La Italdesign Zerouno

Italdesign, al via le celebrazioni per i 50 anni del “laboratorio” di Giugiaro dove sono nati Panda e Golf

di Sergio Troise
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MONCALIERI - Avranno inizio il 6 marzo al Salone di Ginevra le celebrazioni per il cinquantesimo anniversario della Italdesign, l’azienda fondata il 13 febbraio del 1968 da Giorgetto Giugiaro (con il socio Aldo Mantovani), ora controllata al 100% dall’Audi, braccio operativo di una holding del lusso di proprietà Volkswagen, di cui fanno parte anche Lamborghini e Ducati.

Eventi fino a giugno. Il programma delle celebrazioni proseguirà con la partecipazione, a giugno, al Salone di Torino Parco del Valentino e con l’Automotive News Europe Congress, organizzato congiuntamente con Automotive News Europe: un evento che richiamerà a Moncalieri oltre 300 professionisti dell’automotive provenienti da tutto il mondo. Sempre a giugno l’azienda aprirà i propri cancelli a dipendenti e famiglie per una giornata di festa. Insomma, si faranno le cose in grande, come è giusto che sia per un anniversario importante, dedicato a una delle aziende che hanno segnato la storia dell’automobile, e non solo: anche oggetti d’arredamento, arredi da ufficio e macchine fotografiche sono griffati Italdesign.

Progresso non stop. Un’azienda in continuo divenire, capace di crescere e di evolversi, passando dal design all’ingegnerizzazione, dai prototipi ai prodotti finiti, dimostrandosi capace di realizzazioni popolari, alla portata delle masse (l’Alfasud, la Panda, la Uno, la Golf, tanto per citare le più famose) ma anche di proporre avveniristiche soluzioni per il futuro, come il fantascientifico veicolo realizzato nel 2017 in collaborazione con Airbus, una sorta di macchina volante immaginata come soluzione per decongestionare il traffico nelle metropoli del 2030. Italdesign, del resto, è stata tra le prime aziende private in Europa a dotarsi, fin dal 1999, di un centro di realtà virtuale, avveniristico per l’epoca.

Dall’Alfasud al futuro. Tutto cominciò, come detto, alla fine degli anni 60, quando Giugiaro e il suo socio Mantovani esposero il loro primo prototipo al Salone di Torino del 1969. Lavorarono giorno e notte. E in tre mesi fu realizzata la Bizzarrini Manta, avveniristica supercar a guida centrale e con design da monovolume sportiva, e primo frutto d’una attività che appena due anni dopo sarebbe passata dalla coraggiosa fase sperimentale alla definizione di un progetto destinato a entrare nella storia: l’Alfasud, di cui sarebbero state prodotte oltre un milione di unità in 12 anni.

Con tutti i big. Fu quello il trampolino di lancio verso un’attività sempre più prolifica e intensa, che avrebbe portato la Italdesign a collaborare con i più importanti costruttori del mondo, dai tedeschi ai giapponesi, ai coreani, non senza passare per il gruppo Fiat, che a Giugiaro affidò la progettazione della Panda, della Uno, della Croma, delle Lancia Delta, Prisma, Thema, solo per citare le auto più importanti di un elenco lunghissimo. E per non dire della Matiz, primo esempio di superutilitaria con minuscola carrozzeria monovolume, 4 porte e 4 posti, i cui disegni erano stati proposti inizialmente alla Fiat per la nuova 500 e, dopo il rifiuto della casa torinese, vennero ceduti ai coreani della Daewoo.

Design e meccanica. Ma al di là delle soluzioni di design, puntualmente ispirate alla ricerca del miglior compromesso tra bello stile italiano e massima attenzione alla ricerca dello spazio e della funzionalità, la struttura di Moncalieri si è rivelata, nel tempo, anche una formidabile fucina di cervelli dediti alla progettazione e ingegnerizzazione di meccaniche vincenti, come la trazione integrale della prima Panda 4x4: pochi lo sanno, ma il sistema è un brevetto della Italdesign, che negli anni seguenti avrebbe lavorato anche al sistema di trazione della Delta Integrale impiegata nel Mondiale Rally.

Nuove aperture. L’ultimo decennio del secolo scorso ha visto l’azienda di Moncalieri investire in due direzioni: tecnologia e internazionalizzazione. Nel 1992 viene aperta una sede a Barcellona, per sostenere la collaborazione avviata con Seat. Seguono l’apertura di due uffici in Germania, a Ingolstadt e Wolfsburg, l’apertura del Centro Stile di Palo Alto, in California, e l’ufficio di rappresentanza a Shanghai. Sono anni intensi, nel corso dei quali l’azienda compie autentiche “fughe in avanti”, con realizzazioni che anticipano i tempi, come la Biga, che già nel 1992 prefigurava l’utilizzo della mobilità come servizio da condividere con altri.

