Un fermo immagine dello spot Maserati che ha infiammato il Super Bowl

La Maserati trionfa al Super Bowl:
l'America ammira il premium italiano

di Diodato Pirone
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ROMA - Per la prima volta 110 milioni di spettatori americani hanno visto uno spot sul made in Italy.


Niente scarpe o maglioni, però. E neanche qualche offerta turistica a buon mercato. I costosissimi 90secondi di pubblicità titolati “Strike” (Attacco) erano dedicati ad un prodotto industriale costosissimo e tecnologicamente avanzato: la Maserati Ghibli.

E’ accaduto l’altra sera durante il mitico Super Bowl, l’equivalente per il football del nostro campionato mondiale di calcio. Oltre cento milioni di consumatori statunitensi sono stati rapiti da un piccolo film su un’auto quasi inarrivabile con il suo supermotore Ferrari da oltre 400 cavalli (o un raffinatissimo diesel biturbo da 250 o 275 cavalli) che - assieme alla sorella Quattroporte - viene costruita da alcuni mesi nello stabilimento di Grugliasco, a due passi dal centro di Torino. Una storia di successo nell’Italia della Grande Crisi. Perché Fiat Chrysler, per assemblare le Maserati e venderle in tutto il mondo, nel 2010 ha acquistato uno stabilimento abbandonato e con 900 operai in cassaintegrazione da 7 anni. Ora invece da quelle mura simbolo del declino escono 140 auto di lusso al giorno, al 95% destinate all’export, che vengono rifinite da ben 2.000 operai, poiché un migliaio di lavoratori sono stati trasferiti dal vicino stabilimento di Mirafiori che continua a lavorare a scartamento ridotto.

Ma lo spot Maserati racconta molto più di Maserati. E’ una metafora della Fiat e più in generale dell’Italia. La protagonista è una bambina nera e sola (si tratta di Quvenzhane Wallis, che nel gennaio 2013, all'età di nove anni, ottenne una candidatura all'Oscar quale miglior attrice protagonista) che decide di affrontare il mondo. Un mondo di giganti (rappresentati da un’onda potente e sconfinata) di cui però lei non ha paura. Notevole il testo dello spot nel quale la bambina parla di sé come del vento, che soffia dal “nowhere”, dal nulla, portando una ventata d’aria fresca in un pianeta dove i giganti continuano a crescere fino a quando quasi non possono più muoversi. “E io so che non posso batterli con la forza, ma con l’impegno e l’intelligenza”, racconta candidamente Quvenzhane.
E’ a questo punto che la bambina nera tira fuori una insospettabile grinta e pronuncia, decisa, la parola magica: “Strike”. Dando il via libera al tuono di un motore Maserati Ghibli che alle prime luci dell’alba si lancia come una guerrigliera alla conquista delle prateria americane.

Messaggi chiarissimi. Che portano la firma di Sergio Marchionne, dal 2011 protagonista del Super Bowl con spot passati alla storia come “Imported from Detroit”. Messaggio agli americani: fidatevi della bellezza di un prodotto italiano frutto della fusione fra Fiat e Chrysler che supera i confini del vecchio nazionalismo. Messaggio agli italiani: i prodotti industriali di prestigio, fatti bene, figli di quell’impasto unico di gusto e di capacità degli italiani, sono la strada per la riscossa. La bambina nera, nera come i carusi siciliani delle zolfatare o i fanciulli padani che lavoravano nei campi del nostro ‘800, ci esorta a scuoterci per non tornare alla povertà da cui proveniamo.

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Lunedì 3 Febbraio 2014 - Ultimo aggiornamento: 09-02-2014 04:06 | © RIPRODUZIONE RISERVATA