Un'automobile a guida autonoma

Auto a guida autonoma, agli italiani piace molto l'idea di dire addio al volante

di Giampiero Bottino
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MILANO - Gli italiani sono pronti a dire addio al volante per affidarsi interamente all'automobile, quando questa sarà capace di fare tutto da sola permettendo ai passeggeri di utilizzare il tempo del viaggio per dedicarsi alle attività preferite? In poche parole, come vedono gli automobilisti di casa nostra la prospettiva delle auto a guida autonoma di cui tanto si parla e sulle quali i costruttori investono ingenti risorse?

La risposta, secondo l'edizione 2016 dell'Osservatorio Findomestic Auto incentrato proprio su questa tematica, è ampiamente positiva: dall'indagine, che ha coinvolto gli automobilisti dei 15 Paesi più motorizzati del mondo, risulta infatti che il 79% (4 punti percentuali in più rispetto alla media del campione totale) degli intervistati italiani crede nella diffusione della guida autonoma, e nel 69% dei casi si aspetta di vederla sulle strade nei prossimi 5 anni. Gli italiani condividono con messicani e brasiliani la leadership dell'ottimismo, poiché prevedono di poter utilizzare un'auto al 100% autonoma già dal 2020, riproponendo in altra veste l'ormai endemico contrasto con la Germania di Frau Merkel, dove questa esperienza viene ritenuta possibile non prima del 2024.

Per quanto riguarda l'idea di rinunciare a guidare personalmente per affidarsi all'auto suscita entusiasmo soprattutto nei mercati emergenti, specialmente quelli nei cui grandi agglomerati urbani il traffico è perennemente sull'orlo della paralisi. Non stupisce quindi più di tanto che alla rinuncia si dichiari favorevole il 91% dei cinesi, l'81% dei turchi e il 73% dei brasiliani. L'Italia, con il 65% delle “dichiarazioni d'intenti”, guida la classifica dei Paesi occidentali.

Stupisce semmai la freddezza nei confronti della guida autonoma (solo il 32% si dichiara favorevole) manifestata dagli americani, cioè dagli automobilisti del Paese in cui più attiva e diffusa è la sperimentazione sul campo, affidata a prototipi circolanti realizzati non solo dai costruttori tradizionali, ma anche dai protagonisti emergenti della mobilità del futuro, i colossi della Silicon Valley – Google e Apple in testa – che più di ogni altro dispongono delle basi tecnologiche necessarie per liberare l'auto dalla ”schiavitù” del guidatore umano con i suoi limiti e le sue debolezze.

Nella “classifica della fiducia” continua a prevalere il favore espresso dagli automobilisti per i protagonisti tradizionali: il 62% degli intervistati totali e il 55% di quelli italiani ritengono infatti che l'auto senza pilota verrà sviluppata dai costruttori, mentre l'analoga percentuale di chi crede nel cambio della guardia a favore degli specialisti delle tecnologie dell'informazione scende al 46 e 44% rispettivamente. In poche parole, secondo l'Osservatorio Findomestic saranno sempre i soliti noti a tenere le redini della rivoluzione prossima ventura.

Rinunciare alla guida, quindi. Ma cosa fare per occupare il tempo diventato improvvisamente libero? La risposta al quesito che consentiva risposte multiple non lascia dubbi: il 48% degli italiani ne approfitterebbe per divertirsi (leggere, giocare, guardare la tv, ecc), mentre il 40% ne approfitterebbe per chiacchierare con i compagni di viaggio. Ma una solida percentuale (37%) accomuna due atteggiamenti del tutto opposti: i confidenti nella tecnologia si concederebbero un salutare pisolino, mentre i fiduciosi ma non troppo non perderebbero di vista la strada, continuando a stare attenti al traffico come se il volante fosse ancora nelle loro mani. Inferiore infine (23%) il peso di chi vede nel viaggio automatico l'occasione per lavorare. Che si tratti di un (incoraggiante) accenno di reazione all'impegno 7/24 verso il quale sembra incanalarsi – con il beneplacito della tecnologia – la cultura del lavoro del terzo millennio?
 

 

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Sabato 23 Luglio 2016 - Ultimo aggiornamento: 24-07-2016 18:45 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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