La ricerca prevede che una flotta di veicoli Jaguar e Land Rover venga guidata quotidianamente nel distretto di Greenwich per rilevare le reazioni di un ampio campione di automobilisti in condizioni reali

Jaguar Land Rover, guida autonoma da piloti, più che da robot

di Mattia Eccheli
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COVENTRY – Più pilota che robot. Così Jaguar Land Rover - il rivitalizzato costruttore britannico che dopo l'acquisizione da parte dell'indiana Tata è diventato il principale investitore in ricerca e sviluppo del Regno Unito nel comparto industriale dopo British Aerospace and Rolls-Royce - immagina il comportamento dell'auto a guida autonoma.


Dopo aver avviato progetti per la possibile adozione dei montanti “trasparenti” e funzioni inedite come il “Bike Sense” e il “Mind Sense”, JLR ha annunciato un piano destinato a contribuire “alla programmazione di futuri veicoli autonomi che, alla guida, operino in maniera simile a quella di un pilota umano, piuttosto che a quella di un robot”. Il progetto dovrebbe portare anche alla messa a punto di nuove politiche assicurative relative ai veicoli autonomi.


La ricerca rientra nelle attività triennali del consorzio MOVE-UK guidato dalla tedesca Bosch e che oltre a JLR comprende anche Transport Research Laboratory (TRL), Direct Line, London Borough of Greenwich e The Floow. Il programma da 5,5 milioni di sterline (quasi 7,3 milioni di euro) sarà co-finanziato dal governo britannico, che ha ufficializzato uno stanziamento di 2,75 milioni garantiti dal fondo di 100 milioni (132 milioni di euro) destinato dall'esecutivo alla ricerca sui sistemi di connessione e guida autonoma dei veicoli.


La ricerca prevede che una flotta di veicoli Jaguar e Land Rover venga guidata quotidianamente nel distretto di Greenwich per rilevare le reazioni di un ampio campione di automobilisti in condizioni reali, inclusi incroci affollati, situazioni di traffico intenso, cantieri stradali e cattivo tempo. I dati raccolti dai sensori dovrebbero condurre all'individuazione dei “naturali comportamenti di guida” e dei “processi decisionali dei piloti, anche in presenza di scenari complessi e stressanti”. La casistica presa in esame riguarderà tra le altre cose le precedenze sulle intersezioni a raso ed agli incroci, l'immissione nei flussi del traffico agli svincoli, le reazioni al sopraggiungere di un mezzo di emergenza nel traffico bloccato. Gli esperti delle assicurazioni forniranno la loro consulenza sulle responsabilità in determinate situazioni.


L'obiettivo è quello di capire le reazione positive dell'uomo alla guida. “Se desideriamo un domani offrirgli delle vetture autonome - sintetizza Wolfgang Epple, direttore Research and Technology Jaguar Land Rover - diviene essenziale la comprensione delle sue reazioni alle situazioni dinamiche e casuali che si presentano ogni giorno”, argomenta il manager. Vincere le resistenze degli automobilisti e fare in modo che si fidino dell'auto è una grande sfida. “Se riusciamo a programmare in un veicolo autonomo reazioni simili a quelle di un pilota umano, allora l'esperienza di guida autonoma sarà più naturale e sarà più probabile che l'uomo lasci il controllo ai sistemi automatizzati del veicolo”, suggerisce. Nel domani dell'auto, JLR immagina che in modalità autonoma i veicoli subentrino all'uomo nelle attività più complesse o noiose, come i parcheggi o la guida nel traffico intenso.


Con il Mind Sense JLR “misura le onde cerebrali del conducente per realizzare un sistema che migliori la concentrazione alla guida”, mentre con il Bike Sense persegue l'obiettivo di prevenire gli incidenti che coinvolgono motociclisti e ciclisti attraverso nuovi sistemi di allerta. Il 360 Virtual Urban Windscreen è il sistema attraverso il quale i montanti si trasformano in schermi sui quali vengono proiettati le immagini riprese dalle telecamere che di fatto eliminerebbero ogni angolo cieco.
 

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Giovedì 10 Marzo 2016 - Ultimo aggiornamento: 11-03-2016 20:59 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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