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ROMA - Honda si prepara in grande stile alla 43ma edizione del Salone di Tokio dove le vedette saranno la S660 concept e soprattutto l’atteso crossover compatto anticipato dall’Urban Suv concept e che riporta la casa giapponese in un segmento che aveva in un certo senso preconizzato con la HR-V.
Ritorno al futuro e all’aperto. Ma cominciamo dalla S660, una spider di piccole dimensioni che – a giudicare dal nome – dovrebbe sfruttare una meccanica da kei car, le famosa mini automobili di taglia piccola che in Giappone sono molto popolari e che, per legge, non possono superare i 3,4 metri di lunghezza e avere un motore che supera i 660 cc e i 64 cv di potenza. Si tratta della risposta di Honda alla Daihatsu Copen, un’auto che ha vissuto una certa notorietà anche in Italia – ma con un 4 cilindri 1,3 litri al posto del tricilindrico turbo – prima che il marchio consociato di Toyota decidesse di lasciare il nostro continente. Che la Honda stesse lavorando a una spiderina come questa lo si era già intuito con la EV Ster a motore elettrico cui la S660 somiglia parecchio, anzi ne sembra l’evoluzione, meno futuristica forse, ma più vicina alla realtà.
La S inoltre è una lettera magica per Honda soprattutto se messa di fronte a un numero. Vi dice niente S2000? Ma a parte questo, quella delle piccole spider è una tradizione tipicamente giapponese, e senza scomodare la regina MX-5, basta ricorda la Toyota Sport 800 del 1967 e la Honda Beat, ultima auto al quale Soichiro Honda diede l’approvazione prima di morire. Ma già negli anni ‘60 ci furono sportive “lillipuziane” e non è caso né che il cinquantenario della casa sia stato salutato nel 1999 con la S2000 né che la lettera sia presente anche in un altro nome illustre: NSX.
Un terzetto in scia alla F1. A questo proposito, la Honda farebbe del modello di serie della S660 uno dei tre pilastri della propria offensiva sportiva destinata a dispiegarsi a pieno nel 2015 quando ci sarà il grande ritorno in Formula 1 con il V6 turbo e la McLaren, un’accoppiata che fece sfracelli tra la fine degli anni ’80 e l’inizio di quelli ’90. L’altro pilastro, già annunciato, sarebbe la NSX con sistema di propulsione ibrido composto da un V6 3.5, tre motori elettrici e cambio a doppia frizione a 7 rapporti. Il terzo dovrebbe stare ovviamente nel mezzo e sarebbe la risposta di Honda alle Toyota GT86 (Scion FR-S negli USA) e Subaru BRZ.
E Honda starebbe pensando di portare anche il modello più piccolo in tutti i mercati mondiali, non solo quello giapponese, anche se con un motore più grande: si parla di un sofisticato mille 3 cilindri turbo a iniezione diretta da oltre 100 cv, sempre appartenente alla nuova famiglia Earth Dreams Technology. Per il cambio il ballottaggio è tra un CVT con modalità sequenziale e un più consono doppia frizione a 7 rapporti, un tema al quale la Honda sembra si sia appassionata partendo dalle moto, per la precisione dalla Honda Integra. Tutte e tre le sportive dovrebbero avere il motore e la trazione posteriori. Dunque il divertimento è assicurato soprattutto se, come si dice la S660 dovesse avere un peso intorno tra gli 850 e i 900 kg.
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