Stephan Winkelman a capo della divisione quattro GmbH in Audi Sport

Winkelmann: «Otto nuove RS nei prossimi 18 mesi di Audi Sport»

di Sergio Troise
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BARCELLONA. Una nuova supercar, e non solo: assieme alla R8 Spyder di nuova generazione, Audi annuncia la trasformazione della divisione “quattro GmbH” in Audi Sport, struttura affidata a Stephan Winkelman, manager italo-tedesco da sette mesi a Ingolstadt dopo 16 anni a capo della Lamborghini di Sant’Agata Bolognese. Ha preso il posto di Heinz Hollerweger, tecnico austriaco molto stimato, negli ultimi tempi in prima linea nello sviluppo della tecnologia elettrica.

Nei piani, 8 nuovi modelli sportivi nei prossimi 18 mesi e, soprattutto, l’intensificazione delle attività di ricerca e sviluppo. “Abbiamo il dovere di guardare al domani della sportività, anzi al dopodomani” ha detto Winkelman in una intervista rilasciata in occasione della presentazione alla stampa italiana della nuova R8 V10 Spyder, versione scoperta della supercar più potente e veloce della storia Audi (540 cv e 318 km/h).

Nato a Berlino, cresciuto a Roma, laureato in Scienze politiche a Monaco di Baviera, un passato in Mercedes e in Fiat, Winkelman ha legato la sua carriera alla Lamborghini, facendone un gioiello del migliore hi-tech made in Italy. I suoi meriti sono stati riconosciuti da Giorgio Napolitano, che lo ha insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica, ma hanno rafforzato, soprattutto, la posizione della piccola factory emiliana nell’orbita Audi. Valorizzata al massimo la sinergia sull’asse Italia-Germania, il manager italo-tedesco è stato chiamato alla casa madre per guidare un gruppo di 200 persone dedito alle auto più prestigiose dei quattro anelli: quelle contrassegnate dalla sigla RS.

Che cosa è cambiato, per lei, nel passaggio dalla Lamborghini all’Audi?

“Lamborghini e Audi Sport sono due mondi diversi ma uniti dal denominatore comune della passione. Si lavora con grande dedizione per l’auto, la sportività e le prestazioni sono al centro dell’impegno quotidiano. A Sant’Agata, però, si costruiscono esclusivamente supercar e le prestazioni estreme sono l’obiettivo primario; in Audi invece il discorso è più complesso: puntiamo a realizzare auto in grado di combinare la sportività e le prestazioni con l’uso quotidiano”.

Quali sono gli obiettivi a breve e medio termine di Audi Sport?

“Nei prossimi diciotto mesi lanceremo otto nuovi modelli. Ci saranno sempre meno RS piccole, mentre ci concentreremo di più sulle vetture di prestigio, per valorizzare il brand. La R8 V10 Spyder è l’esempio concreto di ciò che vogliamo fare: è infatti una supercar con una potenza esorbitante ma utilizzabile anche nel traffico di tutti i giorni, e senza consumare tantissimo, grazie a dispositivi come il taglio automatico di cinque cilindri”.

La R8 Spyder è rimasta però l’unica supercar con motore V10 aspirato da 5,2 litri, mentre i vostri concorrenti puntano su cilindrate inferiori e sovralimentazione. Come mai?

“E’ una scelta dei nostri ingegneri. Il nostro motore aspirato è un capolavoro in grado di offrire valori di coppia e prestazioni strepitosi, senza per questo eccedere nei consumi e nelle emissioni. Comunque è chiaro che in futuro faremo anche noi qualcosa di diverso: l’innovazione è uno dei pilastri della nostra strategia proiettata sul futuro. Dobbiamo reinventare la sportività”.

Si spieghi meglio, per favore. Su che cosa puntano le attività di ricerca e sviluppo di Audi Sport?

“Dobbiamo capire come dovranno essere le auto di domani, anzi di dopodomani”.

Lei si è già fatto un’idea?

“Io credo che dobbiamo lavorare a un modello di sportività sostenibile. E credo che entro cinque o al massimo dieci anni si attuerà la trasformazione”.

Per ora disponete della tecnologia e-tron, ma il presidente Stadler ha dichiarato recentemente che entro un paio d’anni potrebbe esserci un’Audi elettrica con autonomia di 500 km.

“E’ presto per dire da che parte andremo noi di Audi Sport. Ma una cosa è certa: i duecento uomini che lavorano con me già sono concentrati sulle Audi RS del futuro, consapevoli che dovranno essere auto sportive ad alte prestazioni ma sempre più rispettose dell’ambiente”.

Fin qui il domani e il dopodomani. E oggi?

“Oggi l’attività di Audi Sport poggia su quattro pilastri. Oltre alle attività di ricerca e sviluppo sull’auto del futuro, siamo concentrati sulle corse, seguiamo da vicino i nostri clienti piloti con attività di customer racing; terzo pilastro sono le personalizzazioni sempre più curate, per creare una gamma esclusiva, e non solo con la firma RS. Infine c’è Audi Collection, cioè quella parte di attività collaterale legata al merchandising, con oggetti e accessori d’abbigliamento e d’arredamento legati al mondo Audi. Tutto contribuisce a rafforzare l’immagine del marchio, che comunque è già molto, molto forte”.

Obiettivi di vendita?

“Non me ne pongo. Per Audi Sport il prestigio e l’esclusività sono più importanti dei volumi”.
 

 

 

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Mercoledì 26 Ottobre 2016 - Ultimo aggiornamento: 14:58 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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