L'ingegner Ferdinand Piech durante la lezione al Politecnico di Vienna

Piech, arriva una Volkswagen-Ducati:
XL Sport, supercar con motore italiano

di Nicola Desiderio
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ROMA - La Volkswagen XL1, l’auto da oltre 100 km con un litro di gasolio, potrebbe avere in futuro una versione sportiva spinta da un motore Ducati. La scoperta è arrivata qualche giorno fa al Politecnico di Vienna dove Ferdinand Piëch – presidente del consiglio di sorveglianza di Volkswagen e professore onorario presso l’ateneo austriaco – ha tenuto una lezione durante la quale ha mostrato la veste e i dati di un innesto che avrebbe qualcosa di clamoroso, sia perché un motore motociclistico ha trovato solo rarissime volte posto nel cofano di una vettura, sia perché la XL1 è la bandiera tecnologica del gruppo di Wolfsburg in tema di consumi ed emissioni, ma non certo per sportività.

Da Piëch tuttavia ci si può aspettare di tutto ed è questo uno degli elementi che ne alimenta la leggenda di visionario dell’automobile. Dopo infatti aver voluto la Lupo 3 litri, ha preteso che venisse portato avanti il progetto dell’auto capace di consumare 1 litri ogni 100 km. La XL1 ha superato i capitolati di progetto e rappresenta l’orizzonte tecnologico per tutto il gruppo soprattutto per la scocca in carbonio e il sistema di propulsione ibrido plug-in composto da un diesel bicilindrico di 800 cc da 48 cv e un motore elettrico da 20 kW inserito nel cambi DSG a 7 rapporti e alimentato da una batteria agli ioni di litio ricaricabile per un’autonomia ad emissioni zero di 50 km. Grazie anche al cx di 0,189, la velocità massima è di 160 km/h e l’accelerazione da 0 a 100 km/h avviene in 12,7 secondi in virtù di un peso inferiore a 800 kg. Incredibili infine i dati di consumo e di emissioni: la XL1 percorre con un litro di gasolio 111 km ed emette solo 21 g/km di CO2.

Che cos’ha la XL1 di sportivo? Beh, il fatto di essere una specie di sogliola a 2 posti alta 1 metro e 15 centimetri con scocca in fibra di carbonio, motore e trazione posteriori. Le mancherebbero solo i cavalli di un motore piccolo, ma potente come è appunto un bicilindrico Ducati, la casa motociclistica acquistata un anno e mezzo fa dalla Volkswagen attraverso l’Audi per 860 milioni di euro. L’idea di Piëch è mettere dentro la XL1 il bicilindrico di 1,2 litri a distribuzione desmodromica – ovvero con il ritorno delle valvole governato da un’altra camma e non dalle molle, come su tutti i motori – della Panigale, capace di erogare 190 cv a 10.750 giri/min e una coppia di 123,7 Nm a 9.000 giri/min. L’ingegnere austriaco ha detto anche che il cambio sarebbe lo stesso DSG doppia frizione a 7 rapporti della XL1, ma con un rapporto di riduzione 2:1. In termini motociclistici: con una corona che ha il doppio dei denti del pignone. Piëch ha anche fatto capire che una XL Sport – così è stata definita – avrebbe un peso inferiore grazie in particolare all’assenza del motore elettrico e soprattutto della batteria.

Questo fa supporre un rapporto peso/potenza sotto i 4 kg/cv, dati degni di una Porsche. Visto un salto così grande nelle prestazioni, con una cavalleria praticamente triplicata, le modifiche sugli altri componenti dell’autotelaio (sospensioni, freni, sterzo…) devono essere sostanziali e le immagini proiettate in aula dal 76enne ingegnere austriaco restituiscono una carrozzeria modificata in modo altrettanto marcato. Il frontale dunque presenta un paraurti nettamente più esteso verso il basso e provvisto di un labbro inferiore mentre i passaruota sono allargati, con quelli anteriori dotati di sfoghi superiori e in coda e quelli posteriori che invece abbandonano la carenatura integrale e hanno davanti prese necessarie per evacuare una quantità di calore nettamente superiore. Le bandelle laterali fanno inoltre immaginare un trattamento aerodinamico specifico anche per il fondoscocca con l’obiettivo di ricavare deportanza. Più che una XL1, sembra una Sport degli anni ’70, una suggestione che ammanta di un fascino ancora maggiore questo esercizio tecnico i cui risultati potrebbero concretizzarsi in un esemplare unico destinato a fare bella mostra di sé in qualche salone oppure a costituire il banco di prova per alcune soluzioni tecniche, magari in pista, schierata come una vera macchina da corsa, magari in una competizione di durata dove l’equilibrio tra prestazioni e consumi rappresenta la chiave vincente. Da Piëch ci si può aspettare di tutto.

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Giovedì 3 Ottobre 2013 - Ultimo aggiornamento: 07-10-2013 20:37 | © RIPRODUZIONE RISERVATA