Il decennio del boom. Tra il 1998 e il 2008 proseguono le collaborazioni in tutto il mondo. Gli anni 2000 vedono Italdesign lavorare proficuamente sia nel campo dell’automotive sia in quello dell’industrial design e si aprono con un risultato prestigioso: il record di velocità sulle 24 ore stabilito dalla Volkswagen W12 sul circuito di Nardò. L’anno successivo è quello della Brera, presentata come prototipo a Ginevra: un capolavoro di stile che avrebbe obbligato l’Alfa Romeo a trasformare il concept in auto di produzione: la gestazione, però, durò tre anni, e l’erede della GTV, con trazione anteriore e peso eccessivo, pagò il ritardo sulla concorrenza tedesca, nel frattempo impostasi con prodotti più leggeri e tecnologici, ancorché imparagonabili allo stile della Brera (che infatti fruttò a Giugiaro il quinto compasso d’oro della carriera).


La svolta finale. Tra il 2008 e il 2018 sono radicalmente cambiati gli assetti societari. Nel maggio 2010 Volkswagen ha acquisito il 90,1% di Italdesign dalla famiglia Giugiaro, e nel luglio 2015 è diventata titolare del 100%, attraverso il succitato polo del lusso guidato da Audi, di cui fanno parte anche le eccellenze italiane Lamborghini e Ducati. Nel 2017 è nato anche il brand Italdesign Automobili Speciali, dedicato alla produzione di vetture esclusive in produzione ultralimitata. La prima di esse, Zerouno, è un coupé in fibra di carbonio omologata per la strada ma con prestazioni da supercar, di cui sono stati prodotti (e venduti) soltanto cinque esemplari.

Germania uber alles. Finita definitivamente sotto il controllo del management tedesco, l’azienda ha trasferito in Piemonte l’organizzazione del lavoro sperimentata in Germania, introducendo il rivoluzionario concetto di smart working. Sono stati avviati dunque due programmi sperimentali: uno prevede la possibilità di lavorare da casa per due giorni al mese, il secondo invece consente di sfruttare una maggiore elasticità dell’orario in ufficio, purché vengano garantite le 40 ore settimanali. Sono stati anche ridisegnati gli interni degli uffici, abbattendo muri, evitando l’assegnazione di scrivanie fisse e adeguando le postazioni di lavoro ai vari progetti. “Il Welfare – è stato spiegato dalla proprietà tedesca - per noi non significa soltanto assistenza o prevenzione, di cui i nostri dipendenti godono grazie ad un polizza sanitaria che copre l’intero nucleo familiare, ma anche attenzione al giusto equilibrio tra lavoro e vita privata”.

Verso Next 50. “Siamo orgogliosi di ciò che è stato fatto negli ultimi 50 anni – ha dichiarato Jörg Astalosch, Ceo di Italdesign – e celebreremo l’anniversario nel migliore dei modi. Ma ora – ha aggiunto - guardiamo al futuro, consapevoli che l’innovazione fa parte del nostro Dna. Proprio per questo stiamo alzando l’asticella degli standard qualitativi e siamo pronti a pianificare i prossimi cinquant’anni. Siamo motivati e pieni di energia e idee. Non a caso il logo che abbiamo presentato, e che ci accompagnerà per tutto il 2018, recita appunto Next 50».

Passione e orgoglio. “La filosofia “Next 50” è alla base della nostra strategia di sviluppo per il prossimo futuro”, gli ha fatto eco il presidente Bernd Martnens, sottolineando a sua volta l’importanza di avere a disposizione, in Italia, “un incubatore di idee e soluzioni innovative, non solamente all’interno dell’Audi Group ma per il mondo intero. Quando ho cominciato il mio lavoro come presidente di Italdesign – ha aggiunto - ho avuto modo di conoscere una squadra che lavora con grande passione, piena di idee e di esperienza, di cui sono molto orgoglioso».

Concorso per giovani. In questa ottica sono stati aperti nuovi dipartimenti dedicati alla mobilità del futuro e, proprio in concomitanza con le celebrazioni per il 50° anniversario, è stato bandito un concorso per giovani tra i 18 e i 35 anni, che mette in palio 40.000 euro destinati a progettisti in grado di proporre soluzioni innovative per la mobilità del futuro nelle città di paesi in via di sviluppo. I partecipanti, che potranno anche aggregarsi in gruppi di massimo cinque unità, potranno iscriversi collegandosi al sito www.italdesign.it. Le iscrizioni si apriranno il primo marzo e si chiuderanno il primo aprile, mentre i progetti dovranno essere inviati entro il 31 agosto. I nomi dei vincitori saranno comunicati a dicembre 2018.

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Venerdì 23 Febbraio 2018 - Ultimo aggiornamento: 08-03-2018 13:51 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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