particolarmente felice che la nostra sia una delle aziende mondiali più rispettose dell'ambiente». Il principale azionista di Fca ha dato una buona notizia, soprattutto per il nostro paese: il prossimo anno la produzione di Fca nella Penisola supererà il milione di unità. Un aumento molto consistente visto che il 2015, già in forte crescita, dovrebbe chiudere a 650 mila unità.

Dalla Spagna la Seat fa sapere che le auto del brand coinvolte nello scottante caso potrebbero essere mezzo milione. Massimo Nordio, amministratore delegato di Volkswagen Group Italia, ha risposto alle richieste di chiarimenti del ministro dell'Ambiente, Gianluca Galletti, e di quello dei Trasporti, Graziano Delrio: «I nostri nuovi motori Euro 6 soddisfano i requisiti legali e gli standard ambientali e risultano totalmente estranei al caso. Per quanto riguarda invece le altre motorizzazioni diesel la casa madre sta lavorando a pieno ritmo per comprendere se le anomalie riscontrate all'estero possano riguardare tecnologie utilizzate anche su autoveicoli che sono in vendita o circolano sul territorio italiano».

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Venerdì 25 Settembre 2015 - Ultimo aggiornamento: 27-09-2015 06:54