La Jaguar XF a trazione integrale e nuovo motore V6 benzina sovralimentato

Jaguar che balzo, ora il Giaguaro fa paura:
trazione integrale e nuovi motori V6

di Giampiero Bottino
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MILANO - Era dal pensionamento della mai troppo rimpianta X-Drive che Jaguar - caso unico tra i produttori premium - aveva rinunciato alla trazione integrale. Una scelta che ha privato il brand inglese di un'importante arma competitiva nei confronti dei diretti concorrenti come i tre big tedeschi e la svedese Volvo.

Lacuna colmata. Un complesso d'inferiorità ormai pronto a essere superato, visto che l'edizione 2013 della berlina sportiva XF e dell'ammiraglia XJ potranno contare anche sulla versione a quattro ruote motrici equipaggiata con un sistema intelligente, appositamente studiato per soddisfare le esigenze di una clientela desiderosa di assaporare il massimo coinvolgimento nella guida, beneficiando inoltre del surplus di sicurezza che la trazione integrale è in grado di garantire quando le condizioni del fondo stradale diventano problematiche.

L'unione fa la forza. L'intelligenza del sistema Jaguar AWD (All wheel drive) si manifesta soprattutto nella capacità di monitorare costantemente le condizioni del fondo stradale unitamente al comportamento del conducente in modo da dosare nel modo più efficace l'intervento della trazione integrale, anticipando lo slittamento delle ruote intervenendo per evitarlo, con una capacità di distribuzione della coppia che può arrivare fino al 50/50 tra le ruote anteriori e quelle posteriori. Una soluzione molto simile a quella adottata dalla nuova generazione della Range Rover che debutterà al prossimo Salone di Parigi, un'ulteriore conferma delle fruttuose possibilità di collaborazione che l'unificazione sotto l'ombrello del gruppo indiano Tata dischiude per entrambi i marchi inglesi. La sportività, parte integrante del Dna del Giaguaro, viene sottolineata dal fatto che in condizioni di marcia normali la trazione viene distribuita prevalentemente alle ruote posteriori, esaltando il comportamento tanto apprezzato dagli amanti della guida veloce.

Un cuore generoso. La trazione integrale fa compagnia a un'altra grande novità dell'annata 2013: il V6 a benzina 3.0 da 340 cv con 450 Nm di coppia massima. Si tratta di un propulsore realizzato attingendo largamente alle tecnologie già utilizzate sull'apprezzato 5 litri V8 della casa, che grazie alla presenza del turbocompressore abbina un'elevata efficienza energetica ad alti valori di potenzia e di coppia che gli consentono prestazioni superiori a quelle garantite dal 5.0 in versione aspirata. Abbinato al sistema intelligente Jaguar Stop/Start e a un cambio automatico a 8 marce sviluppato dalla ZF, il motore viene declinato anche nel livello di potenza di 380 cv destinato esclusivamente alla nuova sportiva del marchio, la F-Type. Con il nuovo V6 entrambe le berline raggiungono la velocità massima - elettronicamente limitata - di 250 km all'ora.

Il piccolo di famiglia. Un altro motore, anch'esso destinato alle XF e XJ nella sola configurazione a due ruote motrici, completa il terzetto delle novità che la gamma Jaguar propone nell'edizione 2013. Si tratta di un 4 cilindri in linea 2.0 turbo a benzina destinato a prendere il posto dell'attuale V6 aspirato 3.0 per fornire una risposta adeguata alle crescenti richieste della clientela e alle normative che impongono limiti sempre più stringenti in tema di consumi ed emissioni. Grazie alla potenza di 240 cv e alla coppia di 340 Nm (addirittura superiore a quella del V8 Jaguar 3.2 litri di appena dieci anni fa) il nuovo propulsore riesce a fornire prestazioni superiori all'unità che si appresta a sostituire, pur garantendo più elevati livelli di efficienza. Un'evoluzione resa possibile dalla riduzione del peso (il 2.0 è realizzato interamente in alluminio) abbinata a tre innovazioni: il turbo a inerzia ridotta, l'iniezione diretta e la fasatura variabile degli alberi a camme.

La questione alleanze. Una risposta implicita, a ben guardare, alle voci che volevano Tata alla ricerca di partnership tecnologiche importanti per lo sviluppo di motori adatti alle esigenze delle marche più «nobili» del gruppo anglo-indiano (o per meglio dire indo-inglese). I nuovi arrivati sono però dei propulsori e benzina, e non permettono di escludere che, almeno per quanto riguarda i diesel, il discorso possa essere ancora aperto.

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Sabato 18 Agosto 2012 - Ultimo aggiornamento: 14-06-2017 11:47 | © RIPRODUZIONE RISERVATA