La Ferrari 458 Speciale, la V8 con la potenza specifica più elevata della prduzione mondiale

Una Ferrari davvero Speciale:
al volante della 458 dei record

di Giorgio Ursicino
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MARANELLO - Un tipo speciale. Molto speciale. Dopo aver illuminato la primavera dell’auto con lo show della spaziale LaFerrari al salone di Ginevra, un altro Cavallino scatenato irrompe sulla scena globale delle supercar. Entrambi hanno i cromosomi più ambiziosi del Dna di Maranello.

Se il primo è un razzo a tiratura limitata che porta avanti la tradizione gloriosa di GTO, F40, F50 ed Enzo, accelerazioni di tecnologia pennellate di decennio in decennio, l’altro rappresenta il modello più prestazionale e avanzato della Rossa di serie più sportiva, l’unica che sfoggia ancora il motore centrale. Così, dopo la Challenge Stradale (derivata dalla 360 Modena) e la 430 Scuderia, ecco che arriva la Speciale, ciliegina sull’appetitosa torta 458 Italia. C’è chi nasce fortunato.

La Speciale è stata concepita, progettata e sviluppata proprio mentre i tecnici dell’azienda lavoravano su LaFerrari e il travaso di soluzioni all’avanguardia è stato enorme. Così, il nuovo modello si è spinto molto oltre le progenitrici, affinando e definendo ulteriormente un’ormai consolidata filosofia che si muove su direttrici definite e molto solide. Gli asset che nell’ultimo ventennio hanno consentito al Cavallino di fare la differenza escono rafforzati: prestazioni top e grande piacere di guida, ma anche tanta sicurezza, affidabilità e, soprattutto, facilità di utilizzo. Il tutto con uno strettissimo legame con la F1 di cui il Cavallino è simbolo e orgoglio.

La nuova 458 ha il 50% di innovazioni tecnologiche in più rispetto alle precedenti “speciali”, soluzioni studiate per soddisfare le esigenze di clienti particolari che utilizzano per il 15% l’auto in pista, il 47% partecipa agli eventi organizzati in circuito, il 70% è già ferrarista e il 20% ha già avuto nella sua personalissima scuderia un Cavallino speciale. Ingegneri e design sono intervenuti su ogni area della vettura per rendere la Speciale la più diversa possibile dall’“Italia”. Il lavoro è partito dalla scocca ed ha coinvolto la dinamica, l’aerodinamica e il motore, con gli ultimi due aspetti fortemente influenzati dall’esperienza delle corse.

La sofisticata elettronica, che gestisce l’assetto ed è il fiore all’occhiello dell’attuale produzione Ferrari, ha solo le radici sulle monoposto (E-Diff, cambio F1 e F1 Trac), ma vive di luce propria poiché è attualmente vietata in F1. La Speciale pesa 90 kg in meno rispetto all’Italia, ogni componente è stato riprogettato e alleggerito: 8 kg sul motore, 20 sulla scocca, 13 all’esterno, 20 nell’abitacolo (ricco della insostituibile Alcantara). Il V8, 4,5 litri ad iniezione diretta è l’otto cilindri aspirato con più cavalli (605) mai realizzato a Maranello e, soprattutto, è quello con al potenza specifica (135cv/litro) più elevata dell’intera produzione mondiale.

Mettendo insieme i due aspetti viene fuori un superbo rapporto peso/potenza di 2,13 kg/cv. Il propulsore tutto in alluminio nasce nella stessa fonderia all’interno della factory che produce i cuori delle Rosse di Alonso e Massa. Rivisti tutti i manovellismi e la camera di combustione, aumentato il rapporto di compressione (14:1), migliorata la lubrificazione, introdotti materiali sofisticati per esaltare resistenza ed efficienza. Esteriormente, anche se la linea resta inconfondibile, le modifiche sono state numerose per realizzare un’aerodinamica attiva in modo da avere alto carico in curva e bassa resistenza in rettilineo.

L’efficienza aerodinamica raggiunge 1,5 (sulla 430 Scuderia era appena 1,06), il cx è 0,35, il cz 0,53. Davanti i dispositivi sono passivi, entrano automaticamente in funzione con la velocità; dietro lo spoiler è più pronunciato e una paratia mobile può mandare in stallo il diffusore quando non serve il suo servizio (l'impianto di scarico è stato cambiato proprio per questo). Grandi innovazione sul controllo dinamico. I freni carboceramici della Brembo sono di ultimissima generazione (gli stessi de LaFerrari), hanno alta percentuale di silicio e pastiglie ibride per smaltire più calore e ridurre gli spazi di arresto senza incrementare pesi e dimensioni.

Anche il controllo degli ammortizzatori a doppio solenoide deriva dalla supercar ibrida, il cambio a doppia frizione è molto più rapido (20% per alzare le marce, 44% in scalata), i cerchi sono in magnesio da 20 pollici, i pneumatici Michelin Pilot Sport Cup 2 sono sviluppati in stretta collaborazione con la casa francese. La grande chicca, però, è l’esordio mondiale del controllo dell’angolo di assetto che, grazie ad un sofisticato algoritmo, sfrutta le informazioni dei numerosi sensori già presenti sull’auto per avere in anticipo informazioni sul comportamento in velocità della vettura e far rendere al meglio il traction control e il differenziale elettronico.

Sulla pista amica di Fiorano le sensazioni sono da sballo e la cosa impressionante è la facilità con cui ci si può avvicinare agli elevatissimi limiti del bolide ed ai tempi dei piloti professionisti (la Speciale gira in 1’23”5). Reazioni ai comandi immediate, agilità fuori dal comune, determinazione nel mantenere la traiettoria ideale quasi incredibile.
Se in staccata, sul misto stretto e in accelerazione la 458 Italia faceva già faville, la Speciale ha la capacità di dare grande feeling anche sul veloce, nella lunga curva in accelerazione dopo il rettilineo dei box e nella esse pennellata sul rettilineo di ritorno, punti dove i meno esperti tendono istintivamente ad alzare il piede.

La velocità raggiunge i 325 km/h, i 0-100 volano via in 3 secondi, per arrestarsi da 200 km/h bastano appena 122 metri. Se la Formula Ferrari ha messo sotto i riflettori del mondo la fabbrica di Maranello, la Formula Montezemolo sembra sfidare le leggi della fisica. Ieri il Presidente ha illustrato i risultati trimestrali e i primi nove mesi testimoniano che l’ambiziosa sfida si può vincere: ridurre la produzione incrementando fatturato e utile. Le consegne sono diminuite (di tre unità) a 5.264 vetture, il fatturato è salito del 6,7% (a 1.711 milioni), l’utile della gestione ordinaria del 20,2% (a 264,2 milioni), l’utile netto addirittura del 23% (a 178,8). Nonostante gli ingenti investimenti, mai l’azienda aveva avuto una posizione finanziaria netta così elevata: 1.350 milioni.

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Venerdì 8 Novembre 2013 - Ultimo aggiornamento: 15-11-2013 04:10 | © RIPRODUZIONE RISERVATA