La Ferrari a Montemelo si è confermata la miglior monoposto in gara

Ferrari, un ritmo inarrivabile
Alonso perfetto con le Pirelli

di Giorgio Ursicino
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ROMA - Non sarà la monoposto più rapida, ma è sicuramente la più forte. Con un’autorità che non si vedeva da tempo, Fernando Alonso domina il Gran Premio di Spagna confermando che la F138 è una gran macchina e quest’anno il campione spagnolo potrà giocarsi in Campionato gara per gara, senza dover fare miracoli. Alla bravura di Fernando e alla proverbiale affidabilità della Rossa si è aggiunto ora un ritmo di gara impressionante e un feeling con le gomme Pirelli quasi perfetto. Per diventare invincibili resta da migliorare le prestazione in qualifica ma, visto che ora ci sono Kres e Dsr e, soprattutto, si effettuano 3 o 4 pit stop, il problema dei sorpassi non è poi così importante.

Anche la velocità massima è la migliore. Nella lotta per la pole, infatti, nonostante la Rossa di Alonso avesse la velocità di punta più alta (318,5 km/h contro 306,2 di Vettel solo 20°), le Mercedes sembravano imprendibili e avevano monopolizzato tutta la prima fila. Fino a qualche tempo fa una scena del genere anticipava una doppietta quasi certa, ora non vuol dire nulla: la sfida si vince percorrendo nel minor tempo possibile i 300 chilometri della gara, spremendo al massimo le due mescole di gomme che si hanno a disposizione. La posizione della griglia sulla maggior parte dei circuiti (escluso Montecarlo dove si correrà fra due settimane) resta fondamentale solo per i fotografi. In corsa ogni vettura ha il suo ritmo e a quello il pilota deve adeguarsi se non vuole fermarsi ai box ogni 5 minuti. Fernando, che forse non è un fulmine di guerra nel giro secco, nelle partenze fa paura e nei primi giri è ancora più forte grazie ad un’aggressività e una determinazione feroci. In ogni caso, sembrerà strano, nessuno può scattare e spingere al massimo sull’acceleratore, altrimenti un combattente come Lewis Hamilton non avrebbe certo perso posizioni un giro dopo l’altro.

Il passo sulla distanza ora è superbo. Alonso aveva dimostrato nelle prove del venerdì di avere un passo magnifico e, scattato dalla quinta posizione, in una sola curva ha superato all’esterno Raikkonen e poi Hamilton (due campioni del mondo in un colpo). Per il risultato finale le Frecce d’Argento Mercedes erano poco accreditate poiché è ormai evidente che sono dei fulmini in prova, ma anche quest’anno distruggono le gomme se spingono in gara. Rosberg, in testa nei giri iniziali, non aveva chance, l’incognita era il numero di soste che avrebbero fatto Vettel e Raikkonen, i rivali più pericolosi in Campionato ed anche a Montmelo. Gli uomini di Maranello, però, hanno grande fiducia nei propri mezzi ed hanno imposto le loro strategie senza curarsi troppo degli avversari: il computer aveva detto che il modo più rapido per bruciare i 67 giri era di fare 4 soste e quello Fernando ha fatto rientrando ai box esattamente quando era stabilito. Una superiorità evidente, i rivali hanno dovuto incassare e correre di rimessa.

La Red Bull progettata da Newey ha le ali bagnate. Vettel con la Red Bull puntava forse alle tre soste (ha fatto la seconda 3 giri dopo Alonso), ma le sue gomme non reggevano ed ha ripiegato sulle quattro. La Lotus su una pista tecnica come quella spagnola ha confermato di essere superba nel dialogare con le Pirelli, soprattutto se al volante c’è Raikkonen. Il silenzioso finlandese (quando scende dalla vettura è talmente freddo che sembra uscito da un igloo) è un vero martello che non sbaglia mai (ha equagliato il record di Nick Heidfeld di 33 bandiere a scacchi) ed usa le gomme con i guanti di velluto come nessuno altro riesce a fare. Kimi (l’ultimo a vincere il titolo al volante di una Rossa, era il 2007) ha puntato alle 3 soste, ma non è bastato perché alla fine Fernando lo ha preceduto di quasi 10 secondi. Come sarebbe finita se la Lotus avesse marcato la Ferrari? Difficile dirlo, ma l’impressione è che il risultato non sarebbe cambiato poiché, se fosse servito, Alonso aveva ancora qualcosa nel taschino.

Il Campionato è già una lotta a tre. Che la F138 è un gran progetto lo ha ribadito la prestazione di Massa che è salito sul terzo gradino del podio. È vero, Felipe ha rimediato oltre 20 secondi dal suo caposquadra, ma partiva in nona posizione e ha dovuto combattere con il traffico. Vettel ha chiuso quarto, ma questa volta la Red Bull non volava. Fermo restando che nell’attuale Formula 1 le situazioni possono cambiare in fretta, e gli sviluppi che arrivano gara per gara rendono fluide le gerarchie, nel 2013 la monoposto di Newey è andata forte (Malesia e Bahrain) solo quando Alonso ha avuto problemi (musetto rotto e Dsr). Sebastian (89 punti) resta in testa al Campionato, ma il ferrarista salito al terzo posto (dietro a Raikkonen) è ora staccato di sole 17 lunghezze. Le Mercedes non sono per ora in grado di assecondare il talento di Hamilton e Rosberg e la lotta per il titolo sembra già ristretta ai primi tre (la Ferrari è tornata seconda nel Costruttori).

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Lunedì 13 Maggio 2013 - Ultimo aggiornamento: 07-12-2016 11:03 | © RIPRODUZIONE RISERVATA