Auto senza guidatore, patto tra Fca e Google

La Chrysler Pacifica, l'auto dell'accordo con Google
di Giorgio Ursicino
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 4 Maggio 2016, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 5 Maggio, 00:09
ROMA - Chiusa Wall Street l’annuncio è arrivato: Google e Fca si sono accordate per sviluppare insieme l’auto a guida autonoma. Che il destino delle vecchie vetture fosse segnato, e che il tradizionale “piacere di guida” avesse i giorni contati per trasformarsi in emozioni tutte nuove, i più esperti lo avevano intuito da un po’. Sull’argomento tutti i più grandi costruttori sono al lavoro da anni, ma ora è scattata una corsa contro il tempo anche per conquistare visibilità e allearsi con i due colossi della Silicon Valley che, cavalcando questo nuovo scenario, si sono interessati al tema della mobilità. Fresco della carica di ad della Ferrari ricevuta dal cda di Maranello, mercoledì notte Sergio Marchionne ha messo in moto il suo jet ed ha solcato l’Atlantico per planare su Detroit e mettere a punto gli ultimi dettagli di un accordo con Mountain View. Non certo un’alleanza strategica, ma una collaborazione tattica per sviluppare insieme le tecnologie che consentiranno alle “normali” vetture di viaggiare senza pilota. Veicoli di Auburn Hills entreranno nella flotta su cui l’azienda di Mountain View lavora da anni per effettuare sperimentazioni e collaudi, magari anche sulle strade aperte al traffico.

NIENTE RIVOLUZIONE
Una rivoluzione epocale? Il costruttore italo-americano si sposa con uno dei partner più ricchi e ambiti del terzo millennio? Niente di tutto questo, non ci saranno certo acquisizioni, fusioni o scambi di azioni. Per l’azienda controllata da Exor, però, è in ogni caso un colpo importante, non solo mediatico. La collaborazione avrà il suo cuore in Michigan dove Google ha già dei laboratori e Chrysler i suoi grandi centri ricerca, Auburn Hills fornirà circa cento esemplari del nuovo crossover Pacifica Hybrid appositamente realizzati sui quali verranno montati e collaudati i dispositivi di guida autonoma. Sarà quindi un brand di Fca la prima vettura in grado di trasportare 5 o più passeggeri ad andare in vendita? Non è affatto certo, sia perché è quasi scontato che l’accordo non sarà esclusivo, sia perché tutti gli altri giganti della mobilità sono al lavoro sull’argomento e alcuni di loro sono parecchio avanti.
La mossa di Marchionne è in ogni caso abile, per diversi motivi. Fca sul tema era forse il protagonista più indietro rispetto alla concorrenza, l’ad di Fca sostiene da tempo che per alimentare un business tanto costoso come quello automotive bisogna condividere gli investimenti (l’intesa va in questa direzione); l’accordo, infine, è una piccola rivincita nei confronti di General Motors che recentemente ha rifiutato il dialogo con Marchionne per fondersi in un’azienda unica.

LE CAPITALIZZAZIONI
Che fra le aziende della new economy e quelle automotive non si vada per il momento oltre gli accordi tattici lo confermano le capitalizzazioni di Borsa profondamente diverse fra i due settori che impediscono qualsiasi tipo di merger o joint-venture. Ieri Google, che è l’azienda con il valore in Borsa più elevato dopo Apple, capitalizzava 475,5 miliardi di dollari (412,6 miliardi di euro), Fca appena 8,9 miliardi di euro. Attualmente Fca non brilla sui mercati dopo lo scorporo Ferrari, ma anche per gli altri protagonisti delle quattro ruote qualsiasi ipotesi di unirsi in società sarebbe impossibile. Nissan vale infatti 37 miliardi di dollari, Honda e GM 58, Ford 53, i marchi premium tedeschi BMW e Daimler rispettivamente 59 e 73, Volkswagen 77 miliardi. L’unica con un valore a tre cifre è Toyota a quota 155 miliardi. Che Google e anche Apple, altrettanto attiva sull’auto elettrica a guida autonoma (è l’azienda che con 517 miliardi di dollari ha la capitalizzazione più elevata del pianeta), non fossero interessate a costruire in prima persona la parte in metallo delle vetture (richiede grandi fabbriche ed un elevato numero di dipendenti con ritorni sull’investimento relativamente bassi) era noto da tempo.

IL VISIONARIO GHOSN
Ora arriva la conferma e presto potrebbero venire fuori altri accordi (anche Ford ha siglato un’intesa con Mountain View). Google ed Apple dunque, potrebbero diventare due super fornitori di tecnologia avanzata da rendere disponibile anche ad altri. Che nel frattempo non restano certo a guardare. Proprio nei giorni scorsi il ceo Volkswagen, Mattias Mueller, ha dichiarato che l’auto del futuro sarà elettrificata, a guida autonoma, sempre connessa e magari non di proprietà. Prototipi dei brand più consolidati già viaggiano senza pilota, mentre ci sono vetture in vendita che vogliono ancora qualcuno al volante, ma da sole sanno fare un mucchio di cose. Ce ne sono alcune addirittura capaci di viaggiare anche in fuoristrada lasciandosi indirizzare solo con il volante. Chi in questo scenario gongola è Carlos Ghosn di Renault-Nissan: da buon visionario è stato lui il primo a dire che era arrivata l’ora sia dell’auto elettrica che di quella a guida autonoma.
© RIPRODUZIONE RISERVATA