Da sempre attenta ai valori della responsabilità sociale d'impresa, la filiale italiana festeggia i cent'anni del gruppo favorendo l'integrazione tra le numerose attività a favore dei disabili raccolte sotto l'etichetta “SpecialMente”

Bmw accende i motori della solidarietà, dalle piste di Sauze d'Oulx alle Paralimpiadi di Rio

di Giampiero Bottino
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MILANO - L'unione fa la forza anche nella solidarietà. A trasformare il proverbio in realtà concreta ha pensato Bmw Italia, azienda per la quale la responsabilità sociale d'impresa é da sempre una priorità che merita un'attenzione non diversa da quella riservata al core business, che è quello di vendere automobili e motociclette.

Un'attività conciliabile con l'interesse generale, come dimostra l'impegno della filiale nazionale del gruppo bavarese che sulla storica collaborazione con l'Ospedale San Raffaele ha costruito un'articolata serie di interventi a favore dei meno fortunati, fino a legare il proprio nome all'Unità di ricerca del San Raffaele diretta dal prof. Gianvito Martino, direttore della divisione di Neuroscienze e dell’unità di Neuroimmunologia.

Da questo sodalizio è nato nel 2014 il progetto SpecialMente per sostenere il Dynamo Camp (www.dynamocamp.org), un campo di terapia ricreativa che da 8 anni alle pendici dell'Appennino Tosco-Emiliano ospita gratuitamente (con le rispettive famiglie) bambini e ragazzi dai 6 ai 17 anni affetti da malattie croniche e gravi, in fase di terapia o di posto ospedalizzazione. Una settimana di vacanza e di svago, imperniata su attività ricreative e sportive svolte sotto l'occhio attento di personale specializzato e motivato. Un'iniziativa, la prima in Italia, ispirata al Serious Fun Children's Network, fondato da Paul Newmann nel 1988 e oggi diffuso in tutto il mondo.

Un rapporto stretto e appagante, che ha indotto Bmw Italia a raggruppare sotto l'etichetta “Specialmente” tutte le sue attività solidali, tra le quali occupa un posto importante il Progetto SciAbile con cui la casa automobilistica sostiene la Scuola di sci Sauze d'Oulx Project che dal 2003 consente ogni anno, a circa 200 persone con deficit motori, sensoriali e psichici anche gravi, di provare l'ebbrezza e il piacere di una discesa sulle piste innevate, guidati da maestri specializzati e dotati di sofisticate attrezzature, specifiche per la varie tipologie di disabilità. Un progetto che fin dall'inizio ha avuto come testimonial Alex Zanardi, straordinario comunicatore oltre che pilota e campione paralimpico di ciclismo.

La contiguità “filosofica” tra i due progetti non poteva che sfociare in un incontro ravvicinato che, sotto l'attenta regia Bmw, si è concretizzato proprio quest'anno, un'autentica ciliegina sulla torta dei festeggiamenti per il centesimo compleanno della casa di Monaco e per i 50 anni trascorsi dallo sbarco in Italia della prima vetture con l'elica biancoblù. La promessa fatta l'anno scorso, proprio a Sauze, dal presidente di Bmw Italia Sergio Solero, è stata mantenuta con i maestri di SciAbile che si sono trasferiti al Dynamo Camp e hanno fatto provare l'ebbrezza dello sci, sulle piste del vicino Abetone, ai giovani ospiti della prima settimana di marzo.

È stato così gettato un seme destinato a dare frutti copiosi, almeno a giudicare dalla soddisfazione e dall'intesa manifestate dai rappresentanti delle organizzazione coinvolte, Maria Serena Porcari, Ceo di Fondazione Dynamo e vice presidente operativo di Dynamo Cap, e Alberto Bergoin, maestro di sci e presidente di Sauze d'Oulx Project. Due persone belle fuori e bellissime dentro, accomunate, come tutti i componenti dei rispettivi staff, da una passione e da un entusiasmo che traspaiono – quando parlano delle loro attività e dei progetti futuri – da ogni parola e da ogni sguardo.

Il “regalo del centenario”, però, non si ferma qui: nella galassia di SpecialMente entrano nuovi protagonisti e nuove sfide. E Sergio Solero può rivendicare un'altra promessa mantenuta: l'accordo con la Fispes (Federazione italiana Sport paralimpici e sperimentali), nata nel 2010 con lo scopo di perseguire, senza scopo di lucro, le finalità sportive di livello promozionale ed agonistico. In queste attività si inquadra la boccia paralimpica, «una nuova storia nel mondo paralimpico italiano che a fatica si fa spazio nello scenario sportivo» commenta il presidente della Fispes Sandrino Porru.

La sfida ha un nome e un cognome: quello di Carlotta Visconti, soprannominata Cocca, torinese di 18 anni che nonostante una disabilità grave (è affetta da tetraparesi spastica) si allena con impegno e tenacia per realizzare il sogno di guadagnarsi il diritto di partecipare alle Paralimpiadi di Rio 2016, apripista di una squadra nazionale capace di guardare con legittime aspirazioni ai successivi appuntamenti con i cinque cerchi. Definirla apripista non è affatto casuale: Cocca è infatti una veterana del Progetto SciAbile. E da Sauze d'Oulx a Rio il passo può essere breve, soprattutto se c'è alle spalle un'attenta regia.

 

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Sabato 26 Marzo 2016 - Ultimo aggiornamento: 27-03-2016 13:28 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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