La Jaguar E Lightweight realizzata da Special Operation

Diabolik brinda, sarà di nuovo prodotta,
identica all'originale, la mitica Jaguar E LW

di Giampiero Bottino
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PEBBLE BEACH - Divisione "Special Operations": riferendosi a una realtà inglese, il pensiero corre immediatamente a James Bond e alla sua licenza d'uccidere, alle diavolerie tecnologiche realizzate per lui dall'ineffabile Q e alle missioni impossibili affidategli da M, il direttore (in alcuni film direttrice) del servizio segreto inglese.

Nulla di tutto ciò. Questa divisione è sì un'unità molto speciale, ma appartiene a un mondo completamente diverso: quello dell'automobile made in England. È stata creata all'interno del gruppo Jaguar Land Rover con l'obiettivo di «assecondare la passione dei clienti più esigenti per le nostre auto, anche quelle del passato» per dirla con le parole di John Edwards, che della Divisione è il responsabile con la qualifica di managing director.

Nell'ambito di queste operazioni speciali è operativo un team denominato il Jaguar Heritage, composto da professionisti altamente specializzati, oltre che perdutamente innamorati del marchio e della sua storia. Che sono chiamati a perpetuare realizzando delle repliche di Jaguar d'epoca, oltre che occupandosi con grande maestria del restauro delle veterane in possesso di clienti e collezionisti.

Per la sua prima uscita ufficiale, il reparto Heritage non poteva che scegliere un modello leggendario, uno dei più ambiti e amati tra i tanti contraddistinti dal mitico giaguaro sul cofano: la E-Type. Scelta motivata da fatto che per quanto riguarda questa straordinaria vettura, a Coventry c'era un conto in sospeso da mezzo secolo, ed era finalmente giunto il momento di pagarlo. Nel febbraio 1963, infatti, era stato lanciato il progetto "Special GT E-Type": costruire 18 versioni dell'affascinante due posti con una rivoluzionaria carrozzeria in alluminio in grado di ridurne drasticamente il peso, a tutto vantaggio delle performance.

A conti fatti, la produzione di questo modello si arrestò a quota 12, lasciando liberi e inutilizzati 6 numeri di telaio. Nel maggio di quest'anno, il management Jaguar annunciò la decisione di onorare questa "cambiale", realizzando le Lightweight mancanti in assoluta fedeltà agli storici originali. Il team dell'Heritage si è messo subito al lavoro, realizzando il primo prototipo in tempi strettissimi per onorare un altro impegno: quello di presentarlo al pubblico del Concorso d'Eleganza di Pebble Beach, svoltosi a metà agosto in California.

Gli appassionati e competenti spettatori hanno potuto ammirare una vera E-Type, prodotta praticamente a mano, con cura artigianale, nella nuova officina di Brown Lane a Coventry (la stessa da cui uscivano le "vecchie" E-Type), oggi aperta anche ai clienti che vogliono rimettere in forma la propria Jaguar d'altri tempi. La scocca in alluminio è identica a quella che consentì all'ultima delle 12 vetture uscita dalla fabbrica nel 1964 di accreditare un peso inferiore di ben 114 rispetto alla Jaguar E di serie, realizzata in acciaio.

La stessa fedeltà rispettata nell'assemblaggio (anche a costo di rinunciare alle moderne e meno costose tecniche di lavorazione dell'alluminio) si ritrova nella meccanica: il motore XK a 6 cilindri rispetta le specifiche originali, con blocco e testata in alluminio e lubrificazione a carter secco. L'unità 3.8 è in grado di erogare 340 cv con 380 Nm di coppia massima, mentre alla miscela aria-combustibile provvedono 3 carburatori doppio corpo Weber, sostituibili a richiesta con un sistema d'iniezione. Il cambio è un 4 marce sincronizzato.

L'assoluta fedeltà alle tecniche e ai processi Anni '60 rende le nuova Lightweight E-Type idonee all'omologazione FIA necessaria per gareggiare nelle competizioni per auto d'epoca. E come tali saranno vendute ai sei fortunati clienti che riusciranno ad aggiudicarsele.

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Domenica 24 Agosto 2014 - Ultimo aggiornamento: 13-06-2017 14:46 | © RIPRODUZIONE RISERVATA